purgatorio
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di Anima Misteriosa

 

Marzo è il mese di S.Giuseppe e a questo santo di fondamentale importanza è legata anche la preghiera per le Anime sante del Purgatorio; perciò vale la pena di attardarsi in una riflessione su quelle che ne hanno maggiore necessità. Noi ci immaginiamo spesso le Anime sante del Purgatorio in modo piuttosto edulcorato, come la pia vecchietta di fronte appena passata a miglior vita, o il nonno e lo zio che hanno sempre compiuto il loro dovere senza lamentarsi. Ma il Purgatorio non è pieno solo di anime così, anzi. Introdurrò allora la questione con un esempio icastico, tale da rendere l’idea della posta in gioco.

Anime che sono state non sempre così raccomandabili…

Forse qualcuno di voi ricorderà la vecchia, caustica commedia diretta nel 1944 da Frank Capra e tratta da una pièce di Joseph Kesselring, Arsenico e vecchi merletti[1]: nel film, un giovane e affascinante Cary Grant scopre che le sue due amabili ziette sono in realtà non solo di fuori come i balconi, ma anche e soprattutto delle temibili serial – killer. Le due anziane signorine, ritenendo di compiere un’opera buona, avvelenano i vecchietti solitari del quartiere con tanto di arsenico (e assicuravano loro anche un degno funerale cristiano, sincerandosi di seguire scrupolosamente il rito battista o metodista a seconda della fede della vittima). Tutti ricorderanno la scena magistrale in cui il povero nipote scopre il morto nella cassapanca. Ora quello cui parecchi non badano è che storie del genere sono accadute veramente.

Nel lontano 1851, proprio nei giorni in cui Luigi Napoleone, nipote dell’imperatore, diveniva a sua volta Napoleone III, veniva condannata alla ghigliottina una donna bretone, Helène Jegado[2], brutta, analfabeta, ma perpetua, donna di servizio in numerose case e canoniche e per di più stimata come ottima cuoca; aveva però la pessima abitudine di mescolare l’arsenico ai propri manicaretti, provocando vere e proprie stragi. La cosa andò avanti per molti anni, tanto che si ignora il numero esatto delle sue vittime, probabilmente varie decine: di certo c’è che le autopsie delle ultime, morte a Rennes, rivelarono i segni inconfutabili dell’avvelenamento da arsenico, confusi anni prima con quelli del colera. La donna molto probabilmente non era del tutto compos sui, cioè “a casa”: veniva da un’infanzia disgraziata, in cui, rimasta orfana a 7 anni, aveva cominciato subito a lavorare con delle zie come domestica. Quindi non aveva ricevuto praticamente affetto: molto probabilmente, nella sua mente sconnessa da un’infanzia del genere, cercava di attirare l’attenzione provocando malesseri letali nelle famiglie per cui lavorava. Infatti, quando tra esse cominciava l’”ecatombe” (dove passava Helène, ben pochi sopravvivevano), lei sola rimaneva “eroicamente” in piedi a prendersi cura di tutti (chissà perché). Tutti questi avvelenamenti, spesso avvenuti addirittura nei presbiteri, si spiegano anche col fatto che lei aveva libero accesso alla riserva di arsenico topicida che, all’epoca, per ragioni di pubblica prudenza, custodiva solo il curato per conto dei contadini del villaggio. Helène fu giustiziata e morì con i conforti della fede cristiana, confessandosi prima di raggiungere la ghigliottina; del resto, la sua responsabilità era certamente diminuita (anche se verosimilmente, non azzerata) e possiamo sperare che tutti i Rosari che recitava assiduamente abbiano avuto un certo effetto nel salvarla dall’Inferno.

Bene, anime del genere dove vanno a finire? Dato che è impossibile arrivare in Purgatorio con un peccato mortale, cioè con il rifiuto deliberato e consapevole di Dio, ma che ci si può arrivare comunque con dei peccati gravi per cui ci sia pentiti, sorge però l’interrogativo: come sperimentano il Purgatorio anime cosi, salvate per il rotto della cuffia (e la misericordia divina fa veramente le acrobazie per salvarci), ma che hanno provocato una marea di danni, danni tutti da riparare? Sicuramente, non assomigliano per nulla alle amabili Anime purganti che ci immaginiamo di solito: anzi, gli strati profondi del Purgatorio annoverano una panoplia di violazioni gravi ai Dieci Comandamenti in tutte le loro sfumature (omicidi, rapine, calunnie, aborti, adulteri, invidia ecc.). Probabilmente, per impiegare una similitudine efficace ai nostri occhi, questi strati profondi assomigliano di più a un supercarcere di massima sicurezza, in grado di ospitare efferati criminali di ogni genere sulla via della redenzione.

