Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Mons. Rob Mutsaerts, Vescovo ausiliare di ‘s-Hertogenbosch (Bois-le-Duc), Paesi Bassi, tradotto in inglese probabilmente da Peter Kwasniewski e pubblicato su Rorate Caeli. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione. Di mons. Rob Mutsaerts abbiamo più volte parlato su questo blog (leggi qui).
Un post di Mons. Rob Mutsaerts, Vescovo ausiliare di ‘s-Hertogenbosch (Bois-le-Duc), Paesi Bassi. Tradotto dal suo blog in olandese qui.
Di che cosa tratta il Sinodo in corso a Roma? Le fonti ufficiali del Vaticano ci dicono continuamente molte cose. Che non si tratta di teologia, né di questioni dottrinali, né di LGBTQ+, dell’ordinazione delle donne e della questione del celibato. Non si tratta nemmeno, aggiungono, di cercare di minare o sostituire la natura gerarchica della Chiesa o di democratizzare il processo decisionale. No, sembra che si tratti di affrontare la questione di cosa sia la sinodalità. Dopo tutto, questo è un sinodo sulla sinodalità.
Nessuno sembra sapere cosa sia, e quindi il Papa ha pensato che fosse meglio organizzare un sinodo su questo tema. Così, forse, potremmo scoprirlo. Come? Ascoltando. Ma se così fosse, non si può evitare il fatto che si debba anche parlare. Da parte di chi? Dalle persone che sono state invitate dal Papa.
Così Papa Francesco ha invitato un teologo che ha proclamato senza mezzi termini: “Se raggiungiamo il consenso che la Chiesa è essenzialmente sinodale, dovremo ripensare tutta la Chiesa, tutte le istituzioni, tutta la vita della Chiesa in senso sinodale”. Uno dei vescovi presenti ha confermato apertamente che sarà necessario allontanarsi dalla tradizione apostolica. Da allora, un gran numero di oratori ha predicato la rivoluzione. Che non si tratti di teologia o dottrina è un’illusione impossibile da mantenere. Si tratta soprattutto di loro. E questo è ciò che vedremo.
Tra pochi giorni sarà pubblicata la relazione finale (probabilmente è stata ultimata da tempo) e il popolo di Dio riceverà anche una lettera. Che lo Spirito Santo non c’entri nulla è ormai evidente.
Qualunque sia il significato della sinodalità, i sinodi esistono, in ogni caso, per scoprire come dobbiamo metterci all’opera nell’epoca attuale per incoraggiare che le persone siano portate a Cristo. Il problema, però, è che Gesù e la salvezza delle anime (che in fondo è il senso della fede) non sono quasi mai stati menzionati in tutte le sessioni di ascolto, gli schemi e le testimonianze. Non ci sono riferimenti ai Padri della Chiesa, ai santi e ai teologi, e ancora, pochissimi alla Bibbia e alla Tradizione; il Papa cita per lo più se stesso e non si parla affatto di pensiero filosofico. La maggior parte dei discorsi è dominata dai sentimenti.
Questo non ha assolutamente prodotto idee chiare, anche se lo scopo di un sinodo è quello di fare chiarezza. Se c’è una cosa che Francesco non fa è proprio questa. Lo hanno dimostrato ancora una volta le risposte alle domande di Dubia.
Senza idee chiare, continuiamo a brancolare nel buio per cercare ombre nella notte e non ci rimane altro che fabbricare idee che si avvicinano o si allontanano dalla verità. Ma non si cerca la verità in sé. Ma non è forse la verità che ci rende liberi? Che senso ha sottolineare l’aspetto pastorale se non è chiaro che è radicato nella verità? Parole come “irregolare”, “sodomia” e “sentirsi consapevoli del peccato” vengono evitate con cura. Questo potrebbe far sentire qualcuno turbato, o peggio, escluso!
