Ricevo e volentieri pubblico.
La situazione degli ultimi due anni riguardante Covid, campagna vaccinale e green pass ha avuto enormi risvolti a livello psicologico, relazionale, sanitario, economico, di trasformazione politica. In questo scenario direi che la Chiesa ha purtroppo rinunciato ad una riflessione critica accettando ciò che veniva deciso sulla vita delle persone, con tutte le conseguenze del caso, senza porsi troppe domande. Ebbene, delle domande sono doverose sia umanamente che cristianamente.
Espongo alcune considerazioni nella lettera corredata di dodici firme consegnata venerdì 10 giugno al nostro vescovo. Sicuramente le generazioni future ci chiederanno conto delle scelte fatte adesso.
Un saluto.
Ivo Dovetta
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Venasca, lì 29 maggio 2022
A sua Eccellenza mons. Cristiano Bodo, vescovo di Saluzzo
Carissimo vescovo Cristiano, siamo dei cattolici che riconoscono in Lei una guida, un successore degli Apostoli: per questo motivo ci permettiamo di farle giungere alcune domande e interrogativi che riguardano la nostra vita, come uomini e donne e come cristiani.
Da più di due anni a questa parte, dall’inizio del 2020, la nostra vita come quella di tutti è stata sconvolta. Inutile elencare qui tutte le restrizioni e traversie in cui il popolo è incorso: confinamento, isolamento di bambini e giovani, impossibilità di recarsi al lavoro, obbligo di mascherine sul viso, decessi avvenuti in assoluta solitudine e … chi più ne ha più ne metta!
Ci fu detto: ANDRA’ TUTTO BENE.
Di fronte ad una situazione così imprevista e caotica pensavamo si dovessero unire tutte le forze, in modo che ognuno potesse portare il suo contributo e i più preparati le loro conoscenze e acquisizioni. In realtà, nessun dibattito serio fu permesso né sui metodi adottati né sulle cure da seguire. Il protocollo “Tachipirina e vigile attesa”, per quanto progressivamente sempre più sospettato di essere altamente dannoso, divenne un caposaldo granitico.
Nei mesi successivi si delineò l’unica possibilità risolutiva: un vaccino, presentato come salvifico.
Riguardo al cosiddetto vaccino scoprimmo che non si trattava nei fatti di un vaccino analogo a quelli fino ad allora prodotti, ma di un siero genico sperimentale. Quando si parla di sperimentazione ognuno dovrebbe drizzare le orecchie. Proprio in quanto sperimentale un qualsiasi farmaco non può essere definito sicuro, dal momento che non se ne possono conoscere gli effetti a breve, medio e lungo termine. Si tratta di logica, semplice e banalissima logica. Non solo: la materia è stata coperta dal segreto industriale e addirittura militare. Ma … non stiamo parlando di piani di difesa missilistici di una nazione, bensì della salute di uomini, donne, bambini, anziani. Tutto ciò dovrebbe essere ampiamente trasparente, l’esatto opposto del segreto militare. E, dulcis in fundo, non ci è nemmeno dato di conoscere i contratti per l’acquisto di questi sieri, in quanto secretati.
Passo successivo: chi non ha accettato la sperimentazione mascherata da vaccino e certificata da GREEN PASS è stato pesantemente discriminato, allontanato dalla vita sociale, addirittura lavorativa (una vera e propria condanna a morte indiretta), sbeffeggiato, accusato di causare malattie e morti, minacciato e colpito da ostracismo. Al contempo sono stati negati o minimizzati gli effetti avversi e i decessi legati a questa sperimentazione e ne sono state scoraggiate le segnalazioni.
Arrivando ai giorni nostri, qual è la situazione che stiamo vivendo? Molta gente vive uno stato di insicurezza o addirittura terrore continuo che nemmeno le mascherine indossate riescono a celare.
A questo proposito, Dio ha dato ad ognuno di noi un volto che è unico, che ci richiama a Lui, che ci permette di relazionarci, di parlare, di sorridere, di arrabbiarci, che ci consente insomma di esprimerci come persone. Purtroppo ogni occasione, in modalità quasi continua e ben al di là di eventuali picchi epidemici, è stata buona per ingiungerci o “consigliarci” di coprire il nostro volto con una mascherina che sa sempre più di bavaglio se non di museruola.
Senza dimenticare che l’efficacia della mascherina nel contrastare il virus è dubbia mentre sicuramente non è salutare per il nostro organismo continuare a inspirare aria già espulsa del nostro corpo. Non apriamo forse le finestre di casa, per cambiare aria? Perché insistiamo allora a respirare sempre la stessa?