D’altronde, è pure possibile non avere rifiutato Dio in modo definitivo, però recalcitrare a fronte del pentimento indispensabile per purificarsi nell’aldilà. E’ rimasta celebre la risposta che Nostra Signora diede ai pastorelli di Fatima il 13 maggio 1917 a proposito della salvezza eterna di due ragazze morte di recente in paese: una, Amelia, doveva rimanere in Purgatorio “fino alla fine del mondo”; né la Vergine chiese suffragi per lei[3]. Mio padre parafrasava la questione umoristicamente: si trattava di restare in Purgatorio fino alle “pulizie finali” (“Forza, prendere la ramazza e muoversi, ché dobbiamo chiudere per il Giudizio Universale…”). La simpatica metafora di mio padre ha un suo sapore teologico: il Purgatorio è un luogo di purificazione. Ma bisogna accettare di pentirsi per accedervi. La cosa diventa molto più preoccupante se pensiamo che questa era la sorte oltremondana di una ragazzina: rimanere in Purgatorio fino alla fine del mondo…Dubito che si tratti solo di un modo di dire. L’esorcista spagnolo padre José Antonio Fortea spiega la questione così: Amelia non avrebbe commesso chissà quali peccati, però, pur non avendo rifiutato Dio in forma definitiva, avrebbe rifiutato di chiedere perdono e questa sua volontà ne avrebbe bloccato il cammino di purificazione. Per questo la Madonna non chiese neanche ai tre pastorelli preghiere o suffragi per lei: non sarebbero serviti, al momento. Santa Faustina Kowalska riferiva di avere visto un’anima del genere, una consorella, in un passo del suo Diario discusso in parallelo da padre Fortea[4].

In un video opera di un sito cattolico in lingua spagnola[5], l’autore ricorda un fatto narrato da San Bonaventura. Una donna molto devota a San Francesco venne a morire, ma durante il suo funerale ella apparve seduta sul catafalco e chiese di poter essere confessata subito per potere continuare il suo cammino verso Dio. Quando un sacerdote provvide, ella scomparve e la cerimonia funebre riprese. Io e un mio amico, discutendo di questo argomento, ci chiedevamo perché avvenisse una cosa del genere: io ipotizzo che i peccati in questione fossero stati non solo gravi, ma anche omessi volontariamente e che Dio, nella sua somma misericordia, le avesse accordato questa grazia per salvarla. Probabilmente, azzardo come spiegazione, la donna non aveva nessuna intenzione di rifiutare Dio, ma portava dei peccati gravi sulla coscienza, peccati la cui situazione doveva essere risolta. Leggende? Non credo. Quando ero ragazzina, nella città in cui vivevo conobbi un esorcista dell’ordine carmelitano, anziano e di grande esperienza, il quale rivelò in mia presenza e a quella della mia famiglia di avere più volte confessato e dato l’assoluzione ad anime di cardinali morti, i quali avevano dei peccati gravi non confessati sulla coscienza. Questo episodio ricorda molto il miracolo che accadde a San Filippo Neri, il quale intervenne a confessare un ragazzo, il figlio del principe Fabrizio de’Ristuci, spirato da poco e che si rianimò per miracolo alla presenza del santo proprio per poter confessare un peccato omesso. Il fatto fu rievocato nel 1595 durante la causa di beatificazione del futuro santo[6].

Questo ovviamente non significa affatto che ci possiamo permettere di rischiare l’anima facendoci beffe del sacramento della confessione: significa semplicemente che Dio è molto misericordioso e che dobbiamo aiutarlo con la preghiera a portare in paradiso queste anime. Il nostro egoismo potrebbe quindi farci credere di essere molto migliori di quanto siamo e potremmo finire nella medesima condizione. Non si sa mai.

