Natività di Gesù - Giotto 1303-1305- Cappella degli Scrovegni a Padova

Natività di Gesù – Giotto 1303-1305- Cappella degli Scrovegni a Padova

 

di Elisa Brighenti 

 

Vorrei proporre un brano tratto dal testo da “La figura di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento”, di Romano Guardini, in cui si affronta un fatto linguistico, sviluppatosi attraverso il tempo, secondo un progetto insondabile, destinato ad acquisire un’altissima rilevanza teologica ed esistenziale: ossia come il logos presso la Grecia classica abbia anticipato annunciandolo il realismo del logos cristiano, per mezzo dell’incarnazione di Dio nella concretezza della storia dell’uomo, cosi come è riferito da Giovanni evangelista. Logos è, nel pensiero greco, sinonimo di prototipo chiaro e perfetto delle cose, sede permanente ed eterna di ogni fatto dell’esistenza….

“(..) tutto questo è stato chiamato Logos…Per logos s’intendono in uno stesso tempo, l’insieme delle idee, l’unità dei prototipi di tutte le possibili cose, pertanto verità, ordine, saggezza, valore, ragione nella sua assoluta pienezza. Ma nello stesso tempo, poiché il logos vuol dire “verbo”, tale concetto si riferisce anche al parlare, il suo significato è un senso aperto, espresso; esso può dunque trasferirsi nella pubblicità e apertura del parlare, dell’udire, della comunità intersoggettiva degli spiriti che vi è radicata, anzi è esso appunto ciò che rende possibile ogni parlare e ogni intendere negli esseri creati. Conseguentemente esso è alla base del mondo spirituale , della possibilità e della disciplina della vita dello spirito, dei reciproci rapporti fra coloro che la vivono. A questo concetto ricorre Giovanni per esprimere quell’ esperienza da lui fatta nella dimestichezza con Gesù. Uno dei popoli più intelligenti e religiosi si è adoperato , inconsciamente servendo Dio, affinchè, quando i tempi fossero stati maturi, si potesse disporre di un concetto atto a formulare una interpretazione finita della vita di Gesù. Ciò che in Greci avevano intuito, Giovanni dice, è qui tramutato in realtà. Il vero Logos è Lui, Cristo.  In Dio si manifestano , come noi diciamo in una sbiadita espressione, diverse persone. La prima è quella del Padre, di Colui che possiede ogni vita da sé. Nella sua vita, egli contempla la pienezza dl suo essere divino e la esprime come Verità e Verbo; il Padre è Dio Persona che esprime e genera, il Figlio è Dio, Persona che è espressa e generata. Ed il Figlio è l’idea infinita del Padre, la pienezza dell’essenza, del valore e dell’ordine della vita di Dio, ma come Logos, come figura manifesta, che ci viene incontro, che possiamo percepire. Il Verbo è il secondo “qualcuno”, la seconda persona in Dio, fattasi uomo in Cristo. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…Tutte le cose furono fatte per mezzo di lui, e nulla fu fatto senza di lui di quanto è stato fatto….E il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi”

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