di Gianni Silvestri
Una recente proposta di legge dei “Grillini” vuole modificare addirittura l’art. 1 della Costituzione con il nuovo “principio di laicità (come denunciato dall’Avv. Amato Presidente dei “Giuristi per la vita”).
Questa iniziativa esige una riflessione per evitare che dei “novelli della politica” realizzino quella “terra bruciata” che nemmeno i comunisti (quando ancora lo erano), hanno attuato, (da “atei mangiapreti” ai tempi della Costituente). La laicità è infatti un tema fondamentale nella società, pensiamo alla scottante questione delle scuole non statali oggi indispensabili per la necessita di nuovi spazi, ma ancora discriminate, o alla libertà dell’aborto, agli altri temi etici o di bioetica, alla stessa libertà religiosa limitata dallo Stato ai tempi del Covid 19. La stessa legge Zan, in corso di discussione parlamentare, parte da una errata concezione della laicità e della libertà di opinione/espressione.
Il rischio infatti è che si attui invece una scelta di laicismo in nome della laicità, che può essere sintetizzata come “autonomia” – dagli indirizzi ecclesiastico-religiosi – nella gestione delle cose terrene (per tutti) o della Cosa Pubblica (da parte dello Stato), al servizio delle varie identità presenti nella società. Non c’è lo spazio per approfondire l’evoluzione filosofico-giuridica della laicità, o per trattare a fondo il tema, per cui ci limitiamo a riflettere sulle sue “radici”.
La laicità è un elemento talmente necessario nella storia umana che è stata addirittura auspicata direttamente da Cristo che ne espresse il fondamento quando gli chiesero se fosse giusto pagare il tributo a Cesare (cioè riconoscere le leggi dell’autorità umana, senza tradire quella divina).
La risposta fu la più antica e profonda declinazione del principio di laicità:
“date a Cesare, quel che è di Cesare, = laicità
ma a DIO quel che è di DIO. = laicismo è negarlo.
Vediamo di approfondire la schematizzazione che ho proposto in via semplificativa.
LA LAICITA’ è quindi rispettare ambedue gli ambiti, senza censurarne alcuno nella pur giusta distinzione delle cose “temporali” e “spirituali” (queste ultime infatti, pur orientando la vita terrena, la trascendono, in vista di una vita ultraterrena).
Questi due ambiti dunque, pur differenti, non sono tra loro estranei ( o, peggio, contrapposti), ma non in ragione di una posizione ideologica, ma perchè semplicemnte riguardano entrambi la vita dell’uomo, la sua attività; l’uomo stesso è ontologicamente materialità e spiritualita: è l’unico essere sulla terra che coniuga questi due aspetti nella sua vita, negarlo sarebbe negare una evidenza di realtà.
Il principio di laicità è quindi il riconoscimento di una giusta autonomia delle attività materiali dai principi fondanti dell’umano, ma non estranieità, in quanto le scelte sociali e politiche restano ispirate dai valori umani profondi, e vanno effettuate con una valutazione più ampia delle condizioni di fatto, economiche, materiali e delle conseguenze sociali degli atti da assumere che devono riguardare un bene che sia comune a credenti e non credenti.
Noi Italiani ben conosciamo questa influenza positiva tra ambito spirituale e terreno, non solo per il dato naturale e/o di esperienza, ma anche per la tradizione e la civiltà che abbiamo costruito nei secoli proprio grazie alla nostra tradizione spirituale cristiana.
L’Italia è riconosciuta nel mondo quale primaria nazione per patrimonio storico, archeologico, artistico, letterario ed architettonico non certo per caso o per una incomprensibile “predisposizione genetica italica”, ma per l’esperienza cristiana che ha saputo valorizzare il meglio del mondo greco e romano e delle successive civiltà “cosiddette barbariche”, forgiando in modo unico il popolo italiano, che ha saputo creare una civiltà che non ha eguali nel mondo. Basti pensare che le scuole, le università, gli ospedali, le banche, le cattedrali, le Misericordie nel volontariato, le stesse arti – giunte a perfezione nel Rinascimento – hanno avuto origine e/o sviluppo nella tradizione cristiana del nostro paese da cui si sono diffuse nell’Europa ed in seguito sono state accettate nel mondo per la loro innovazione e umanità (persino giuridica, visto che l’Italia è anche la patria del diritto). Questa è la laicità correttamente intesa, e si manifesta in un’ autonoma attività umana non imposta da una visione fondamentalista della religione, (pensiamo alla Sharia Islamica, che diviene legge civile senza mediazione alcuna), ma ispirata ed arricchita dai valori religiosi liberamente interpretati, profondamento vissuti e testimoniati nei secoli (nelle diverse esperienza regionali e storiche delle diverse popolazioni del nostro paese).
