di Leonardo Guerra
Negli ultimi decenni l’esistenza umana nella nostra società è stata, progressivamente, svuotata dei valori e dei princìpi cristiani, delle radici socioculturali e, anche e soprattutto, dello scopo della vita su questa terra.
Il vuoto esistenziale che si è creato nei cuori delle persone è stato prontamente riempito con i valori del materialismo nichilista, del fideismo globalista e del consumismo.
I nostri schemi di comportamento e sistemi valoriali, spesso inconsci, sono sempre stati trasmessi attraverso l’esempio dei genitori, della società, degli insegnanti nella scuola, nel sistema sociale e anche tramite la paura. Tuttavia, qualche novità di rilievo negli ultimi decenni è avvenuta e l’effetto sulle giovani generazioni è stato particolarmente drammatico. Il conformismo e il pensiero unico dilagano. L’“imprinting” programmato tramite la tv e i vari canali Tv (Netflix, ecc.), il cd “settore dell’intrattenimento” (letteralmente vale a dire: “tenere legata” l’attenzione delle persone) e i loro “programmi” (il termine non è casuale e sta per: “programmazione delle menti”), ha prodotto il suo effetto.
Anche la scuola e l’istruzione hanno contribuito all’indottrinamento dei giovani per imporre un pensiero unico, false ideologie (ecologismo, green economy, LGTBQI+) e la cultura della cancellazione (“voke culture“), invece di promuovere lo sviluppo del pensiero critico e del progresso umano nel futuro della nazione.
La pervasiva diffusione dei cellulari e dei social network (SN) ha fatto, invece, ripiombare la società in un insieme d’individui isolati, come nel medioevo. Preoccupati prevalentemente dalle proprie esigenze fisiche e della sopravvivenza. Lo stato di emergenza costante, voluto dai politici, in particolare quello degli ultimi tre anni di Covid-19, ha consolidato il processo mantenendo le menti focalizzate soprattutto su alcuni atteggiamenti, condizioni sociali, comportamenti ed emozioni, perlopiù negativi, quali: paura, diffidenza, separazione dagli altri, distanziamento, preoccupazione, competitività, conflitti sociali, precarietà, instabilità, morte, guerra, conformismo, assenza di pluralismo, fideismo (scientifico et al) ecc. Rendendo le persone assuefatte, desensibilizzate e ciniche verso la sofferenza altrui e, soprattutto, incapaci di sognare e d’immaginare una vita e un futuro diverso e umanamente migliore.
In questo contesto, ogni singolo individuo vede sé stesso come il centro dell’universo, come se avesse un grandangolo negli occhi per cui tutto converge su di lui. L’interpretazione di ogni situazione e fatto che accade viene puntualmente ricondotto a se stesso, in chiave personale. Pochissimi sono occupati a sviluppare il proprio potenziale, in un movimento, una prospettiva espansiva della comunità cui partecipano, in una direzione comune di successo (intesa come crescita etica in una prospettiva umana, morale e spirituale).
Perfino, il significato originale dei termini: crescita, progresso e successo sono stati corrotti, rispetto al significato originale, negli ultimi 50 anni. Arrivando a spacciare nell’immaginario collettivo la crescita materiale, ottenuta a qualsiasi costo, come progresso.
L’impressione che si ha guardando con occhio distaccato la condizione umana nella attuale società è un po’ quella di quando si entra in una grande negozio di strumenti musicali in esposizione. Ce ne sono di ogni tipo, a corda, a percussione ecc., nuovi ed usati, con struttura, complessità e potenziali molto diversi, ma tutti utili se “utilizzati” per lo scopo per cui sono stati creati, cioè “per suonare assieme in armonia”.
La ragione dell’esistenza di tutti questi strumenti consiste nello sviluppo del loro potenziale. Tradotto in pratica nell’essere usati regolarmente e quindi migliorati progressivamente. Lo stesso vale per noi, per dare alla nostra esistenza una direzione e un significato umano pieno. Cioè, risvegliarci al processo della Vita, della Libertà e della Giustizia. Quando si decide di riprendere a Vivere, magari dopo un lungo periodo di “black out”, com’è successo negli ultimi tre anni, in cui siamo stati schiacciati e confinati fisicamente, mentalmente e spiritualmente, un po’ di fatica e di sofferenza è prevista. Esattamente quello che succede a tutti i tipi di strumenti dopo un periodo d’inattività o perché utilizzati per la prima volta. Le corde di un violino, infatti, per suonare in modo appropriato vengono sottoposte a tensione e a stress fisico con lo scopo di ottenere il miglior suono.
Siamo tutti strumenti che vogliono esprimere completamente il loro potenziale, ma allo stesso tempo non vogliamo soffrire. Dare uno scopo e una direzione, collettiva e organizzata, all’entropia della nostra esistenza biologica (i “moti browniani”, caotici non producono nulla se non disperdere energia) ci consentirebbe di elevarci al di sopra del “paese dei balocchi” o della “matrix”, se preferite, in cui ci vogliono tener confinati a sopravvivere e/o a vivacchiare da consumatori compulsivi.
La nostra consapevolezza ed intelligenza crescono grazie alla curiosità e all’osservazione attenta della realtà che siamo disposti ad accettare. Opportuno, quindi, adottare l’atteggiamento di un bambino, senza condizionamenti e filtri (preconoscenza), permettendo di essere raggiunti da qualsiasi nuova percezione, di lasciarla penetrare in profondità, sperimentarla appieno, senza volerla capire. In questo modo la realtà si può rivelare in modo chiaro per quello che è nella sua essenza, aldilà delle “narrazioni”.
La capacità di concentrarci abbandonando ciò che non serve o che ci fa perdere efficienza è il passo successivo. Non farsi trascinare dalle abitudini, dall’emotività, o dal clamore di una notizia, ma da ciò che è importante e prioritario per la direzione che abbiamo deciso di comune accordo d’intraprendere.
Dobbiamo essere agili, rapidi e leggeri, senza pesi inutili. Facendoci guidare dal desiderio del divenire, che probabilmente è la forza più grande che c’è. Quella “vis a tergo” che fa sì che un piccolo insignificante seme diventi una quercia secolare o che un bambino, fondamentalmente senza alcuna possibilità di sopravvivenza, cresca e diventi un essere umano completamente sviluppato. Cioè consente di costruirci un’identità vera.
infine, organizzarci e sviluppare una visione di lungo periodo, e soprattutto, una direzione, una via maestra, in cui muoverci per arrivare a costruire, progressivamente, una nuova società umana parallela, da zero. Consapevoli e per questo capaci di evitare i rischi impliciti nell’individualismo che sta imperversando, che ci inchioda al presente e ci impedisce di elevare i nostri cuori.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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