di Roberto Allieri

 

Eccoci qua, ci siamo dentro, immersi sino al collo. La transizione dell’umanità da una società (occidentale) che riconosceva la centralità del cristianesimo ad una che la esclude ed avversa sta procedendo speditamente. E ogni tappa che raggiunge è un ulteriore sprofondamento in un baratro senza fine.

L’umanesimo, prima tappa di quel processo avviato da chi rivendicava con orgoglio luciferino una presunta emancipazione dell’uomo (a partire dal grido ‘non serviam’, non servirò, rifiuterò di servire Dio nel Regno dei cieli), ha portato lo spirito anticristiano all’attuale situazione.

Quello che oggi vediamo è l’esito più coerente che concretizza i desideri di chi vuole allontanarsi il più possibile dalla via che Gesù Cristo ci ha indicato. Un esito che potremmo chiamare disumanesimo, cioè il trionfo dell’odio dell’umanità. Disprezzo per l’uomo che trova crescente riscontro nella cultura di morte neomalthusiana (aborto, eutanasia, soppressione di persone fragili), in certo tipo di ambientalismo o nella riduzione da persona a consumatore. Ma anche nella distinzione tra consumatore utile ai profitti delle multinazionali e consumatore dannoso di risorse preziose e di CO2. Uomo considerato, oltre che minaccia del Pianeta, anche nemico a sé stesso da eliminare o da contenere (con guerre, carestie e attacchi alla salute); perché costa troppo o perché ‘siamo già in troppi’.

Il motore che ha avviato questo processo è stata una illusoria ricerca di libertà. Ci si è convinti che la libertà fosse un’assenza di qualsiasi giogo. Per scoprire poi che è impossibile sottrarsi a qualunque genere di dipendenze. Di per sé, l’uomo totalmente libero non esiste perché ognuno di noi dipende ed è condizionato dalle proprie scelte, qualunque esse siano, sia viziose che virtuose.

E poi la libertà non può essere disgiunta dalla Verità. La libertà senza verità è nichilismo, cioè la libertà del niente: è un bicchiere vuoto davanti a chi brucia di sete, come dice Roberto Marchesini nel saggio ‘La Vita è un bicchiere’.

E’ la verità che ci fa liberi. Ma se è così allora ne deriva che la menzogna rende schiavi. E toglie dignità. Oggi siamo schiavi, in un mondo dove trionfa la menzogna.

 

La transizione dall’umanesimo al disumanesimo è anche il risultato di tante utopie e pianificazioni ideologiche. Ma, come diceva Messori nel volume Pensare la storia (capitolo 131 ‘Teorie e pratiche’) ‘l’utopia, calata nella realtà, si rovescia sempre nel suo contrario: le leggi dell’economia si ribellano, le cose resistono tenaci alla violenza di chi vuole imprigionarle a suo piacimento’.

Lo slancio utopistico/transizionale e questa incessante ricerca di ‘cambi di paradigma’ (auspicati persino nella Chiesa cattolica) trovano riflessi nell’ossessione trans, che viene declinata in molteplici ambiti. Essere ‘trans qualcosa’, andare al di là di qualche barriera (che spesso è barriera di buon senso) è l’obiettivo privilegiato dei maggiori detentori di potere, per plasmare la realtà secondo nuovi schemi: alla prova dei fatti, disumani. Se il concetto di transizione, genericamente inteso, riguarda un passaggio da una situazione ad un’altra, il mio interesse in questo contributo va a quei passaggi di questa epoca con traumatici riflessi sociali e di costume. Vediamone qualcuno, in una carrellata con qualche spunto di riflessione.

 

TRANS-IZIONE ECOLOGICA E SOCIALE

La supina accettazione della transizione ecologica, fondata sul dogma laico della demonizzazione dell’anidride carbonica e dell’umanità che la produce, è una follia della quale dovremo rendere conto non agli ‘esperti’ di oggi (che si saranno certamente mimetizzati e adeguati ai prossimi venti che tireranno) ma a noi stessi e a chi vivrà nella realtà di domani: che già possiamo intravedere.

