scienza

di Mattia Spanò

 

Una volta compreso che una scatola luminosa e delle parole stampate su carta avevano un influsso magico potentissimo sui cervelli delle persone, al punto che si può dire che le masse semplificate teorizzate da Marx, prima organizzate in corporazioni, fazioni politiche e popoli, siano state create dalla scatola magica, ci si è sostanzialmente convinti che l’uomo non esista.

Con “uomo” intendo l’idraulico Palmiro Mortacci, che ha perso un dito in un cancello automatico a 13 anni, bestemmia sudato davanti alle suore e dimentica sempre i ricambi in magazzino. Questa, in breve, la tesi che provo a testimoniare – le dimostrazioni le lascio ad altri, il mondo gira perché esistono testimoni che testimoniano. Esiste l’Umanità, l’alto concetto cui i nostri leader tendono ispirati da pura filantropia.

Secondo Chesterton il contrario del credente non è l’ateo, ma il credulone. Se non credi in Dio, credi a tutto. Bisogna dare atto a certi scrittori inglesi come Chesterton, Wilde, Waugh, Lewis, di avere delle intuizioni brillanti e di saperle rendere con la concretezza del contadino o del pecoraio. Per conto mio, il vero intellettuale è quello che riesce ad esprimere con sintetica ruvidezza, comprensibile anche a pestelli da mortaio, concetti eterni adamantini.

Torniamo a noi. Insieme alle masse, la scatola magica e la carta bianca coperta di segni neri hanno creato l’umanità, che è il contrario dell’uomo. Fino a quel momento, se uno incontrava un altro che parlava strano, aveva un cappello con le corna, occhi troppo chiari o pelle troppo scura, volavano parole grosse e non di rado mazzate.

In qualche decennio, si afferma l’artificio mentale dell’Uomo, parte irrisoria dell’Umanità. Dove l’uomo è un rozzo ignorante pezzo di melma, l’Umanità è pacifica, progressista, civile. Soprattutto, compra e consuma le stesse cose. L’Umanità tende naturalmente al divino. L’Umanità è Dio. Grazie alla scatola magica con gli omini a metà dentro, che sono luminosi e parlano, gli Uomini si sono convinti di essere bravi, belli, buoni, intelligenti e profumati.

I giornali invece certificano che l’Umanità è Intelligente. Come? Facendo sì che ci scrivano sempre certe persone: Scalfari, Massimo Franco, Fiorenza Sarzanini, Aldo Cazzullo, Maria Teresa Meli o Natalia Aspesi. Se scrivono e scrivono bene, vuol dire che sono intelligenti. La maggior parte delle persone associa il fatto di saper scrivere al fatto di essere intelligenti e colti. È una falsità assoluta, ma la gente crede questo, come crede che la Scienza sia veritativa quando è a malapena funzionale.

Il ragionamento indotto è semplice: se nel tinello di casa si materializza tal Mentana Enrico o tale Gruber Lilli, e se i pensieri della Aspesi meritano di essere stampati su milioni di grandi fogli di carta, allora sono cose Importanti. L’Importanza sostituisce la verità.

Con l’avvento di internet e della multimedialità – e Photoshop, e i deep-fake, e i green screen che ti mostrano alle Baleari mentre sei in un garage a Chepalle – il giocattolo diventa onnidicente. Nel senso che dice ciò che vuole, quando vuole, come vuole. E viene creduto. Se i fatti danno torto alle opinioni, tanto peggio per i fatti.

Di più. Qualunque signor nessuno (fra cui il sottoscritto, per dire) o signora nessuna a condizione che sfoggi un bel paio di minne, può diventare da un momento all’altro Qualcuno. È l’apoteosi dell’Uomo. E della Donna, si capisce (se ha minne memorabili, altrimenti ‘o scienziat’é megli’e Pelé Burioni si sente autorizzato a deriderla).

A questo punto se Chiara Ferragni invita a vaccinarsi o il papa parla di inoculi innocui, anzi atti d’amore verso l’umanità mentre premi Nobel come Luc Montaigner o illustri scienziati e medici come Robert Malone, Peter Mc Cullough e Didier Raoult dicono il contrario, tanto peggio per i secondi. Con le competenze non si scherza: oggi o sai spippolare con Twitter e Instagram, o sei un buzzurro troglodita a prescindere.

