“E la misericordia non consiste nel ‘condonare’ permettendo di proseguire sulla strada sbagliata, ma nel mettere in luce l’errore convincendo a correggere la rotta («convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio», Gv 16,8). Questo deve fare la Chiesa! Perché da alcuni anni ha smesso di farlo? Sono tutti istupiditi, sono tutti caduti in braccio al demonio?

 

L'Anticristo - duomo di Orvieto
L’Anticristo – duomo di Orvieto

 

Domenica XXVI del Tempo Ordinario (Anno A)

(Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32)

 

di Alberto Strumia

 

– L’antifona d’ingresso che introduce la liturgia di questa domenica inizia così: «Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi, l’hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato, non abbiamo obbedito ai tuoi Comandamenti».

Questo è il “giudizio serio” – non superficiale come quelli che circolano normalmente attraverso tutti i media, sulla bocca di commentatori, politici e perfino ecclesiastici, paladini consapevoli o ingenui del “pensiero unico” dominante – su ciò che sta accadendo nel mondo in questi nostri ultimissimi anni.

Tutto ciò che di negativo ricade su di noi («quanto hai fatto ricadere su di noi») – dalle calamità naturali sempre più frequenti, alle guerre, ai disordini sociali che rendono ingovernabili gli Stati, alla dissoluzione di ogni forma di vita sociale, familiare e personale, ai delitti più spaventosi e insensati– hanno la loro ragione e spiegazione più profonda nelle parole immediatamente successive dell’antifona: «poiché noi abbiamo peccato, non abbiamo obbedito ai tuoi Comandamenti». Avendo costruito un mondo sulla negazione dei Comandamenti, che sono le Leggi di natura il rispetto delle quali permette una vita umana che “funzioni”, ovviamente tutto smette di funzionare come dovrebbe. La sfida dell’uomo a queste Leggi, come del resto la sfida a tutte le leggi di natura (quelle della fisica, della biologia, ecc.), non lascia scampo all’uomo. Perché quasi nessuno ha più un livello di “coscienza” che lo rende moralmente consapevole delle proprie responsabilità; così tutto viene trascurato, lasciato andare in rovina; la gente più potere ha e meno si preoccupa del bene comune, ma solo di arricchirsi e dominare gli altri. Ma questo opportunismo finisce, presto o tardi, per ritorcersi contro fino a rovinare chi ora lo sta perseguendo.

Fino a non molto tempo fa questa semplice considerazione era considerata ovvia e comprensibile da tutti in nome del buon senso. Da un po’ di tempo non lo è più e tutto va progressivamente a rotoli. Un satanico “delirio di onnipotenza” che oppone l’uomo a Dio, che altro non è che il “peccato originale” ostinatamente riaffermato nelle culture ideologiche dei nostri anni, ha preso possesso delle menti umane, a livello di massa, così che sono rimasti in pochi quelli che ancora sono in grado di ragionare lucidamente.

I più giovani vengono storditi da ritmi pseudo-musicali ossessivi dai quali non riescono a staccarsi neppure per pochi minuti; e gli altri vivono secondo una modalità di rapporti prevalentemente aggressiva e rivendicativa, per cui non si fidano neppure di chi vive accanto a loro. È vita questa?

Ogni forma di rispetto per le persone e le cose non proprie, come gli spazi pubblici e gli edifici monumentali, è ormai del tutto scomparsa da qualche generazione, perché nessuno l’ha insegnata più; tanto che non c’è neppure da meravigliarsi che ci si sia ridotti così.

Nessuno, se non pochissimi, sono in grado di individuare la vera causa il cui effetto inevitabile è la situazione di degrado delle nostre società “emancipate”. L’ha descritta con poche parole l’antifona della liturgia di oggi. Sono cose che anche per i meno istruiti di un tempo erano di immediata comprensione.

Mentre oggi neppure molti credenti e uomini di Chiesa che leggono e sentono leggere questa antifona, oggi ne comprendono la portata culturale, antropologica, prima ancora che teologica.

