Due anni dopo lo scandalo degli abusi di McCarrick, le domande rimangono ancora senza risposta. Eppure il Vaticano, mesi e mesi fa, aveva assicurato che il rapporto completo sul caso dell’ex card. McCarrick era di imminente pubblicazione. La fiducia che tale pubblicazione avvenga si affievolisce sempre più.
Ne parla J.D. Flynn in questo suo articolo pubblicato sul Catholic News Agency che vi presento nella mia traduzione.
Il 20 giugno 2018, i cattolici americani si sono svegliati scoprendo che il cardinale Theodore McCarrick, in pensione, era stato accusato di aver abusato sessualmente di un adolescente.
Il cardinale disse di essere innocente. L’arcidiocesi di New York disse che si trattava di un’accusa singola. Le diocesi del New Jersey dissero di aver ricevuto isolate accuse di cattiva condotta con gli adulti.
Poi la diga si è rotta. È emerso che McCarrick aveva un modello di abuso e coercizione sessuale, con minori e con giovani sacerdoti e seminaristi. I cattolici americani hanno saputo della casa al mare del cardinale, delle sue mani vaganti, della sua preferenza per i seminaristi magri e non fumatori. Le sue lettere coercitive e manipolatorie sono diventate disponibili alla lettura [del pubblico], la testimonianza delle sue vittime è stata schiacciante.
Ma la storia non si è fermata a McCarrick. È emerso che erano già state fatte delle accuse sul cardinale. Che gli avvertimenti di un professore del seminario erano rimasti inascoltati. Che la Santa Sede aveva una conoscenza storica dei misfatti di McCarrick, e, qualunque cosa avesse fatto, non aveva informato i cattolici, o rimosso il cardinale dalla vita pubblica, per anni.
Alla fine, naturalmente, è stato rimosso. E il fatto che le accuse contro McCarrick fossero venute alla luce ha dimostrato che alcuni dirigenti della Chiesa, almeno, stavano lavorando per la trasparenza e per la giustizia.
Ma dopo le accuse di McCarrick, altre accuse di abuso di potere, di negligenza in carica o di propensione all’insabbiamento sono state messe sotto i riflettori: Mons. Bransfield, Mons. Salazar, Mons. Malone, Mons. Zanchetta, Mons. Nienstedt, Mons. Hoeppner, Mons. Hart, Mons. Binzer, Mons. Wuerl, Mons. Mahony.
I vescovi hanno offerto indagini, nuove norme, nuove linee telefoniche e nuovi impegni. I vescovi statunitensi si sono confrontati con Papa Francesco quando è sembrato che la Santa Sede avrebbe ostacolato i loro tentativi. Alla fine alcune delle loro proposte sono divenute norme non solo per gli Stati Uniti, ma per la Chiesa in tutto il mondo.
I vescovi hanno condotto sessioni di ascolto, hanno sopportato il peso della rabbia, hanno visto diminuire le entrate diocesane e si sono trovati sotto indagine statale e federale.
Il personale diocesano e parrocchiale hanno attuato norme, preparato i registri per gli investigatori e cercato di mantenere la calma in mezzo a mesi di notizie demoralizzanti.
I sacerdoti si sono chiesti cosa dire alla loro gente, mentre si chiedevano se potevano fidarsi dei loro vescovi, e si chiedevano cosa tutto questo potesse significare per il futuro della Chiesa.
Ma quello che molti cattolici hanno detto di volere, non l’hanno ancora ottenuto: Responsabilità. Chi sapeva cosa e quando? Chi ha partecipato a comportamenti coercitivi, abusivi o immorali? Chi l’ha permesso o facilitato? Chi l’ha ignorato? Quali saranno le conseguenze?
Le indagini diocesane a New York e nel New Jersey non sono state pubblicate. I documenti si trovano negli archivi dell’arcidiocesi di Washington, ma non sono stati pubblicati. Un rapporto a lungo promesso dalla Santa Sede non è stato pubblicato. La maggior parte dei vescovi ha semplicemente smesso di chiedere il rapporto McCarrick, almeno ad alta voce; qualsiasi zelo abbiano mostrato nei primi mesi è stato a quanto pare smorzato.
Per molti cattolici, il silenzio è diventato un vero e proprio scandalo. I ritardi sembrano, a molti osservatori, incomprensibili, indipendentemente dal fatto che il motivo sia per evitare il contenzioso, per evitare l’imbarazzo, per evitare la responsabilità.
E una lunga attesa si è trasformata, per molti laici cattolici e chierici, in una sorta di cinica rassegnazione che in realtà potrebbe arrivare ben poco, e che anche questo non arriverà presto.
Ma la perdita di fiducia nei confronti di McCarrick fa davvero parte di una tendenza più ampia.
Il contesto degli ultimi due anni della vita della Chiesa è una crescente perdita di fiducia tra gli americani in tutte le istituzioni pubbliche del Paese, compresa la Chiesa.
La fiducia nel governo, nei media, nell’accademia e nelle istituzioni religiose è in declino da anni. Gli ultimi tre mesi di vita americana dimostrano quanto sia diminuita la fiducia: agli occhi di molti americani, la credibilità del governo federale, degli esperti di sanità pubblica, della polizia e dei media sta raggiungendo i minimi storici.
Le istituzioni sono diventate piattaforme per il progresso personale e la costruzione del marchio, invece di fucine da cui si forma il carattere.
In mezzo a questo cambiamento sociale, la lealtà e le connessioni istituzionali sono diventate passé (fuori moda, ndr). Nell’era dei social media, anche con l’aspettativa di una sempre più rigida ortodossia politica, ogni persona è diventata un marchio.
La pratica di una religione non offre più agli americani un vantaggio economico, civile o sociale unico. Non c’è più molto senso per un cattolicesimo tiepido.
La Chiesa chiede ai cattolici una sorta di fiducia che è, nell’America contemporanea, controculturale. E sulla scia degli ultimi due anni, questo tipo di fiducia sembra anche controintuitiva.
Essere un cattolico fedele significa dire: “Mi affido agli insegnamenti, alla formazione, alle guide e al modo di vivere offerti dalla Chiesa, tanto da donare la mia vita ad essa”.
Essere un cattolico fedele significa dire: “Abbandono la mia volontà alla volontà di Cristo e della sua Chiesa”.
La Chiesa continuerà a chiedere questa fiducia.
Ma lo scandalo McCarrick ha reso più difficile chiederla, e più difficile dire di sì. Il terreno era già roccioso, lo scandalo McCarrick ha reso le rocce più frastagliate.
Rispondere a domande semplici probabilmente aiuterebbe, la responsabilità probabilmente aiuterebbe ancora di più. Ma queste cose potrebbero non essere imminenti, e pochi cattolici sono in grado di cambiare le cose. Coloro che potrebbero essere in grado di ottenere risposte, o chiedono dietro le quinte, o semplicemente non chiedono più.
Tuttavia, è troppo presto, due anni dopo lo scandalo McCarrick, per vedere quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine.
C’è, però, una serie di domande a cui ogni cattolico, chierico e laico, può e deve rispondere: In mezzo allo scandalo, e alla delusione, e alla frustrazione, e alla rabbia, e quando sarà impopolare e forse anche costoso, continueremo a rivolgerci al Signore? I cattolici credono che la Chiesa possa formarli in santi, e sono disposti a essere formati? Cristo e la Sua Chiesa rimarranno la fonte della nostra speranza?
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