IL LAICISMO è invece la laicità degenerata in assolutismo, che nega l’esperienza spirituale e religiosa dell’uomo o al massimo la relega nella privata coscienza.
Dall’Illuminismo in poi, ha preso piede un movimento culturale e filosofico che nel tempo ha portato prima al distacco e poi alla contrapposizione tra la attività umana e ambito religioso-spirituale, con notevoli danni per l’uomo e la società.
L’Illuminismo stesso, nel suo concreto sviluppo storico, conferma la dannosità della esperienza umana e sociale privata del dato spirituale e religioso (danni poi confermati dalle altre ideologie atee del ‘900 come il nazismo ed il comunismo) .
La tanto decantata ”epoca dei lumi”, infatti, è stata un’esperienza storico-culturale non di laicità, ma di laicismo, diventando la negazione non solo della spiritualità, ma anche della stessa libertà di scelta propria di qualsiasi vera esperienza umana.
E’ acclarato che nella Francia Rivoluzionaria “i laici giacobini” non vollero solo rovesciare un regime ingiusto ed aristocratico per costruire uno Stato più equo e partecipato, ma crearono una nuova religione terrena, da imporre con la forza; nacque una nuova visione del mondo che partiva dalla negazione di Dio o della sua rilevanza sociale, per affermare la assoluta signoria umana su tutto.
Basti pensare che “ i rivoluzionari giacobini” pretesero addirittura di ridefinire la storia umana, non più misurata dalla venuta di Cristo, ma dalla “nuova religione” che volle cambiare persino i nomi dei mesi e dei giorni.
Questa nuova religione fu edificata sulle ceneri (anche materiali) della precedente e si usò ogni violenza per affermare quelle idee, tanto che quell’epoca fu definita “del terrore”, basti pensare che oltre ai monarchi furono ghigliottinati persino Danton e Roberspierre, i leader rivoluzionari più rappresentativi.
Quella buona parte del popolo francese che non volle rinnegare la propria fede fu violentemente soppressa con le armi come avvenne nel primo e più grande genocidio dell’epoca moderna che fu compiuto nel territorio della Vandea, con oltre 120.000 morti solo da parte vandeana, compresi donne e bambini.
IL LAICISMO è dunque il voler eliminare la laicità e la corretta distinzione dei piani umano e divino, terreno ed ultraterreno. A Cesare non basta più “quel che è di Cesare”, il potere laicista vuole gestire anche “QUEL CHE E’ DI DIO” (persino la coscienza e le scelte spirituali). Il laicismo infatti, pur partito da una semplice indifferenza filosofica e culturale verso ogni esperienza religiosa, ben presto è divenuto “una nuova religione sostitutiva”, con i seguenti dogmi:
1) non esiste una Verità oggettiva, ma solo l’opinione soggettiva, personale, rispettabile in sé (a prescindere dal suo contenuto).
2) non esiste pertanto nemmeno un Bene ed un Male, e tutte le scelte morali sono astrattamente uguali, in modo che la vita dell’uomo sia libera da ogni principio o condizionamento (relativismo).
3) Lo Stato ha il diritto di controllare ed imporre questo relativismo etico come base di ogni scelta sociale, in quanto la religione non ha più rilevanza pubblica, al massimo privata.
Questi principi non sono neutri o generalisti, come si vuol far apparire, ma distruttivi del bene comune. Infatti, nella nostra società occidentale laicista accade già che gli “adoratori di Satana” accampino gli stessi diritti dei cristiani: alle chiese, ai monumenti, alle cerimonie pubbliche, ai pubblici finanziamenti ecc. In nome di una astratta libertà personale il Male non è più errore da evitare o combattere, (come si affronta ogni malattia o ogni reato), ma diventa una libera scelta personale in quanto l’uomo stesso oggi decide ciò che è bene o male. Questo relativismo laicista si presenta scientifico, obiettivo, ma di fatto vuole prevalere su ogni altra concezione umana. Infatti chi oggi afferma una Verità proponendola come traguardo di vita è additato come fondamentalista, non rispettoso delle diversità di opinione quando sappiamo che non tutte le opinioni sono giuste, come insegna la scienza, la medicina, la storia, il diritto: la verità non è democratica (“due più due fa quattro, a prescindere dalla maggioranza”).
