Foto: Enzo Fortunato (a sinistra), avv. Gianfranco Amato (centro), avv. Fabio Candalice (a destra) - incontro pubblico al Palace Hotel su “Omofobia e libertà di opinione”, Bari 09.10.2018

Foto: Enzo Fortunato (a sinistra), avv. Gianfranco Amato (centro), avv. Fabio Candalice (a destra) – incontro pubblico al Palace Hotel su “Omofobia e libertà di opinione”, Bari 09.10.2018

 

 

di Sabino Paciolla

 

Ieri sera, presso l’Hotel Palace di Bari, si è tenuto un incontro pubblico organizzato da varie sigle associative sul tema: “Omofobia e libertà di opinione”. L’incontro, incentrato sul Ddl Omofobia della giunta pugliese del governatore Emiliano, ha visto come relatori l’avv. Fabio Candalice, presidente dell’associazione “Granello di senapa”, e l’avv. Gianfranco Amato, presidente dell’associazione “Giuristi per la vita”. Ha moderato Enzo Fortunato di Europa Benedettina.

La serata ha concluso una giornata di incontri con personalità della società e della politica, e di protesta contro il Ddl Omofofia che la giunta regionale del governatore Michele Emiliano vuol far approvare in Puglia.

L’avv. Candalice ha illustrato in maniera molto chiara, articolo per articolo, la struttura del Ddl. Ha anche informato i presenti che la Commissione bilancio della Puglia ha appena dato il via libera al Ddl 253 Omofobia. La maggioranza al governo della Puglia vuole intervenire in questa materia perché, nonostante la normativa europea e interventi legislativi eterogenei già approvati, ravvisa una “situazione sociale particolarmente preoccupante”, fatta di episodi di violenza fisica, di espressioni di intolleranza e di omofobia nei confronti delle persone che si riconoscono nell’acronimo LGBT. Le associazioni pugliesi che si oppongono al Ddl Omofobia, però, hanno chiesto alle istituzioni regionali i dati che dimostrerebbero questi presunti episodi di intolleranza che, così dilaganti, hanno spinto la maggioranza a proporre questo provvedimento. Questi dati, al momento, sono sconosciuti.

La verità, secondo l’avv. Candalice, è che una minoranza vuole imporre alla maggioranza dei cittadini pugliesi una posizione culturale ed un pensiero largamente estranei alle sue radici culturali, una posizione che porta in sé germi liberticidi.

Se questo Ddl venisse approvato, avverte l’avv. Candalice, l’incontro di ieri sera non sarebbe più possibile realizzarlo poiché si verrebbe accusati di omofobia, con tutte le possibili conseguenze legali.

Se questo Ddl diventasse legge, le associazione LGBT entrerebbero nelle scuole di ogni ordine e grado per proporre il loro pensiero ai ragazzi. Gli insegnanti sarebbero obbligati a seguire corsi di formazione in materia. I genitori vedrebbero i loro figli indottrinati con un pensiero da molti di loro non condiviso.

Come ha mostrato l’avv. Candalice, la dott.ssa Lucrezia Stellacci, ex dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale e già Capo Dipartimento per l’istruzione del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), ha detto che con questa legge verrebbero avviate attività di formazione per i docenti delle scuole che sono di competenza dello Stato e non della Regione. Vi sarebbe cioè una invasione di campo da parte della Regione ed uno conseguente spreco di risorse. La Stellacci inoltre afferma: “...si interviene solo per una circoscritta categoria di discriminazioni, di fatto attuando una discriminazione rispetto a tutte le altre violenze e/o omissioni, normalmente dimenticate”.

L’avv. Candalice ha infine fatto presente che questa legge attribuirà notevoli poteri di monitoraggio al Co.Re.Com. Puglia, cioè al Comitato Regionale per le Comunicazioni. Esso controllerà i mezzi della comunicazione (TV, stampa, internet, ecc.) alla ricerca di comportamenti omofobici. Un vero e proprio filtro alla libertà di espressione.

