di Roberto Allieri
Dopo aver riproposto il filmato che chiudeva la precedente puntata, riprendo la carrellata su alcune delle transizioni antropologiche e sociali che stanno traghettandoci al disumanesimo.
TRANS-UMANESIMO
Quello che avete visto, se avete seguito il mio suggerimento, è una inquietante finestra aperta sugli scenari che il Grande Reset in corso prospetta per il nostro futuro. Ci fa capire come gli esperimenti attuali di ingegneria sociale ci porteranno inesorabilmente ad una realtà non più definibile come società. L’Intelligenza Artificiale, sempre più invadente e asfissiante, in un certo senso acquisterà libertà e cesserà di essere uno strumento al servizio delle persone: saranno invece le persone (rese persino aguzzine verso sè stesse) a diventare strumento per il dominio incontrastato dell’Intelligenza Artificiale. Sino al punto che sarà questa a rivendicare la sua libertà, il suo ‘non serviam’, nel senso ‘non sarò più al servizio dell’uomo!’
L’uomo-macchina o uomo-bionico che si vuole realizzare con impianto di chip, sensori e strumenti di controllo, manipolato persino nel suo DNA, sarà strumento funzionale alla macchina-uomo: una creazione artificiale che pretenderà di esautorare l’uomo, scimmiottandolo. Come Satana è scimmia di Dio (ovvero imitatore con finalità in opposizione, al contrario) e l’Anticristo è colui che imita Cristo pretendendo di superarlo (secondo una definizione di Benedetto XVI), anche le macchine, con tutta la superbia che la tecnologia offrirà loro, diventeranno scimmia dell’uomo.
TRANS-GENDERISMO
Un giorno i nostri figli ci chiederanno conto dell’ignavia e della viltà con cui oggi abbiamo lasciato promuovere, senza reagire, le transizioni di sesso. Ci scuoteranno per il bavero della giacca e ci rimprovereranno come le ultime generazioni di tedeschi hanno fatto con quella che ha favorito l’ascesa e il predominio del nazismo. Magari non con l’azione o l’adesione esplicita, ma con il vile silenzio e l’accettazione.
‘Dove eravate e cosa facevate per contrastare Hitler quando plagiava il suo popolo per condurlo al disastro, nel nome di un’ideologia disumana? Come potevate credere alle menzogne della propaganda nazista?’. Questo il monito che ha inchiodato indelebilmente il popolo tedesco alle sue responsabilità, dopo la Seconda guerra mondiale.
La nostra generazione sarà invece chiamata a rispondere per tutti quei minorenni (senza escludere i maggiorenni) che sono stati circuiti ed avviati a sterilizzazioni, con dolorose amputazioni di organi sessuali. Che sono stati inoltre assoggettati per tutta la vita a somministrazioni di ormoni e altre terapie, destinate a creare rischi per l’integrità della salute ed indesiderati effetti patologici collaterali.
Ci chiederanno anche come mai lo stesso orrore che proviamo giustamente per la barbara usanza dell’infibulazione alle bambine africane (peraltro con effetti reversibili) non sia scattato per quelle mastectomie ed evirazioni a cui vengono sottoposti bambini ed adulti che chiedono il cambio di sesso, senza sapere pienamente alle conseguenze psico-fisiche a cui vanno incontro. Alla faccia del tanto sbandierato diritto incoercibile al consenso informato per ogni trattamento sanitario!
TRANS-FORMAZIONE DOTTRINALE DELLA CHIESA
Anche la Chiesa non sfugge alla tentazione di trasformarsi. Cioè di diventare altro da sé, vergognandosi del proprio passato. Su questo ho avuto modo di accennare recentemente nella prima parte del mio articolo I fumi del Sinodo penetreranno nel tempio di Dio?, in cui ho trattato del passaggio dalla Chiesa Cattolica Universale pre-conciliare all’attuale progetto di Chiesa 3.0.
Si sta diffondendo peraltro una cultura e una comunicazione ‘clericalmente corretta’ elaborata sulla falsariga della mentalità ‘politicamente corretta’ e funzionale a questa transizione ideologica/culturale. Per fare un esempio, oggi la frase ‘fratelli, vi esorto tutti ad essere buoni discepoli cristiani’ non è inclusiva e deve essere riformulata così: ‘Fratelli e sorelle vi esorto tutti e tutte ad essere buoni e buone discepoli e discepole cristiani e cristiane’. Ma anche così non va bene: la frase non è rispettosa delle persone trans, di quei fratelli che si sentono sorelle e delle sorelle che si sentono fratelli. E poi, dove sono gli asterischi e le schwa?
Avanza dunque una cortina fumogena di perifrasi e parole talismano (approfondimento, discernimento, inclusività, misericordia, etc.) utili per nascondere la demolizione di caposaldi della fede cattolica. O meglio, per realizzare ‘cambi di paradigma’. Un po’ come quei prestigiatori che nascondono alla vista un cappello utilizzando fazzoletti, fumo o altro per farci alla fine trovare dentro un coniglio o una colomba, sbucati da chissà dove.
Niente poi è più fumoso del voler guardare alla propria coscienza o dell’appello al discernimento per risolvere dilemmi etici. Come se il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Magistero bimillenario fossero lettera morta. Il criterio soggettivo del discernimento o del dare ascolto alla propria coscienza porta troppo facilmente ad un volubile sentimentalismo; ad una scelta tra un ‘me piasce’ e un ‘nun me piasce’. O magari in altre occasioni, interrogarsi e discernere, è un modo per arrivare ad autogiustificare le proprie scelte di aborto, adultèri, pratiche omosessuali e altro, con la benedizione anche ecclesiastica dei propugnatori di questo metodo.