Ci troviamo insomma in una narrazione tenuta in piedi da una propaganda asfissiante che sta schiavizzando gli esseri umani. Inoltre i dati che stanno finalmente emergendo negli ultimissimi tempi su conseguenze a volte disastrose di questi trattamenti sono a dir poco allarmanti per il futuro stesso di molte persone.
Arriviamo adesso al motivo specifico per cui ci rivolgiamo a Lei.
La Chiesa che Lei rappresenta e di cui è pastore è stata istituita da Gesù Cristo, nostra Via, Verità e Vita, per portare ad ogni uomo l’annuncio della salvezza.
In questo periodo buio voi pastori avete continuato a proclamare il Vangelo. Ma a noi sembra che le disposizioni che avete impartito e l’atteggiamento verso questa situazione non siano stati così coerenti col Vangelo proclamato.
Se all’inizio poteva essere comprensibile un atteggiamento di prudenza verso una malattia sconosciuta, tutta la deriva autoritaria e irrispettosa della dignità della persona avrebbe dovuto quanto meno allarmarvi. Invece non solo avete taciuto, ma pensando di affidarvi agli unici risolutori della situazione ne avete messo in pratica voi stessi i metodi.
Chi ha legittimamente rifiutato di farsi inoculare è stato marginalizzato. Il rifiuto è legittimo in quanto sul proprio corpo e sulla salute dei propri figli non possono assolutamente essere imposte cure sperimentali!
Il nostro Papa, probabilmente convinto di aver trovato la soluzione al problema, ha introdotto l’obbligo di green pass all’interno del Vaticano stesso!
Chi non l’ha accettato ha addirittura perso il lavoro!
All’interno della Chiesa a sacerdoti contrari al green pass è stato impedito di entrare nelle Curie Vescovili, dei catechisti non sono più stati accettati nel loro servizio, si è sentito di poveri senza green pass allontanati dalle sedi della Caritas!!!
Ci scusi, sarebbe questa l’interpretazione corretta da dare all’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”?
Senza star qui a ricordare che sulle questioni scientifiche (in questo caso di natura medica) non è compito della Chiesa, ma della metodologia scientifica dare delle risposte verificabili. Davvero la vicenda di Galileo non ci ha insegnato nulla?
Non siamo qui per creare divisione, ma l’unità autentica la si fa nella verità e non accettando (magari anche in buona fede) menzogne e totalitarismi. Giustamente le decisioni politiche richiedono un confronto che però deve essere di dialogo sano, mai di sottomissione!
Con l’umiltà di chi sa di essere imperfetto e peccatore e con la franchezza di chi desidera la Verità e il Bene le affidiamo queste considerazioni. E con lo stesso spirito chiediamo a voi pastori azioni più coerenti col Vangelo annunciato, portatore non di tristezza e schiavitù, ma di risurrezione e di pace vera.
Perdoni il nostro sfogo, Eccellenza, e non lo consideri un gesto di ribellione al ruolo che Gesù Cristo nella Chiesa le ha affidato. Non è assolutamente questo il nostro scopo. Lo consideri piuttosto, se riesce, un confronto filiale e al contempo fraterno indirizzato ad una maggiore conformità di tutti noi alla volontà salvifica di Dio sull’umanità che Egli ama.
Con devoto ossequio.
(seguono dodici firme)
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Diciamo che, solo chi già prima del 2020 era consapevole del processo di dissoluzione della società civile che non ha risparmiato nemmeno la Chiesa, non si è bevuto d’un fiato tutte le menzogne che il potere politico (coadiuvato da un apparato massmediatico mai come ora prono a quest’ultimo) ci ha propinato, ed ha esercitato un pensiero critico.
Per il resto, si sono viste cose indegne come gli insulsi attacchi ai parroci di Vanzaghello e Casorate Primo, per esemplificare.
Occorre capire in quale abisso siamo sprofondati: come ogni manifestazione a partire dal famigerato 15 ottobre è stata ignorata (ottenendo casomai come riscontro un inasprimento di misure peraltro già rivelatesi fallaci) anche queste dodici firme dubito riceveranno risposta, anche se sarei felice di sbagliarmi.
Però guai a far notare sommessamente queste cose: c’è sempre qualche benpensante pronto a rimarcare che le vere dittature sono altrove. Il “belpaese”, dove ancor oggi chi si candida per un impiego viene discriminato per non essersi fatto somministrare un farmaco di dubbia efficacia e sicurezza (e pertanto marchiato a vita con questa “infamia”), sarebbe un posto meraviglioso.