La verità è che l’Uomo, il gonzeggiante bipede supremo che difende la naturalezza dei pomodori e vaneggia di fondersi con la macchina, ha preso per Scienza l’ufficio marketing di Pfizer. La scatola magica e i rotoli del Corrier Morto non possono raccontare balle. Figuriamoci se Mario Draghi o Sergio Mattarella possono mentire a 60 milioni di italiani: parlano a reti unificate.

Saranno mica tutti “ttupidi” gli italiani, come diceva Maurizio Costanzo parlando dei 15 milioni inchiodati a guardare le gesta di Taricone e Roccobello Casalino nella prima edizione del Grande Fratello. E perché no, di grazia?

Milioni di persone non possono sbagliarsi nel credere che abbia senso spendere 1500 euro per un telefono o 40.000 euro per una borsa Burberry. Fatto sta che lo credono sia quelli che si possono permettere di comprare questi oggetti, sia quelli che non possono farlo. In una parola, tutti.

Allo stesso modo, se miliardi di persone si sono bucherellate per sconfiggere un virus ritrovandosi giulive ad esibire un codice a barre che li ammette in palestra, al bar o alla posta come fossero una lattina di pelati alla cassa del supermercato, vuoi mica che si sbaglino tutte. E perché no? Perché l’Uomo è Intelligente, l’Umanità è Dio.

La garanzia di ritrovarsi fra persone non contagiose è diventata la garanzia di ritrovarsi fra untori certificati. Altrimenti non si spiega come i contagi siano dieci volte quelli di un anno fa, e i morti tre volte tanti. Ma queste sono pinzillacchere, avrebbe detto Totò.

Così, mentre si deridono i nostri vecchi ignoranti che credevano alle cose perché “lo ha detto la tv”, fior di intellettuali e cervelloni fumanti si bevono allegramente i frappè argomentativi dei mass media sui salvifici preparati alchemici. Se non ti vaccini, ti ammali e muori.

Accade quello che Jacques Ellul, eminente sociologo francese, descrive nel suo libro “Propaganda”, introvabile in italiano: all’aumentare del livello di istruzione, aumenta la permeabilità alle menzogne propagandistiche. Per converso, il bruto ignorante come una scarpa non lo intorti con le bubbole.

Questo ha delle spiegazioni piuttosto intuitive. Prima di tutto, la persona formata per ricoprire ruoli di primo piano è debitrice verso il sistema che l’ha selezionata, istruita e messa in posizione preminente. Il sistema non lo ha fatto gratis, ma a condizioni ben precise alle quali si deve obbedienza cieca e assoluta.

In secondo luogo, il potere tollera libertà e diritti finché non si indebolisce o si sente minacciato. Questa è l’unica emergenza reale dal punto di vista dei governanti: senza abbandonarsi a teorie strambe su Illuminati e Great Reset (tutt’altro che campate in aria, a mio modestissimo giudizio), hanno sbagliato tutto e sono fragili come i soffioni. Sentono l’alito freddo della morte sul collo. Infatti vengono giù uno dopo l’altro come birilli.

In terzo luogo, l’horror vacui che investe e travolge l’uomo moderno devoto al culto di sé e dei quattro giocattolini che si è costruito, nel momento in cui scopre di essersi ingannato. Finché menti agli altri, sei nel perimetro del peccato biblico e neotestamentario: tutto sommato, con le opportune ammende e atti di contrizione, puoi ancora sperare che Dio ti ammetta al Suo cospetto. Ma quando lo fai a te stesso e Dio purtroppo non esiste perché sei tu, pascoli nel prato dell’imbecillità satanica. Irredimibile.

Si dirà che un certo grado di menzogna, o meglio una convenzione sociale che faccia sommessamente accettate di pagare una pizza di Briatore 65 euro, non solo è tollerabile, ma perfino necessaria. Verissimo.

Tuttavia ci sono due evidenze inaggirabili al riguardo. La prima è che Flavio Briatore non mi obbliga a mangiare la sua pizza con Pata Negra. Non mi racconta che se mangio la sua pizza le mie deiezioni profumeranno di pane caldo e rosa damascena, o che il vaccino è un grande successo della Scienza e ha salvato milioni di vite, o che crepare di caldo aiuterà l’Ucraina a sconfiggere la Russia. Fa il suo onesto lavoro di imprenditore del lusso e non rompe le scatole a nessuno.

La seconda è che menzogna e convenzioni sociali tengono fin quando non danneggiano le persone, le società e le economie e gli uomini. Valicato questo limite invisibile ma ben presente e concreto, la realtà presenta il conto. Dio paga il sabato, si diceva una volta.

 


 

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