Di costoro Gesù, nel Vangelo ha detto che «sono ciechi e guide di ciechi» (Mt 15,14). E oggi sono questi ciechi che guidano la Chiesa! È l’apostasia dei nostri giorni, predetta dal Nuovo Testamento.

Nessuno o quasi sfida la gente a risalire alla radice della relazione che va dall’effetto alla causa “seria” dei problemi dell’umanità di oggi. Non bastano le ideologie per spiegare la realtà, bisogna risalire fino a rimettere ordine nel rapporto tra l’uomo e Dio Creatore. Fermarsi ad un ambientalismo più o meno artefatto, alla psicologia della manipolazione del consenso individuale o politico che sia, è un’operazione di potere che può solo peggiorare le cose, alla fine anche per i padroni del mondo che la mettono in atto, i quali cadranno vittime del loro stesso patto satanico.

Necessaria è allora l’invocazione che l’antifona mette in bocca alla Chiesa nelle sue parole immediatamente successive: «Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da’ gloria al Tuo Nome, Signore, fa’ con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia».

E la misericordia non consiste nel “condonare” permettendo di proseguire sulla strada sbagliata, ma nel mettere in luce l’errore convincendo a correggere la rotta («convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio», Gv 16,8).

Questo deve fare la Chiesa! Perché da alcuni anni ha smesso di farlo? Sono tutti istupiditi, sono tutti caduti in braccio al demonio? Che medico è quello che non ti cura la malattia ma, mentendo, ti dice che non sei ammalato?

– La prima lettura parla chiaro, dove dice: «Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso». Prima di tutto si dice senza mezzi termini che il nostro mondo, fondato sul rifiuto della giustizia nel rapporto con Dio Creatore, è destinato a morire, autodistruggendosi. E subito dopo si dice che il rimedio sta nel cambiare direzione alla cultura personale e pubblica (questo significa la parola conversione): «E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere sé stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà». E altrove si aggiunge severamente anche: «Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te», Ez 3,18).

– Gesù nel Vangelo condanna gli ipocriti che si dicono cristiani e pastori dei credenti, ma poi dicono e fanno tutt’altro («“Va’ a lavorare nella vigna […] Ed egli rispose: “Sì, Signore”. Ma non vi andò»). E oggi dobbiamo aggiungere, che non solo fanno tutt’altro, ma si preoccupano di cacciare da essa il legittimo Signore e i suoi migliori collaboratori! Ma questo viene detto in un passo successivo del Vangelo che sarà letto domenica prossima.

Nel Vangelo di oggi Gesù spiega che la Sua Salvezza, la Sua misericordia c’è verso sì peccatori: «I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio», non se rimangono peccatori e indifferenti a Lui, ma se si convertono e cambiano vita seguendo prima di tutto la sana ragione (rappresentata da Giovanni Battista) che li prepara alla fede che li guida a seguire Cristo. Per poi andare a lavorare nella Sua vigna: «Giovanni, infatti, venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto».

Dunque, il compito della Chiesa è quello di aiutare a convertirsi per decidere di andare a lavorare nella vigna del Signore e non quello di legittimare qualunque ideologia e religione nei suoi errori, come fosse equivalente all’insegnamento di Cristo. Un simile comportamento di chi guida la Chiesa è indizio di ignoranza dottrinale e di mancanza di fede: «Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

– Aiutare ad arrivare alla fede in Cristo è il vero bene degli altri che siamo invitati a volere, da san Paolo nella seconda lettura. Diversamente si cade inevitabilmente nella ricerca del potere e nella strumentalizzazione del prossimo: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria […] Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù».

Maria, la madre di Dio, interceda perché i fedeli e i pastori di oggi siano liberati presto dalle deviazioni dottrinali e morali che troppo spesso li attanagliano, anche in vista dell’imminente cosiddetto “sinodo”.

 

Bologna, 1 ottobre 2023

 

 

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