L’avv. Amato, dal canto suo, ha fatto una appassionata ed approfondita esposizione degli aspetti della omofobia, a cominciare dal mettere in evidenza la sua indeterminatezza concettuale, generatrice di preoccupanti conseguenze a livello di libertà di espressione del pensiero. Un diritto costituzionalmente garantito.

Affermare, ad esempio, il concetto di unicità della famiglia naturale, potrebbe esporre alle accuse di intolleranza e di reato di omofobia. Si potrebbe essere denunciati semplicemente perché qualcuno “percepisce” in alcune parole un’espressione omofobica, anche se le testuali parole, oggettivamente, non l’avessero espressa. Un giudice potrebbe condannare sulla base di una presentita omofobia.

Come si vede, con questo quadro, il concetto di “certezza del diritto” che, come noto, è già di per se stesso piuttosto retorico, a causa della suscettibile interpretazione della norma scritta, nel caso del presunto reato di omofobia diventerebbe del tutto aleatorio.

Dunque, una volta approvata la legge, esprimere un concetto non consono al mainstream potrebbe essere rischioso, e costare anche molto caro. Un esempio di quanto potrebbe avvenire ce lo ha illustrato l’avv. Candalice quando in una slide ha riportato il commento del dott. Antonio Di Gioia, presidente dell’ordine degli psicologi di Puglia, quando ha affermato: “parliamo sempre di odio verso l’omosessualità e la transessualità, ma la verità è che l’omofobia è paura e va trattata”.

Non vorremmo aver capito male, ma sembrerebbe che esprimere alcuni concetti potrebbe portare, secondo alcuni, anche ad un “trattamento” (obbligatorio?) psicologico.

Quanto sia difficile esprimere dei dubbi sul Ddl omofobia lo ha sperimentato Patrizia Del Giudice, Presidente della Commissione Regionale pari opportunità (intervenuta ieri sera all’incontro). Infatti, in una comunicazione dei giorni scorsi sulla questione Ddl ha ravvisato sia una carenza di dati a sostegno della “situazione sociale preoccupante”, sia un allarmismo ingiustificato. La Del Giudice ha detto che “non sembra giusto far passare i pugliesi per omofobi”.

Non lo avesse mai detto. E’ stata attaccata un po’ da tutti, ma in particolare dalla Consigliera Politica del Presidente Emiliano e, soprattutto, da Lorena Saracino, presidente del Co.Re.Com. Puglia (l’ente pugliese delle comunicazioni). In una delle slide mostrate dall’avv. Candalice viene riportato uno screenshot ripreso dal profilo (pubblico) Facebook della De Simone. In esso la Saracino, riferendosi ai dubbi della Del Giudice, ha scritto: “Mi spiace solo di non avere più poteri per intervenire nel ruolo che rivesto sul tema della comunicazione e spero che la nuova proposta di legge regionale ce li assegni”.  

Sono infine intervenuti sia il consigliere comunale (e della città metropolitana) di Bari, Beppe Carrieri, che presenterà una mozione contro il Ddl, sia il consigliere regionale Domenico Damascelli, di Forza Italia. Quest’ultimo ha detto che se fosse stato un omosessuale si sarebbe sentito offeso per la strumentalizzazione fatta da Emiliano della questione omofobia. Infatti, a molti pare che Emiliano stia usando, e quindi strumentalizzando, questa legge solo per riattaccare i cocci di una sinistra oramai in frantumi, sia per usarla come cavallo di battaglia per le prossime elezioni.

In conclusione, tenuto conto che la Puglia è una regione che ha espresso un governatore come Nichi Vendola, il quale ha sposato all’estero un signore dello stesso sesso, con il quale ha fatto ricorso all’utero in affitto; una regione che ha espresso un parlamentare come Ivan Scalfarotto, omosessuale dichiarato, che ha proposto una legge nazionale – ferma al Senato – sull’omofobia; una regione che ha espresso Vladimir Luxuria….si può seriamente pensare che la Puglia sia una regione omofoba? Si può seriamente pensare che la Puglia sia una regione che manifesta una “situazione sociale particolarmente preoccupante” tanto da richiedere una apposita legge anti omofobia?

La risposta è ovviamente e decisamente negativa.

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