Invece oggi il relativismo è divenuto un nuovo assolutismo, come quello che riteneva di voler superare. Lo Stato laico da essere al servizio delle libere concezioni dei cittadini (laicità) si è trasformato in Stato laicista-“etico”, elaborando una propria visione del mondo che, da due secoli, si pone sempre più in antitesi al disegno creativo di DIO che ha a base lo stesso mondo naturale (quel “date a Dio quel che è di DIO” è un monito non solo dimenticato, ma addirittura avversato da uno Stato che vuole occupare e controllare ogni spazio anche personale).
In questa concezione assolutista, l’essere umano da custode di una creazione non certamente sua, ne sta divenendo padrone.
Egli sembra violentare non solo l’ambiente, ma la stessa vita ed il suo svolgimento naturale. Ed infatti:
– la “proceazione” è divenuta non più frutto dell’amore personale, ma del “concepimento programmato”, (quasi come l’acquisto di un’auto o della casa).
– la stessa decisione sulla morte altrui viene presentata come suo diritto: l’aborto libero è divenuto la massima divisione non solo tra il Creatore della vita e le creature, ma tra lo stesso uomo e la stessa donna, lasciata sola a decidere sulla vita del figlio comune.
– la recente ideologia Gender vuole abbattere la differenza naturale (sessuale e biologica) tra gli individui, sostituendola con una identità “desiderata o solo percepita” (per ora si sono inventati oltre 50 generi diversi: controllate sul web…).
– le famiglie perdono la ricchezza uomo-donna per ridursi a convivenze anche tra persone dello stesso sesso che pretendono addirittura di “acquisire” dei figli, (spesso strappandoli dalla madre naturale).
– queste fantasie innaturali si vogliono portare a scuola per influenzare i più piccoli.
– l’uomo vuol decidere infine quando e come morire (il suicidio assistito o l’eutanasia sono presentati come nuova frontiera della libertà, nuovo arrivo tra i “neo-diritti civili”).
Il laiciscmo così oggi vuol intervenire non solo sulla organizzazione sociale (“quel che è di Cesare”), ma persino sulla stessa vita umana (“quel che è di Dio”).
Ecco che il laicismo è divenuto una concezione della vita alternativa a quella cristiana (o a quella semplicemente naturale), di fronte alla quale non può esserci neutralità nelle scelte fondamentali di vita in quanto ogni ideologia tende a prevalere ed a sostituirsi alle altre. Di fronte a queste drammatiche conseguenze (e ben altre se ne vedono all’orizzonte) non resta che scegliere se fidarsi del Creatore e del suo disegno (rivelatoci da Cristo), o se invece rifiutarlo e fidarsi solo di noi stessi e delle nostre autonome ma mutevoli concezioni, influenzate da ogni genere di ideologia, desiderio, paura, condizionamento politico o economico o dallo stesso “ Principe del Mondo” che lo governa.
Ma Cristo stesso ci aveva avvertiti su questa dicotomia: “le mie vie non sono le vostre vie ”. Per questo non può esserci neutralità alcuna sulla vita e sul Disegno che l’ha creata e la governa: “Chi non è con me è contro di me» (Mt 12.30, Lc 11,23) ”, precisò Cristo parlando della lotta tra il bene ed il male (non si può restare indifferenti, neutrali, di fronte al malvagio che distrugge o a chi vuol negare Dio stravolgendo la sua creazione). Chi non accetta la creazione di fatto rifiuta il Creatore ed il suo disegno, per costruire un mondo diverso, a propria immagine: “..sarete come Dio con la conoscenza del bene e del male…” (Gen. 3, 5) è l’antico inganno che si ripropone ad ogni generazione, sempre più allettante, sempre più “mimetizzato” (oggi come “nuovo diritto”).
In Pace.
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