Gli esorcisti e le anime erranti

Da alcuni anni gli esorcisti più esperti si sono convinti, sulla base della loro molteplice e prolungata esperienza, che le vittime di possessione talora non siano affatto possedute da demoni. Difatti, durante le sedute di esorcismo, si rivelano anche spiriti infinitamente meno pericolosi: si tratta di anime che sembrano rimaste intrappolate nella dimensione terrena e alla ricerca della luce di Dio. Esse chiedono regolarmente il conforto della preghiera: addirittura, lasciano il posseduto senza alcun bisogno di esorcismi, bensì semplicemente proprio grazie alla preghiera. Il loro atteggiamento è ben lontano dal rifiuto o dalla ribellione a Dio caratteristica di dannati e demoni: sono anime che, al momento fatidico della morte, quando davanti a Dio hanno dovuto compiere la loro scelta definitiva per o contro di Lui, non Lo hanno rifiutato, tutt’altro; tuttavia erano ancora talmente invischiate nel loro egoismo e nei loro peccati, da avere bisogno di una purificazione molto lunga. In sostanza, si tratta di anime del Purgatorio più profondo, non di rado morte da secoli; tuttavia, ai teologi appare strano che esse siano ancora imprigionate sulla terra, come se vagassero alla ricerca di Dio e avessero smarrito la strada che conduce a Lui. Ha dedicato a questo soggetto il bel libro sopracitato il noto esorcista spagnolo padre José Antonio Fortea Cucurull: anche lui si è dovuto arrendere all’evidenza e, dopo aver incrociato varie anime di questo genere durante i suoi esorcismi, ha approfondito la questione dal punto di vista teologico per offrire alcune spiegazioni in linea con la teologia cattolica[7].

Una prima riflessione che mi viene spontanea. La possessione è un fenomeno molto più variegato di quello che di solito immaginiamo, anzi: esistono forme di possessione psicologica in cui un vivo condiziona e rende succube un’altra persona, di solito un parente stretto, spesso un figlio, attraverso forme di manipolazione e sudditanza psicologica. Oppure, esistono forme di dipendenza e idolatria, nei confronti di oggetti, idee o attività, che assomigliano veramente a una possessione[8]. Anche quella è una forma di possessione, magari più sottile di quelle operate dai demoni, ma pure pericolosa. La libertà interiore è spesso frutto di una lotta spirituale accanita.

Questi fenomeni potrebbero spiegare circostanze che certuni interpretano erroneamente come prova della reincarnazione. Bisogna infatti ricordare che la reincarnazione è incompatibile con la concezione occidentale fondata sull’unicità della persona, a livello filosofico – razionale e cristiano: infatti, nelle filosofie orientali od orfiche non si reincarna un’anima specifica, bensì un’energia indistinta e non personale, pronta a passare (che so) da un fagiolino a una mucca a un essere umano. E’ quindi fuori discussione che l’anima di una persona possa trovarsi imprigionata dentro un animale stile Asino d’oro di Apuleio, il romanzo latino in cui un tizio, trasformatosi per magia in asino, conserva sentimenti e intelligenza umani. Idem se l’anima dovesse passare da una persona all’altra: l’anima non ricorderebbe in ogni caso il presunto passato, per cui la sua espiazione non avrebbe alcun valore; inoltre, come sostiene S.Tommaso D’Aquino, ogni anima è biunivocamente unita a un solo corpo e quello ritroverà alla resurrezione finale[9]. L’ordine creato si ispira alla SS.Trinità, che è una e trina: cioè Essa consta di tre Persone distinte, unite però in Uno grazie a un amore infinito. Gli esseri umani non sono capaci di giungere a un tale grado di unità, rispettando al tempo stesso pienamente la distinzione tra persone: passaggi di anime da piante ad animali ad esseri umani sono evidentemente incompatibili con l’ordine del cosmo voluto dal Dio trinitario. Gli esseri umani conoscono invece varie forme di distorsione dei rapporti, tra cui la fusione, in cui si perde la distinzione tra identità. Una madre “fusionale” con un figlio non ne rispetta l’identità distinta, ma vi sovrappone e fonde la propria[10]. Queste sono forme di disordine, spirituale e psicologico, analoghe alla possessione o a quello che si otterrebbe con la reincarnazione (se esistesse).

