A differenza di padre J. Martin, che riguardo alla persone con inclinazione omosessuale punta tutto e solo sulla accoglienza, padre Paul Scalia dice che “la chiarezza sulla verità è un atto di carità verso le anime. E un discorso caritatevole è l’unico veicolo degno della verità”. Questo è l’approccio che adotta “Courage International”, della quale padre Paul Scalia è capo del consiglio di amministrazione.

Ecco un suo articolo nella traduzione di Annarosa Rossetto.  

banco di chiesa

 

E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? (Rm 10:14) San Paolo pone questa domanda pressante sul Vangelo in generale.  Potremmo chiedercelo su particolari dimensioni del Vangelo, su quegli insegnamenti difficili che non vengono ascoltati perché non vengono predicati. Forse tra questi, oggi, c’è soprattutto la verità della sessualità umana – e, in particolare, il tema dell’omosessualità.

I due elementi essenziali che governano la predicazione in generale si applicano decuplicati a questo argomento: chiarezza e carità.  La chiarezza sulla verità è un atto di carità verso le anime. E un discorso caritatevole è l’unico veicolo degno della verità. Tenendo presenti questi due principi fondamentali, possiamo indicare alcune altre linee guida per affrontare questo argomento delicato e importante.

Integrità. No, questo non si applica all’integrità personale del predicatore (anche se speriamo davvero che ci sia!). Piuttosto, si riferisce all’integrità dell’argomento. Non dovremmo parlare isolatamente di omosessualità, come se fosse un argomento a parte. Abbiamo bisogno di parlare dell’intera verità sulla sessualità umana, e in tale contesto affrontare l’omosessualità.   

L’insegnamento della Chiesa sulla sessualità è complessivo e intero – integrale. Non propone visioni o standard diversi per gruppi diversi. Tutti sono chiamati alla castità secondo il loro particolare stato di vita (CCC 2348).

Le sfide che l’omosessualità porta alla cultura e alla Chiesa devono essere situate in questo contesto più ampio. L’argomento fa parte della confusione generale della nostra cultura sulla sessualità. Si ha la strana impressione di voler affrontare i problemi dell’omosessualità senza legarla al disastro causato da divorzio,contraccezione, adulterio, fornicazione e pornografia. 

In effetti, senza questo approccio integrale, le persone hanno buone ragioni per trovare che il messaggio della Chiesa non sia convincente.

Persone. L’omosessualità è un tema scottante in politica e nella nostra cultura. Come tale, rischiamo di vederlo come una “questione” – e di dimenticare le persone per le quali non è solo una “questione” ma una vera lotta per la vita. Parlare di questo argomento richiede sensibilità e considerazione delle persone in circostanze concrete e reali.

Per fare un paragone, prendiamo un altro argomento “al calor bianco”: la pena di morte. Se un prete predica sulla pena di morte, le probabilità  che l’argomento avrà conseguenze personali su qualcuno nella sua comunità sono scarse, praticamente zero. Alcuni potrebbero essere profondamente interessati al problema. Ma pochi, se non nessuno, conosceranno qualcuno coinvolto direttamente nell’amministrare o nel subire la pena di morte.

Il tema dell’omosessualità è diverso. Innanzitutto coinvolge alcune delle dimensioni più personali della persona: identità, intimità, relazioni. Inoltre, quasi tutti i banchi sono direttamente coinvolti in un modo o nell’altro: l’adolescente che lotta con le attrazioni per lo stesso sesso … il suo amico che vuole sapere come sostenerlo ed essere sincero verso la sua fede … i genitori il cui figlio ha fatto “coming-out “…e così via. Questo argomento diventa in fretta personale.

Per il predicatore questo significa tenere a mente le persone che lo ascoltano. Questa non è una questione ipotetica o qualcosa su persone lontane. Si tratta di quelli nei banchi ogni domenica. Sì, è politicamente “caldo” ed è una “patata bollente” culturale. Ma non è solo o anche principalmente un tema di politica e cultura. Riguarda le persone che desiderano amare in modo autentico e che devono essere formate per farlo.

Una delle implicazioni specifiche di questo è che il predicatore non dovrebbe banalizzare le esperienze. No, nessuno è “nato così”. Ma molte persone si sentono come se lo fossero – e questo, anche se corretto, non è cosa da trattare alla leggera. Solo perché i sentimenti di una persona non sono in linea con la verità non significa che dovrebbero essere respinti o banalizzati. Piuttosto, dovrebbero essere diretti con carità verso ciò che è vero.

Familiarità. Le parabole di nostro Signore sono radicate in ciò che è familiare ai suoi ascoltatori, ciò che già sanno. In effetti, la parabola del seminatore e del seme è poco più di un’osservazione della verità quotidiana: il seminatore uscì a seminare…Questa è una grande lezione per il predicatore: inizia con ciò che essi già sanno.

