di Aurelio Porfiri
Dal discorso su Dio allo splendore del Vero
Teologia, Arte ed Estetica
Abbiamo visto come sia importante riflettere sulla Teologia sull’Arte e sull’Estetica. Cercheremo di farlo qui di seguito. La parola “Teologia”, come tutti sappiamo è composta da due parole greche “Theos” (Dio) e “Logos” (discorso da “Legein”, dire). Quindi il significato è, detto semplicemente, “discorso su Dio”. “Arte”, viene da una radice ariana (ar-) e significa “andare, muovere, muovere verso qualcosa”. Da questo deriva “aggiustare, mettere insieme, comporre”. La parola “Estetica” viene dal greco “Aistetikos”, “capace di sentire” che a sua volta deriva da “aisthanomai” e significa “sensazione, sentire attraverso i sensi”. Questo per una prima introduzione a questi termini. Dirò qualcosa di più a seguire.
Teologia
Per quanto riguarda la Teologia, vorrei citare un passaggio da un vecchio Manuale Teologico in lingua inglese che credo offra una definizione su cui tutti si può essere d’accordo: “La parola “Teologia” significa la scienza di Dio. Questa definizione, questa scienza ha Dio non soltanto come suo soggetto, ma anche come sua origine e come suo oggetto. Quindi il carattere Divino della Teologia non può essere descritto meglio che citando la vecchia formula: Theologia Deum docet, a Deo docetur, et a Deum ducit (la Teologia insegna riguardo Dio, è insegnata da Dio e conduce a Dio)” (Joseph Wilhelm, Thomas B. Scannel: A Manual of Catholic Theology, 1909). Insomma, non qualcosa che noi creiamo, ma qualcosa che noi scopriamo, e infatti ha come oggetto la “Rivelazione”, una presenza che ci si offre. Questo è anche oggetto di riflessione riguardo la Liturgia (su cui diremo molto in seguito) che non è e non deve essere il luogo della creatività selvaggia, ma la dimensione ecclesiale in cui ci mettiamo alla presenza della Presenza. In effetti mi sembra molto indovinata la definizione di “Presenza reale”, riguardo l’Eucaristia. Questo, anche seguendo le suggestioni che mi vengono da Divo Barsotti, non significa solamente che Gesù è realmente presente nell’Eucaristia, ma significa anche che questa presenza è l’unica veramente “Reale”, noi non siamo che apparenze. “La vita è Gesù” diceva Barsotti in La fuga immobile (pag. 160).
Arte
Cosa dire dell’Arte? Ecco un termine che ci pone molti problemi. Studiosi si accapigliano per dare una definizione condivisa su cosa sia l’arte ma per il momento con non molto successo. Una definizione che mi sembra interessante e che vorrei proporre è la seguente: “è la storia dello sviluppo umano rivelato dalla sua arte” (Walter Pasch in Elie Faure: History of Art, 1901). Ciò che trovo interessante in questa definizione è il collegamento dell’Arte con il progresso dell’uomo, il rapporto dell’Arte non con il divertimento e l’evasione ma con lo stesso essere dell’umanità. Ma certamente non è una definizione pienamente soddisfacente, tutt’altro. Volgiamoci allora al grande scrittore russo Lev Tolstoi. In un suo libro ci offre questa riflessione che ci parla anche della considerazione del valore della bellezza: “Ma l’uomo della strada non sa, o non vuole sapere, tutto questo, ed è fermamente convinto che tutte le questioni che riguardano l’arte possono essere semplicemente e chiaramente risolte riconoscendo la bellezza come il soggetto/oggetto dell’arte. Per lui sembra chiaro e comprensibile che l’arte consiste nel manifestare la bellezza, e che il riferimento alla bellezza servirà a risolvere tutte le questioni riguardo l’arte. Ma cosa è questa bellezza che forma il soggetto/oggetto dell’arte. Come è definita. Che cos’e’?” (Lev Tolstoi: What is art?, 1904). Credo che la questione posta dallo scrittore sia veramente centrale e importante. Così spesso parliamo di Arte e bellezza, ma sappiamo cosa sono? Cosa significano per noi come cristiani? Perché la Chiesa si è preoccupata durante i secoli di arricchire le sue liturgie di bellezza? Cosa c’è dietro? Cosa c’è dentro? Qui tocchiamo veramente un punto importante di questa riflessione. Proseguiamo con Tolstoi: “Come è strana questa concezione di “bellezza”, che sembra così semplice a coloro che parlano senza pensare, ma che sembra sfuggire ad una definizione condivisa da parte di filosofi di varie tendenze e nazionalità da un secolo e mezzo a questa parte? Qual’e’ la concezione di bellezza su cui la dottrina dell’arte è basata?” (Lev Tolstoi: What is art?, 1904). Lo scrittore pone in modo lucido e spietato la questione. Cercherò, nel corso di questi articoli di offrire varie prospettive per un tentativo di risposta. Una cosa è sicura. Dimostrerò il ruolo della Bellezza (con la maiuscola quando riferita al concetto essenziale e originante) come costitutivo della Teologia, come suo presupposto. Ma il viaggio è lungo.
Estetica
Mi rimane da dire ancor qualcosa sull’Estetica. Essendo la scienza (si può dire?) della sensazione, in effetti si dovrebbe occupare praticamente di tutto. Qui accetterò la comune accezione di scienza che si occupa del dominio artistico, ma si vedrà che nel corso dei secoli gli orizzonti si dilateranno enormemente. Queste tre dimensioni, Teologia, Arte ed Estetica sono indissociabili. Il termine “Estetica” viene introdotto da un filosofo tedesco, Alexander Baumgarten, che proprio con questo nome “Aesthetica”, pubblicherà un volume che intendeva fornire una teoria dell’arte (1750). Kant si occuperà di lui e non sarà un bene (almeno per lui, ma lo vedremo in seguito).
Quattro domande
Quindi le questioni di cui ci dobbiamo preoccupare possono essere riassunte dalle seguenti quattro domande: la Teologia può essere aiutata dall’Arte? L’Arte è Teologia? Cosa ci dice l’Estetica nell’ambito di questo rapporto? Esiste una Teologia della bellezza? Non sono domande a cui si può rispondere brevemente e per la loro serietà vanno circostanziate ed inquadrate storicamente. Quello che sto per intraprendere è un lungo viaggio nei territori della Storia, della Filosofia, dell’Arte, della Liturgia. Il viaggio non potrà offrire un panorama completo della questione, solo alcuni robusti accenni. Ma spero che essi siano così robusti da offrire valido supporto alle mie tesi.
(Qui i precedenti articoli: n.1)
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