
di Giuliano Di Renzo
Ma a nessuno viene in mente che i problemi, dopo l’immediata emergenza, si pongono sul tavolo in una generale conferenza, se ne studia l’origine, la complessità e la gravità e si valutano soluzioni che siano possibilmente una volta per sempre.
Con la falsa immigrazione e salvezza di vite in mare ogni giorno per sette anni – sinora! – si è fatto demagogico buonismo scaricando il peso sulla popolazione italiana ignara.
L’invito all’accoglienza, ripetuto insistentemente ogni giorno, non ha risolto e non risolve il problema, ma ha scombinato la società.
Il cristiano ha il dovere di fare carità secondo giustizia e buon senso.
Forse Don Roberto è vittima anche di questo stancante insistito buonismo a oltranza, privo di quel sano criterio che è di una pianificata prospettiva di soluzione e uscita dal tunnel dell’emigrazione di massa.
Don Roberto è stato ucciso mentre compiva la sua missione, che era quella di prestare aiuto nell’immediato, come di pronto soccorso.
Ma continuando a non porre il problema nella sua interezza e complessità per vederci chiaro affinché la piaga dei diffusi disagi e abusi abbiano fine una volta per tutte, ci si continua a illudere facendo sempre più gravi danni a noi stessi, senza dar sollievo ai “migranti”. Illudendo se stessi e facilitando la tratta a coloro che non hanno vocazione alla carità ma hanno l’unica voglia di volgere a proprio vantaggio le difficoltà altrui, ci si fa inconsapevolmente e moralmente loro complici.
Ma l’innocente inconsapevolezza non rende giusti perché l’imprudenza e la mancanza di equa ponderazione in situazioni complesse e serie è colpa molto grave.
Con buona pace dei diritti umani e della carità cristiana.
Ripetute buone esortazioni sono controproducenti, stante anche la grave situazione sociale che si ha in Italia.
Problema poi è l’incidenza di così tanta gente presente nelle città sull’identità di un popolo, di una nazione. La quale cessa di esistere e diventa fiera di un’agglomerato di persone eterogenee senza identità e senso di responsabilità.
Cerchiamo di essere persone consapevoli e serie. I buoni propositi siano illuminati dalla luce sapiente della fede e seguiti dal sano criterio della ragione, altrimenti si cade nelle utopie.
Ma il Vangelo non è la proposta di un’utopia. E se lo è, come certamente è, è utopia di tutt’altro genere.
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