Ricevo e volentieri pubblico. 

 

 

Testimonianza per il sito dell’Associazione Iustitia in Veritate rilasciata da una signora che in quella Chiesa viareggina negli anni ’50 ha ricevuto i primi sacramenti della Fede Cattolica.

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A Viareggio dove attualmente mi trovo per qualche giorno, la Messa domenicale da celebrazione del Santo Sacrificio è diventata un patetico omaggio alle derive più assurde e desolanti del politicamente corretto.

All’entrata della Chiesa, negli anni ’50 assurta a Basilica, i fedeli vengono placcati da un sedicente “Comitato accoglienza” incaricato di registrare i dati anagrafici delle persone, spruzzare disinfettante e assegnare posti a sedere…

Prassi che mi trovo a contestare decisamente definendolo più che un’anomalia locale un vero e proprio abuso.

Chiedo infatti con quale autorità vengano registrati nomi, cognomi e cellulari dei fedeli che desiderano assistere alla messa domenicale, in spregio alla normativa sulla privacy e alle disposizioni del diritto canonico.

Evito polemiche per non turbare troppo chi ormai assuefatto alle creatività liturgiche seguite al Concilio Vaticano II, fino alle celebrazioni covidiste (distanziamento, mascherine, aspersioni di amuchina, sguardi della pace, inginocchiamenti vietati e comunioni esclusivamente sulla mano) non è, a differenza mia, infastidito e turbato dal carosello dei fedeli che invitano dall’altare alla preghiera per finalità non sempre ortodosse e condivisibili, come una logorroica supplica per i migranti da accogliere sempre e comunque.

Da notare come la Chiesa, di uno squallore indescrivibile dopo l’eliminazione di quadri, affreschi e addirittura la rimozione di una pregiata balaustra marmorea, è all’esterno ricovero permanente di ubriachi, clandestini e zingari con tutte le conseguenze sia dal punto di vista sanitario che della sicurezza.

Che dire ancora di un’esperienza triste e inquietante come questa? Meglio fermarsi qui, non senza tuttavia riferire dell’atto finale, provocatorio e irrispettoso oltre che prevaricante le più scatenate fantasie: approfittando della rinuncia del parroco alla questua fra i fedeli, entra in chiesa la zingara con il piattino per la raccolta delle elemosine. Probabilmente incoraggiata dalla preghiera dei fedeli.

Sono sconvolta, esco velocemente alla ricerca di anime semplici, cristiani veri pensando a quanto ci dice il Vangelo “Quando tornerà il Signore sulla terra troverà ancora la fede?”.

Viene da dubitarne.

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