D’altro lato, se Dio permette il disordine della possessione, sicuramente c’è un buon motivo. Nel caso delle possessioni demoniache, di solito le vittime riscoprono la vita di fede e di preghiera; nel caso di quelle causate da queste anime erranti, come le definisce padre Fortea, oltre allo scopo della conversione si ottiene anche quello di richiamare l’attenzione su queste povere anime che giacciono al fondo del Purgatorio da chissà quanto tempo. Sono segnate da una profonda tristezza e da un forte senso di abbandono, dovuti all’impossibilità di accedere direttamente a Dio. Padre Fortea parla ad esempio di una ragazza, una certa Desirèe[11], vissuta molto tempo fa e manifestatasi durante una seduta di esorcismo: durante la sua vita ella non si era curata di Dio e si era concentrata invece su vanità e frivolezze, per cui al momento della morte non era sufficientemente pronta. Tuttavia, non aveva rifiutato Dio in maniera definitiva. Ora chiedeva aiuto nella preghiera.

La grande mistica austriaca Maria Simma, che ebbe per decenni visioni di anime del Purgatorio, nel famoso libro Fateci uscire di qui!, frutto di una sua intervista con Nicky Eltz[12], specifica che in Purgatorio esistono numerosi livelli, praticamente tanti quanti sono le anime che vi si trovano; tuttavia, a grandi linee, ne esistono tre principali. Le anime che vedeva lei regolarmente e che venivano a chiederle preghiere, appartenevano a quello più alto e più vicino alla liberazione. Difatti, lei le vedeva in forma umana e se la notte non fossero state circondate da un lieve chiarore, la Simma non si sarebbe mai resa conto della differenza rispetto a una persona viva (non a caso, le capitarono anche alcuni buffi equivoci, come prendere una signora viva per un’anima del Purgatorio). Maria Simma quindi non aveva a che fare con le anime dei livelli più profondi del Purgatorio, ma nel suo libro lascia comunque una testimonianza in merito.

Era stata chiamata in aiuto in una casa in cui si sentivano rumori strani e questo da quando era morta la padrona dell’abitazione[13]. La notte che Maria Simma passo lì in preghiera con i parenti della signora, all’improvviso si trovò davanti la mostruosa visione di un ippopotamo, divorato poi da un serpente. Dopo aver chiesto spiegazioni ad alcuni esperti, Maria Simma capi che quell’ippopotamo altri non era se non la defunta, la quale aveva gravemente peccato contro la carità rifiutando per 30 anni il perdono a una donna che l’aveva offesa. Ora, l’ippopotamo rappresenterebbe la durezza di cuore, quindi quell’apparizione spaventosa si riferiva a quel peccato di mancato perdono. Questa visione fu praticamente un unicum nell’esperienza della Simma, ma ci rivela che un’anima dei livelli profondi del Purgatorio potrebbe non manifestarsi in forma umana (ovviamente, un’apparizione possiede un forte grado di simbolismo): infatti, il peccato le ha fatto metaforicamente perdere, in qualche modo e almeno temporaneamente, l’immagine e la somiglianza con Dio, che è privilegio dell’essere umano. Il peccato ci rende dei bruti.

Nelle migliaia e milioni di livelli di cui consiste il Purgatorio, si trovano quindi numerose anime che hanno peccato gravemente e il peccato le ha “sfigurate”: per questo motivo, la loro purificazione è lunga e dolorosa e abbisogna fortemente dell’aiuto della preghiera.

Pregare per Marilyn Monroe e per i più abbandonati

La salvezza è un mistero: quando ci ritroviamo di fronte le vicende di un’anima purgante quali quelle riferite da una mistica come la Simma o da altre della storia della Chiesa quali Santa Caterina da Genova, la spiegazione offertaci può apparire un poco legalistica. In realtà, Dio ci vede trasparenti come in una radiografia perfetta e conosce l’intimo di noi stessi; vede nella sua integralità il risultato di quello che siamo e delle nostre azioni; spiegarlo a parole è inevitabilmente riduttivo. Provo ad avvicinarmi a una spiegazione più approfondita riferendo quanto è avvenuto a una cattolica convertita di origine messicana e che vive negli Stati Uniti.