Questa trasformazione dottrinale, spacciata per adeguamento pastorale (cioè pragmatico) alla mentalità odierna, ha però un nome ben preciso: protestantizzazione. Che altro non è che un cambio di pelle, una discontinuità, un salto nel vuoto già visto in questi ultimi decenni nelle altre confessioni cristiane. E con esiti disastrosi! Ricomprende anche la pretesa di combattere il clericalismo clericalizzando i laici. E colpevolizzando continuamente i sacerdoti, con il risultato di screditarli al popolo cristiano e di svuotare chiese e seminari.
TRANS-COSTITUZIONE
In questa permanente temperie culturale, caratterizzata dall’ossessione di cambiare tutto e recidere le radici della nostra civiltà, neanche la nostra Costituzione italiana poteva rimanerne immune. Intendiamoci: non è di per sé sbagliato voler adeguare un testo Costituzionale, se proprio è necessario. La nostra, infatti, non è una Costituzione rigida, bensì semi-rigida (di sicuro non è liquida e neanche liquidabile). Si possono quindi modificare gli articoli ma per farlo bisogna rispettare le regole, i quorum e i procedimenti previsti, a garanzia di facili colpi di mano sovversivi.
Ben diversi però sono le manipolazioni che vengono operate sull’interpretazione (abusi ermeneutici) e nell’applicazione dei principi. Si continuano a magnificare ‘la Costituzione più bella del mondo’ e la nobile visione dei Padri costituenti e poi, nel presunto rispetto delle loro intenzioni, si fa scempio del significato delle norme basilari della Carta.
Le mistificazioni non riguardano la sostituzione di commi e articoli: no, paradossalmente la lettera viene rispettata e rimane ferma e intangibile. Quello che cambia, come detto, è la loro interpretazione, che va al di là delle precise intenzioni dei Padri costituenti. E così anche la Costituzione diventa trans, cioè va oltre sé stessa. Qualche esempio? Il concetto di famiglia che i Legislatori avevano in mente formulando l’articolo 29 non ricomprendeva certo le famiglie omosessuali, allargate e arcobaleno alle quali si vorrebbero estendere gli stessi riconoscimenti. Anche a quei tempi esistevano relazioni omosessuali ma il pensiero di riconoscerle come famiglie naturali e assimilarle ad esse sarebbe stato considerato aberrante da questi Padri. Dunque, se quell’articolo della Costituzione non va più bene lo si tolga con le dovute procedure: e non si cerchino appigli nelle ‘formazioni sociali’ dell’articolo 2, che i Padri costituenti avevano formulato pensando principalmente a sindacati e mondo associazionistico. Né si cerchino altre estensioni vagamente collegate a principi costituzionali.
Il raggiro di voler ‘approfondire’ il significato è spesso una truffa semantico-interpretativa. Peraltro affine alla maldestra evocazione di tanti teologi dello ‘spirito del Concilio’ quando la lettera dei testi conciliari non supporta ciò che si vuole far passare.
Così pure oggi sono stravolti o disattesi tutti i principi di sussidiarietà dello Stato nei confronti della famiglia e delle sue funzioni inalienabili, come anche il riconoscimento della funzione sociale dei corpi intermedi, che si vogliono spazzare via in favore della centralizzazione decisionale e burocratica.
Il discorso sul tradimento dei principi costituzionali, perpetrato magnificando allegramente la Costituzione, sarebbe lunghissimo. Lascio da parte considerazioni per me troppo dolorose sull’articolo 32 (che riguarda il fondamentale diritto alla salute e il divieto di trattamenti sanitari obbligatori) e mi permetto solo un ultimo accenno a quel caposaldo che i nostri Padri costituenti, usciti dalla guerra più sanguinosa e devastante dell’umanità, avevano voluto scolpire indelebilmente. Articolo 11 Cost.: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. E’ vero che l’articolo prosegue appellandosi alla promozione e favore di organizzazioni internazionali rivolte ad una azione che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. Ma ciò che vediamo oggi, nel coinvolgimento del nostro Stato nella guerra in Ucraina (che fa seguito al sostegno in passato di molti altri interventi bellici degli USA e della Nato) e che suscita raccapriccio è l’ennesima truffa semantica.
Il sostegno diretto con armi, soldi e ogni genere di mezzi alla guerra non è più da considerare un’operazione bellica se questa viene definita ‘missione di pace’. Basta cambiare locuzione ed il gioco è fatto! La realtà della guerra, che sarebbe quel feroce conflitto che si combatte con armi micidiali e che provoca morti e sangue a profusione, si ripulisce del suo sporco significato e diventa magicamente pace.
Una mistificazione spudorata, che vogliono farci accettare addirittura nel rispetto della Costituzione! Se non basta, per convincerci del nostri meritorio pacifismo, arriveranno magari ad appendere sulle bombe, missili e carri armati inviati sui territori di battaglia dei bei cartelli colorati. Avranno una scritta edificante ‘ Andrà tutto bene’, così quelli che se li troveranno addosso potranno trarne il massimo conforto psicologico. E anche noi potremo apprezzare questa forma di incoraggiamento prodotta dalla ‘missione di pace’.
* * *
Ho cercato sin qui di accennare a come la transumanza dell’umano ci stia portando in pascoli aridi ed acque velenose.
A corollario di tutto mi sovviene perciò il Salmo 22: ‘Il Signore è il mio pastore, su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce… ‘
Parole che suscitano in qualcuno conforto e nostalgie di bene e in altri tanta ostilità. A ciascuno la sua scelta.
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