di Miguel Cuartero Samperi
È un mondo al contrario quello in cui viviamo. Un mondo in cui prima di dire che 2+2 fa 4 siamo invitati a valutare se, al di là della matematica (roba da medievali!) non sia meglio lasciare aperta la questione per non offendere nessuno. Né i due, né i quattro, né i cinque, né coloro che pensano, ragionano o vivono diversamente la “loro” matematica: magari con un pensiero più “aperto” e meno tradizionale, più moderno e avanguardista per cui 2+2 può fare quello che tu vuoi tu, basta volersi bene. Fa nulla se a offendersi sia la maestra di matematica della prima elementare. Gli adulti, i vecchi, i boomer si adeguino al nuovo corso fatto di libertà, di sfumature e di spensieratezza ecoostenibile e arcobaleno.
È un mondo al contrario e ne abbiamo la prova ogni giorno. Un mondo nel quale una scrittrice di fama e di successo (premiata, intervistata, incensata, incattedrata, lodata da ogni parte persino da coloro che lei accusava) viene definita “controcorrente” pur avendo essa prestato la propria voce al padrone, mentre chi pensa diversamente viene insultato, sbeffeggiato, censurato, querelato e sanzionato.
Un mondo al contrario che, mentre incentiva la diversità come valore assoluto, censura ogni “pensare altrimenti” (D. Fusaro) e zittisce ogni voce che non si conforma e non si adegua.
La scrittrice Guia Soncini ne parla con immancabile ironia nel suo saggio “L’era della suscettibilità” dove descrive un fenomeno grottesco e sempre più pervasivo per cui ogni frase, ogni parola, ogni ragionamento libero rischia di far scattare ondate di indignazione di massa (o meglio, di mass-media) con annessa iscrizione all’albo dei cattivi maestri.
“Al contrario” è quel mondo che anziché guardare a ciò che di buono ci hanno lasciato i nostri padri, a ciò che ha forgiato la nostra nazione, a ciò che ha dato lustro al nostro paese, a ciò che ha reso grande la nostra cultura e ha dato un anima alle nostre vite, in una parola alle radici che ci alimentano, disprezza il proprio passato, si pente, si vergogna, chiede scusa e invita ad accogliere il nuovo, il diverso, lo straniero come portatore di civiltà e cultura, di ricchezza e splendore che – a prescindere – sono migliori dei nostri.
Va bene tutto. Ma se uno non fosse d’accordo e osasse esprimere la propria opinione? Nella dittatura della diversità e della differenza governa l’omologazione e l’uniformità del pensiero. Proprio perché è un mondo al contrario. Dunque, chi non pensa correttamente, chi non parla correttamente, chi non agisce correttamente è da considerare delinquente (perché “delinque”), eretico da sanzionare, punire, rieducare.
Gli esempi, le testimonianze, gli aneddoti si sprecano e non è possibile contenerli in un libro. O forse un libro potrebbe aiutare a sistematizzarli e a organizzarli, a offrire una dignitosa e ragionata rappresentazione plastica. Ce ne sono all’estero (in Spagna, in Francia e nel Regno Unito non mancano i dissidenti che fanno uso contemporaneamente delle facoltà cognitive e della tastiera) ma in Italia il panorama è desolante. Chi avrebbe il coraggio di scriverne? E una volta scritto chi avrebbe il coraggio di pubblicarlo? Eppure – forse durante la notte di San Lorenzo – sembrerebbe che gli astri si siano allineati e un uomo coraggioso ha trovato modo di pubblicare qualche riflessione politicamente, sessualmente e religiosamente scorretta. Il coraggio dimostrato in guerra non poteva venir meno nel confronto intellettuale ed ecco dunque il testo.
Mentre per aggirare il muro di gomma dell’editoria italiana (estremamente politicizzata quando non più attenta al fatturato che ai contenuti e al pensiero), ci è voluta l’auto-publicazione su Amazon, unico editore che ricorda di avere degli autori pur non conoscendoli (provateci voi a chiedere le già misere remunerazioni previste a un editore “classico”).
Il libro ha il merito di evidenziare le contraddizioni della “moderna società progressista ed inclusiva”. E per questo, sempre perché viviamo nel regime della libertà (libero pensiero, libera espressione, libero comportamento…), ha provocato un rumoroso e fragoroso strappo di vesti tra i benpensanti al potere. Giornali, tv e i loro padroni (in crisi di astinenza da potere politico) hanno alzato un polverone mediatico contro l’eresia del pensiero di un generale troppo loquace, accusandolo di fascismo e di omofobia.