Una cosa che già conosciamo è la confusione, il dolore, la solitudine e l’isolamento che decenni di confusione sessuale ci hanno portato. Nessuno nei banchi è stato non toccato dalla confusione sessuale che ha causato così tanto dolore personale, familiare e culturale. Conosciamo anche il desiderio di totalità e di relazioni autentiche. Questo contesto ci aiuta a capire – e, che Dio ci aiuti, a comunicare – ciò che l’insegnamento della Chiesa è: una verità che salva estesa ad un mondo distrutto.

Precisione.  L’attenzione alla dimensione personale di questo argomento non dovrebbe mai essere a scapito della precisione nel pensiero e nelle parole. In realtà, le due cose vanno insieme. Ognuno di noi ha sperimentato un momento “Ecco!” quando qualcuno ha espresso in termini chiari ciò che abbiamo pensato o sentito, anche se non era facile da ascoltare. Proprio perché la questione dell’omosessualità è così lasciata alla confusione e alla retorica, una tale chiarezza di pensiero e precisione dei termini è essenziale.

Quindi, il predicatore deve avere chiaro nella propria mente sia il contenuto che l’espressione dell’insegnamento della Chiesa. Come “esperta in umanità” (Paolo VI) la Chiesa ha cercato di dare un’espressione accurata alla verità sulla sessualità umana. Il predicatore dovrebbe procedere con sicurezza nei suoi insegnamenti e nella terminologia. Altrettanto importante, dovrebbe evitare le frasi o termini che, alla fin fine, hanno un significato più politico che pastorale.

Castità. In politica il vecchio detto è “Non puoi battere qualcosa senza niente” (qualcosa di simile a “Alla fine bisogna trovare qualcosa di pratico da fare” ndt).  Ciò vale anche per le anime. Dobbiamo predicare non tanto contro qualcosa ma per qualcosa. Ciò significa che ogni volta che discutiamo della sessualità dobbiamo discutere della castità. Questo è dovuto ai nostri ascoltatori.  Senza questo, ricevono un insegnamento parziale e quindi distorto sulla sessualità umana.

Due punti dovrebbero essere tenuti a mente e comunicati. 

Primo, la castità è possibile. La cultura dà per scontato che il controllo della propria sessualità sia impossibile. Eppure il predicatore può indicare molti santi nella storia – e molte anime eroiche oggi – che mostrano il contrario. 

Secondo, la castità è vivificante. Ancora una volta, la nostra cultura pensa che la castità, anche se possibile, sia un semplice fardello, imposizione o addirittura dannosa. Quindi il predicatore deve parlare della libertà e della pace che la castità porta ad una persona – che implica un No, ma sempre al servizio di un  più grande.

La Croce. Il sermone di San Paolo ad Atene funge da ammonimento per tutti i predicatori. Brillantemente realizzato, suonato con tutte le giuste note, progettato perfettamente per il suo pubblico – ha fallito. E ha fallito perché l’Apostolo ha omesso di menzionare una cosa: la Croce. Forte di questo fallimento, San Paolo scelse “di non sapere altro … se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1 Cor 2, 1). Se lasciamo la Croce fuori dalla nostra predicazione, non possiamo sperare che funzioni.

Infatti, se omettiamo la Croce, non predichiamo affatto il Vangelo, ma una specie di filosofia stoica di autoaiuto. L’assenza della Croce ci lascia senza alcuna via per affrontare sia la sofferenza che accompagna l’attrazione per lo stesso sesso che la battaglia che la castità comporta. Comprendiamo le nostre stesse ferite solo vedendole attraverso le ferite di Cristo. Conosciamo le esigenze della vita morale solo attraverso il suo sacrificio sulla Croce. Solo all’ombra della Croce queste cose diventano chiare.  La Croce rivela la bellezza della castità, perché è stato sulla Croce che lo Sposo casto ha dato la sua vita per chi ama. La Croce rivela il potere della castità, perché dal sacrificio dello Sposo arriva la vita dell’anima.

E poiché nostro Signore ha dato il Suo più grande sermone dalla Croce, il predicatore deve sempre accompagnare la sua predicazione con sacrifici per i suoi ascoltatori.

 

Fonte: Truthandlove

 

Padre Paul Scalia è un sacerdote dell’Arcidiocesi di Arlington, dove attualmente è Vicario episcopale per il clero. È il capo del consiglio di amministrazione di “Courage International”. Oratore molto richiesto e scrittore in materia di fede e morale, il primo libro di p.Scalia, “That Nothing May Be Lost” (Che Nulla possa essere perso), è stato pubblicato da Ignatius Press nel 2017.

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