Patricia Sandoval è nota come testimone pro – Life negli USA, perché si è convertita dopo aver compiuto nella sua prima giovinezza tre aborti. Durante una diretta online ha raccontato queste sua esperienza[14]. Una quindicina d’anni fa, una notte, ha avuto un sogno in bianco e nero di Marilyn Monroe, proprio lei, l’attrice, bloccata sul fondo del Purgatorio e che gridava. Intanto, Patricia udiva le spiegazioni dalla voce del Padre: Marilyn Monroe era stata salvata da Dio letteralmente per un capello, perché nel corso della sua esistenza aveva sofferto enormemente ed era stata vittima di molteplici abusi; tuttavia aveva commesso molti peccati e nel caos interiore in cui viveva, aveva costantemente cercato l’amore laddove non poteva o dove era sbagliato. Per esempio, nel sogno Patricia assistette a una scena della vita dell’attrice a un pranzo. Quando l’attrice, che era seguita da Gesù, si sedette al tavolo si trovò vicina a due coppie sposate e, immediatamente, cominciò a flirtare con i due mariti; al che Gesù abbassò il capo tristemente perché la giovane donna cercava l’amore dove non poteva trovarlo e ignorava invece l’amore straordinario che Dio nutriva per lei.

Patricia, risvegliatasi, credette alla veridicità del sogno e cominciò a pregare per Marylin Monroe; però nel corso del sogno aveva ricevuto dal Padre l’ordine esplicito anche di far celebrare delle S.Messe per l’attrice.  Patricia reagì con grande perplessità: se fosse andata a ordinare delle S.Messe per il nome di “Marylin Monroe”, alla sua parrocchia l’avrebbero presa per matta…Sei mesi dopo ebbe lo stesso sogno, in cui nuovamente il Padre le ingiungeva di far celebrare quelle S.Messe. Le venne poi in mente che Marylin Monroe era solo un nome d’arte: bastava ricorrere al nome originario dell’attrice, Norma Jean, per ordinare le S.Messe in forma discreta; perciò, finalmente, obbedì. Patricia concludeva osservando tristemente che, tra tutti i milioni e milioni di fan che si sono divertiti con i film dell’attrice, ben pochi devono avere pregato per lei se, a tanti anni dalla morte, lei era ancora in fondo al Purgatorio…Noto però che negli ambienti di preghiera non mancano persone con questa consapevolezza. Alcuni giorni fa, leggevo in una chat di persone che avevano recitato la coroncina della Divina Misericordia in occasione della morte di Maurizio Costanzo o Gina Lollobrigida.

Non è che dobbiamo pregare principalmente per le persone famose, anzi: dobbiamo pregare per tutti e ricordare che sul fondo del Purgatorio si trovano ancora autentici disastri da riparare. Per di più, in qualche modo e misteriosamente, la sofferenza delle anime purganti può ancora disturbare i vivi con forme, come abbiamo visto, di infestazione. La sofferenza delle anime del Purgatorio mi ricorda molto quella dei grandi traumatizzati[15]: vittime di abbandono durante l’infanzia, continuano a sentirsi abbandonati per buona parte della loro vita e faticano a trovare l’amore di cui hanno bisogno. Non di rado, le due categorie si sovrappongono, perché non è raro, anzi molto frequente, che la gente pecchi gravemente per colmare lacune affettive antiche. Le anime del Purgatorio, specie le più dimenticate, sono quindi anime bisognose di amore. Un ultimo esempio.

Alcuni giorni fa, durante la sua omelia, un giovane sacerdote dell’Indiana, padre Torrence, ha condiviso un’esperienza molto significativa[16]. Era andato a sostituire un confratello in viaggio in una canonica vicina, un edificio di un secolo circa di vita. Aveva notato che la mattina, quando si alzava, trovava nella stanza da letto di fronte a quella in cui soggiornava la luce stranamente accesa, anche se l’aveva regolarmente spenta la sera prima e non c’era alcun meccanismo che le permettesse di riaccendersi. Allora, temendo che la canonica fosse infestata, ha fatto il giro di tutto l’edificio esorcizzando ogni stanza e spruzzandola con l’acqua benedetta. Arrivato al bagno, si è accorto che, quando accendeva la luce lì, essa si accendeva anche nella stanza fatidica. Insomma, siccome erano quasi le 11 di sera e gli era venuta una certa fifa, ha letteralmente traslocato ed è andato a dormire nello studio dabbasso, per terra, vicino alla statua della Vergine Maria (un’infestazione che resiste agli esorcismi ha di che impensierire, per cui meglio mettersi al sicuro…). Senonché durante la notte ha avuto un sogno in cui gli si diceva che la luce restava accesa a causa di una persona morta in quella stanza e che aveva bisogno di preghiere. Evidentemente, ha riflettuto quando si è svegliato, era qualcuno il cui riposo eterno non era tranquillo. Alzatosi alle 6.00 (probabilmente con le ossa indolenzite), padre Torrence ha pregato allora per l’anima in questione e subito la luce ha smesso di accendersi.