Il libro spiega perché viviamo in un mondo al contrario. E lo spiega due volte: prima con le considerazioni scritte, poi con gli eventi annessi. Solo in un mondo al contrario un’intera classe politica si leva contro un cittadino che esprime liberamente le proprie idee. E solo in un mondo al contrario il ministro della difesa si inchina ossequioso all’opposizione per sanzionare pubblicamente il cittadino preso di mira dai propri avversari politici.
In molti hanno ricordato la frase di George Orwell secondo il quale “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario“. Non che si voglia identificare “la verità” col pensiero del generale Vannacci (questo il suo cognome) ma nel libro ci sono molte verità che cozzano con le falsità del pensiero unico.
Sappiamo che in Italia (nel mondo) ci sono degli argomenti tabù sui quali non è possibile dissentire dal mainstream. Argomenti sui quali non è consentito dibattito, né sono permesse obiezioni. Nel parlare di cambiamento climatico, di migranti e di omosessualità, di ebrei o di fascismo non è consentito dissentire da ciò che giornali, libri e tv considerano verità consolidate e indiscutibili. E il peccato più grande commesso dal generale è quello di esprimersi proprio su questi temi provocando l’ira e il furore dei buoni. Lo ha fatto con rispetto e argomentando (onore al giornale che ha pubblicato degli stralci per far valutare ai lettori usando la propria testa). Ma lo ha fatto. Osando persino affermare ciò che è normale e ciò che non lo è. Dicendo che 2+2 fa 4, senza sentimentalismi di sorta.
In un mondo al contrario poco importa che fino a ieri si sia lodato il pensiero controcorrente, le provocazioni, il ragionamento non conforme, che ci aiutava a crescere, a ragionare e a non “essere scontati né supponenti”. Ieri l’eretico ci salvava la vita. Ora l’eretico la rischia. Perché nel mondo al contrario, se sei dalla parte sbagliata, si finisce facilmente etichettato e a testa in giù, anche senza un giudizio che emetta una sentenza che non sia quella mediatica e sommaria mossa dai censori del politicamente corretto.
Nel frattempo, il libro del generale è diventato il primo in classifica nelle vendite (pur non essendo presente nelle librerie, neanche in quelle che contano!). Perché in un mondo al contrario i padroni pensano di dominare il mondo, ma la gente comune pensa, tenacemente e caparbiamente, altrimenti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.
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Pensare “altrimenti “ è sempre stato, a mio avviso, salutare e giusto! Un cristiano sa, perfettamente, chi è il Principe di questo mondo e quante menzogne e subdoli inganni propina, affinché l’uomo abbocchi e resti imbrigliato in una sorta di schiavitu’ morale, mentale, che lo privi, totalmente, della propria dignità umana, in quanto essere pensante e creatura libera.Aver rinnegato le proprie radici cristiane e l’essersi, deliberatamente, allontanati dal Creatore, implica, necessariamente, un rigetto della Verità in tutti gli ambiti della vita umana, e soprattutto l’aver barattato la preziosa ed inestimabile libertà di Figli di Dio, con l’umiliante e distruttiva schiavitu’ del peccato, che ci omologa e ci sottomette alle sue regole, in un mondo rovesciato!
Chesterton aveva già capito tutto, e largamente in anticipo.
L’occidente è destinato al dissolvimento perché vittima di un profondo cancro cognitivo, culturale, spirituale.
Siamo tutti uguali, non dobbiamo offendere la sensibilità altrui, andrà tutto bene, non siamo mica nel medioevo, io sono mia (e un po’ di big pharma), l’Italia rinasce con un fiore…
Tutte considerazioni profonde, e di struggente attualità culturale.
Ciò che questo progressismo impazzito non comprende è che si sta facendo del male da solo, e prima o poi sarà costretto a farci i conti. Il problema è che non vedrà il precipizio sino a che non sarà oltre il punto di non ritorno.
Grazie Luigi parole sante!!!
Finalmente una voce fuori dal coro che dice quello che, sicuramente la maggioranza pensa, ma non prende posizione per dissentire da quello che ormai è diventato il pensiero unico di questa società.
I valori fondanti, l’etica, la famiglia tradizionale, in questi ultimi anni è stato messo tutto in discussione.
E tutto questo è accaduto perché la gente “normale” ha accettato, ha tollerato, pensando che un’apertura verso idee diverse era giusta.
Poi il diverso è andato oltre, sostenendo di essere lui nel giusto, con la benedizione di destra, sinistra e Chiesa.
In particolare manca il commento della Chiesa in questa ridda di opinioni contrastanti.
Ma anche la Chiesa si è uniformata al pensiero unico e non trova il coraggio di dire che la Bibbia, condanna i rapporti tra uomini, definendoli un abominio e atti ignominiosi.
Come sempre verremo invitati a pregare per la martoriata Ucraina, ma senza mai condannare l’aggressore Putin….
