Di seguito vi propongo un articolo dello scrittore e giornalista Phil Lawler. L’articolo è stato pubblicato su Catholic Culture e ve lo presento nella mia traduzione.
Alcuni anni fa, mi resi conto che un collega, che lavorava sotto la mia supervisione, stava attraversando una crisi psicologica piuttosto grave. Chiesi consiglio a uno psichiatra amico su come gestire la situazione e il suo ragionevole consiglio mi è rimasto impresso.
Sii gentile, mi incoraggiò il consulente. Sii comprensivo. Trascorri un po’ di tempo con il tuo collega; ascoltalo. Cerca di assecondare le sue esigenze, come saresti paziente con chi soffre di una malattia fisica, e agisci partendo dal presupposto che si riprenderà (cosa che si è rivelata vera in questo caso). Sii paziente.
Tuttavia, mi ha avvertito il consulente, se il suo collega inizia a perdere il contatto con la realtà, non incoraggiare le sue illusioni. Se si lamenta che tutti lo stanno cercando, nega; discuti il punto. Se inizia a descrivere eventi o conversazioni in termini grossolanamente imprecisi, correggilo. Se annuncia di essere l’imperatore Napoleone Bonaparte, non iniziate a parlare francese e sicuramente non portargli una spada. Non gli fai un favore se lo aiuti a scivolare via dal mondo reale, ha detto lo psichiatra. Con delicatezza ma con fermezza, fai del tuo meglio per riaccompagnarlo, per aiutarlo a vedere le cose come stanno.
Se questo consiglio è valido – e per me ha ancora senso – non si applica anche alla cura dei giovani che soffrono del problema oggi chiamato disforia di genere? Se un uomo pensa di essere una donna o una donna pensa di essere un uomo, questi giovani sfortunati non hanno a che fare con la realtà. Non sono membri del sesso opposto e nessuna censura mediatica o politica può cambiare questo fatto. Non è forse un grave disservizio, un peccato contro la carità, incoraggiare le loro illusioni e condurli sempre più lontano dalla verità?
Il peccato si aggrava, naturalmente, quando il personale medico interviene, rimuovendo organi sani e interrompendo il normale flusso di ormoni, per il bene della messinscena. “Primo, non nuocere”, la premessa fondamentale del giuramento di Ippocrate, è palesemente violata dall’intervento chirurgico, dalla “terapia” ormonale e dall’incoraggiamento dell’irrealtà.
I medici che eseguono gli interventi, le assicurazioni che li pagano e i politici che li impongono hanno tutti un ruolo vergognoso. Ma lo scandalo si sta diffondendo al di là della medicina e della politica sanitaria, per infettare altre istituzioni. Le università e le aziende chiedono ai loro dipendenti di firmare dichiarazioni che accettano la finzione dell’assegnazione di genere, cioè di firmare dichiarazioni che affermano qualcosa che sanno essere falso. Anche questa è un’offesa alla carità e un’offesa all’onestà, una menzogna.
Prima di tutto, non fare del male. Poi, non testimoniare il falso.
Phil lawler
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