E il sacerdote concludeva: pregare per le anime dei defunti è un’opera di carità che riassume in sé tutte le altre; è come dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, visitare gl’infermi ecc. tutto assieme, come diceva S.Francesco di Sales. La preghiera per i defunti aiuta a riparare grandi mali e aiuta anche i vivi: fa bene tutto l’anno e non solo nel mese di novembre.

 

Note:

[1] Cfr. la voce inglese Arsenic and Old Lace (film), https://en.wikipedia.org/wiki/Arsenic_and_Old_Lace_(film), dove vengono ricordati altri casi penali che avrebbero ispirato la commedia.

[2] Sono vari i documentari francesi disponibili sull’argomento: io faccio riferimento a Des crimes presques parfaits. Affaire Helène Jegado, 1852, https://www.youtube.com/watch?v=rfhgUfJisUE ; il docufilm, La Jegado, https://www.youtube.com/watch?v=jaDC9awjrtQ  che inizia con la rievocazione dell’ultima confessione della condannata inserita entro una pièce teatrale opera dello storico Christian Perron. L’esecuzione avvenne il 25 febbraio 1852.

[3] Cfr. Saverio Gaeta, Fatima. Tutta la verità, Cinisello Balsamo, Ed.S.Paolo, 2017, p.20; lo riferisce con maggiori dettagli riguardo ai resoconti relativi José Antonio Fortea, Tratado sobre las almas errantes, Ed.Sekotia, 2021, pp.75-76. Alcuni interpretano la frase “fino alla fine del mondo” come un generico riferimento a un tempo molto prolungato, ma questa spiegazione non convince molto.

[4] Cfr. José Antonio Fortea, Tratado sobre las almas errantes, Ed.Sekotia, 2021, pp.76-77.

[5] Cfr. ¿Qué son las Almas en Pena? Revelaciones de Exorcistas que cambian la Opinión Tradicional, Foros de la Virgen Maria, 14 novembre 2022, https://www.youtube.com/watch?v=8JaiySst8B4 Anche questo video si basa in varie parti sul libro di padre Fortea.

[6] Cfr. Luca Scapatello, S.Filippo Neri resuscitò un ragazzo perché non si era confessato, La luce di Maria 26 maggio 2020, https://www.lalucedimaria.it/san-filippo-neri-resuscita-ragazzo-confessione/

[7] Rinvio ancora a José Antonio Fortea, Tratado sobre las almas errantes, Ed.Sekotia, 2021. Si veda anche la sua pagina ufficiale http://www.fortea.ws/

[8] E’ la pista esplorata dal libro di Claude Guy, Psychanalise et possession, Paris, Calmann-Levy 2004.

[9] Per una buona introduzione al problema, si veda la voce Reincarnazione della Cathopedia, https://it.cathopedia.org/wiki/Reincarnazione

[10] La ferita interiore da fusione è spiegata approfonditamente nel volume di Simone Pacot, L’évangélisation des profondeurs, Paris, Cerf, 1997, un classico della guarigione interiore spirituale e psicologica.

[11] Cfr. ancora José Antonio Fortea, Tratado sobre las almas errantes, Ed.Sekotia, 2021, pp.16-18, dove è trascritto il discorso dell’anima in questione; seguono nelle pagine successive altri esempi.

[12] Cfr. Nicky Eltz con Maria Simma, Fateci uscire da qui!! , Udine, Ed.Segno, 1997.

[13] L’episodio è raccontato in Cfr. Nicky Eltz con Maria Simma, Fateci uscire da qui!! , Udine, Ed.Segno, 1997, pp.21-22.

[14] Le dirette sono due: Purgatory Stories: Interview with Patricia Sandoval, Uniquely Mary 20 novembre 2022, https://www.youtube.com/watch?v=Zn8kx2WLSIA e la seconda parte, 21 novembre 2022, https://www.youtube.com/watch?v=xKBTgZT1kS8&t=779s

[15] Cfr. il manuale sulla sindrome post-traumatica cronica Pete Walker, Complex PTSD: From Surviving to Thriving, USA, Pete Walker, 2014.

[16] Cfr. Strange Activity in an Indiana Parish Rectory – Feb.25 – Homily – Fr Terrance, Franciscanfriars 25 febbraio 2023, https://www.youtube.com/watch?v=J51j1xlvmeY

 


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