Partirei da una premessa, il libro è autoprodotto quindi non è passato sotto nessuna lente d’ingrandimento dell’editore che molto spesso sa cosa si può pubblicare e cosa no. Per me fondamentale. Detto ciò quello che trovo “pericoloso ” è il discorso sulla italianità di Paola Egonu. Pericoloso perché riporta ai tempi bui dei tedeschi belli,biondi,occhi azzurri, fisicamente ben messi. E tutti gli altri? Beh la storia ha risposto. Perché questo signore sente il bisogno di parlare, anzi scrivere, dei”diversi”( secondo lui) delle femministe, dei gay, e quant’altro non appartenga alla “normalita”? Ha forse paura? A me non fa nessuna paura, e non mi cambia la vita, se parlo con una femminista…al massimo resteremo ognuno/a della propria. Ha forse paura che un gay possa mettersi con suo figlio, se l’ha? Povero gay, semmai! Perché scrive a nome di tanti? Ha per caso fatto indagine demoscopica? E poi la normalità cos’è?? E qui si ritorna alla Germania…attenzione che il pensiero, quando si avvicina all’unicità diventa pericoloso da qualunque parte lo si ascolti. Concludo dicendo: il pensiero è fortunatamente sempre libero, oramai resta solo quello, le parole dette o scritte quando raggiungono la moltitudine e sopratutto dette o scritte da persona pubblica, un po meno!
Ci fu un tempo in cui c’erano i “virtuosi”, che si fregiavano della coccarda tricolore. Poi ci furono i tedeschi, gli ariani. Poi arrivarono i greenpassati. E gli altri, i cattivi, nel cui cibo il rider avrebbe dovuto sputare. Le dinamiche sono sempre le stesse, ma c’è sempre qualche diversamente intelligente che non coglie, non capisce, e propina la propria ideologia a senso unico, non capendo che sta scavando la fosse a sé stesso, mica al cattivissimo e perfido “omofobo”. Sì signori, la storia ha risposto, ma per comprenderlo occorre usare gli occhi che il buon Dio ci ha dato, più che i neuroni che funzionano e non funzionano.
Deve esistere per forza la diversità, madre natura insegna, c’è il predatore e il predato sennò viene a meno l’equilibrio. Infatti si chiama BIODIVERSITÀ , sarà mica un caso? Temo ci sia molta frustrazione in giro se c’è la necessità di scrivere ed esprimere tanta ovvietà, dato che ognuno di noi vorrebbe un’isola che non c’è. Il mondo non potrà mai essere come lo vogliono i quasi 8 miliardi di persone…per cui la diversità ha un suo perché. Ritengo che un po di pace interiore e un sano equilibrio faccia la differenza.
Caro Dott. Paciolla, so che è superfluo farglielo notare, ma certe tematiche risvegliano una vivacità inaspettata, e i commenti fioccano anche quando immaginiamo che la gente sia sotto l’ombrellone a rilassarsi senza wi-fi e notifiche assortite.
Ma non è così difficile intuire l’origine profonda di quegli attacchi, di quel livore. Che manifesta peraltro una profonda frustrazione: quella di chi dedica tempo della propria vita a leggere risorse online di cui non condivide una virgola, per il solo “gusto” di trollare, senza obiettivi, non andando da nessuna parte, alla fine concludendo poco perché “è stata sfortunata”.
Servendo comunque indefessamente i propri padroni, come l’incipit dei loro interventi spesso palesemente rivela. Amen.
Lei ha bisogno di chiedere aiuto al dott. Paciolla? Riempie anche lei le pagine, invece magari di leggere un buon libro…noto con enorme soddisfazione che non ha capito nulla, troppo preso da una gara inutile… che sta disquisendo con un anarchico alla De André, Massimo Fini, Bakunin, Huxley ecc…è per lei tempo perso. Ma certo saprà della Comune di Parigi dove certamente non era importante ne colore della pelle, ne la diversità sessuale ma solo l’intelligenza delle persone che per circa un mese si autodeterminarono e per il lavoro e per lo stare insieme, e funzionava. Poi però per paura i generali li sterminarono, sempre per stare in tema…non le dice nulla eh!? Vabbè peccato..ad maiora!
A proposito dell’omosessualità, la Chiesa si è espressa definendo “gli atti omosessuali non un crimine, ma un peccato. Si tratta di atti disordinati, contrari alla legge naturale e in nessun caso possono venire approvati”.
La Chiesa condanna inoltre la pedofilia e i matrimoni gay.
Quindi mi pare di capire che tutto questo non rientri nell’ordine “normale” delle cose…
In conclusione: chi è gay, deve vivere la propria omosessualità con decoro, senza la pretesa di sposarsi e di avere figli.
Chi non è gay, deve accettare senza condannare la diversità.