Le prigioni create dagli stili di vita eco-sostenibili saranno per molti economicamente insostenibili. Le scelte verdi ci impoveriranno mantenendoci al verde. E saranno sempre più mortificanti per lo spirito e le relazioni umane che diventeranno asettiche e virtuali.

Le città eco-sostenibili di 15 minuti, in cui vogliono rinchiuderci, sotto gli occhi di mezzi di controllo che tracceranno ogni nostro movimento, sono prigioni a cielo aperto. Ma forse anche il cielo aperto è di troppo per quelli che preferiranno stare in una stanza, sempre attaccati a qualche aggeggio smart, dispensatore di realtà virtuale. Una realtà aumentata che produrrà una umanità sminuita.

Le utopie ecologiste si stanno infatti legando a quelle più biecamente dirigistiche, che saldano i peggiori aspetti totalitaristi del comunismo e del tecno-capitalismo.

Stiamo attenti a progetti come MARVEL, introdotto recentemente nella città di Trento, da benefattori che si preoccupano così tanto della salvaguardia del nostro bene. Dietro finalità propagandistiche, cito testualmente dal sito del Comune di Trento, ‘di individuare particolari situazioni (fra cui adunanze non pacifiche, eventi o atti criminosi) tramite analisi video ed audio in tempo reale a cui vengono applicate tecniche di intelligenza artificiale’, si cela l’obiettivo del controllo assoluto di ogni nostra attività.

Verrebbe da domandarsi: come mai questo esperimento non è stato fatto dove più servirebbe, tipo le stazioni delle città italiane degradate e infestate da spacciatori e criminali di ogni risma? Perché testarlo proprio in una città modello, tra le più tranquille d’Italia? Perché sottoporre a tracciabilità e controllo solo i cittadini più innocui per i quali e più facile aggredire i conti correnti, le auto, le case o le proprietà?

E perché non applicare questa tecnologia per monitorare i nostri politici o sedi massoniche o ambienti dove gli oligarchi globalisti prendono le loro decisioni sulle sorti del popolo bue? Qui sì che sarebbe tutelato il bene dei cittadini. I quali non si sentono poi così protetti quando le telecamere li spiano per sanzionarli con multe esagerate (a Milano, Roma e Firenze ogni cittadino esborsa mediamente al suo Comune centinaia di euro all’anno) o quando questi mezzi di controllo possono essere utilizzati contro chi non si adegua ai diktat delle emergenze del momento (vedi Green Pass e controlli sulla mobilità durante il lockdown).

E ci chiediamo anche: a che cosa può essere finalizzata un’iper-sorveglianza del cittadino come quella del progetto MARVEL o quella a riconoscimento facciale sperimentata a Londra dal 2020, con mezzo milione di apparecchi?

Più di tante parole, può meglio rispondere a tali interrogativi il seguente magistrale filmato. Un capolavoro indubitabilmente complottista, così come lo furono i libri ‘1984’ e ‘La fattoria degli animali’ di Orwell (oggi considerato lucido precursore dei tempi). Riesce in 14 minuti a rappresentare tutto l’orrore delle peggiori utopie del World Economic Forum (che fa da traino alle agenzie che stanno realizzando il Nuovo Ordine Mondiale).

Ci anticipa il destino che stanno preparando per tutti noi, se continueremo a non reagire come stanno provando a fare i coraggiosi Blade Runner. Costoro sono attivisti inglesi che, nel plauso del pubblico, a Londra distruggono telecamere ad intelligenza artificiale e ad Oxford abbattono le barriere di accesso/uscita dai ghetti in cui vogliono segregare i cittadini, in quella città modello ‘dei 15 minuti’.

Ad ogni buon conto, ecco l’imperdibile filmato sulla distopia globalista che piace tanto ai nostri cari governanti. Quelli che si riuniscono periodicamente a Davos, per le loro gustosissime merende.

 

 

Il discorso proseguirà nella prossima puntata.

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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