Quindi tutti non sono benvenuti nella Chiesa? Certamente sì. Le uniche persone che dovrebbero rimanere a casa sono quelle che ritengono di non avere nulla di sbagliato e di non aver bisogno di conversione. A parte loro, tutti sono benvenuti. Ma a una condizione: che si pentano e si appellino alla misericordia di Dio. È questo, in fondo, il senso della religione. Si tratta di riconoscere che c’è uno standard – chiamiamolo verità – che ci è stato rivelato, e che non si è all’altezza di quello standard. È per questo che si va in Chiesa. Per chiedere perdono e per essere rafforzati dalla grazia di Dio, utilizzando i mezzi della grazia: i sacramenti, la Parola di Dio, il sostegno della comunità di fede, in modo da lavorare sempre più verso la santificazione della propria vita.
Ecco il nocciolo della questione: la gente pretende che la Chiesa approvi stili di vita che la Bibbia disapprova. La gente vuole che la Chiesa adegui gli standard! Ma non può. Gesù disse all’adultera: “Va’ e non peccare più”. La comunità LGBT insiste affinché la Chiesa dica ora: “Vai avanti e non preoccuparti, attieniti al tuo stile di vita”. Ma la misericordia a buon mercato non si ottiene da Gesù. Certo, Egli è misericordioso, ma solo a condizione che ci si converta.
Se qualcuno chiede la mia benedizione, la darò. Non gli chiederò prima un curriculum. Ma se mi chiedono di benedire una relazione che la Chiesa (sulla base della parola di Gesù stesso) considera peccaminosa, ovviamente non gliela darò. Non chiedete alla Chiesa di cambiare ciò che Gesù ha detto chiaramente. Se questo fa sentire le persone escluse, così sia. Gesù stesso ha escluso molte persone. Di varie categorie di persone ha detto chiaramente che non avrebbero ereditato il Regno di Dio. E per renderlo ancora più chiaro, li ha chiamati “ipocriti”, “‘covo di vipere'”, “sepolcri imbiancati” e altri tipi di invettive bibliche originali. I partecipanti al Sinodo che credono che l’ospitalità, l’inclusione e la diversità siano gli attributi primari della Chiesa dovrebbero rileggere la Bibbia su questi aspetti. Raccomando in particolare le lettere di Paolo.
Tutti sono peccatori. E se da un lato dobbiamo amare il nostro prossimo, dall’altro dobbiamo essere in grado di definire certi atti come peccati. Risposte vaghe e poco chiare non attireranno nessuno alla Chiesa di Cristo. L’adattamento alle norme secolari allontana addirittura le persone da Cristo: le fa sentire confermate nelle loro opinioni non ecclesiali. È anche poco amorevole. La Chiesa non ha ricevuto da Gesù come primo incarico l’ordine di ascoltare, ma l’ordine di essere missionaria: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”.
Quindi, cosa vuole veramente il Papa? Perché ha invitato James Martin? Perché tanti amici a sua immagine e somiglianza? Perché ha scelto il cardinale Hollerich come relatore del sinodo? (Hollerich ha ribadito ancora una volta che alcune posizioni della Chiesa sono scientificamente e sociologicamente infondate. No, caro Cardinale, queste posizioni sono biblicamente fondate). Perché la settimana scorsa, in mezzo a tutto il trambusto sinodale, ha trovato il tempo di incontrare suor Jeannine Gramick, che ritiene che l’insegnamento della Chiesa sulle questioni etiche (ovviamente, si tratta ancora una volta di LGTBQ+) debba essere cambiato? La sua organizzazione è stata condannata in passato. Perché sta liberando spazio nella sua agenda in queste settimane impegnative per ricevere Whoopi Goldberg con ogni onore? Dopo la sua visita, l’attrice ha dichiarato che è stata fantastica grazie all’accettazione da parte del Papa delle relazioni gay e alla sua apertura verso l’ordinazione delle donne. Le sue parole erano corrette? Il Vaticano non le ha smentite in alcun modo. A venticinque anni, la Goldberg aveva già abortito sette bambini ed è ancora una forte sostenitrice dell’aborto.
È questo che è la sinodalità: ascoltare chiunque abbia qualcosa da dire? È per questo che il Papa sta ascoltando proprio… queste persone? Senza una sola replica? Oppure, lentamente ma inesorabilmente, desidera far maturare i membri del Sinodo per questi altri suoni, perché effettivamente lui condivide le idee che esprimono? Se non è così, perché crea tanta confusione non rispondendo in modo chiaro a una sola domanda?
In ogni caso, la divisione all’interno del sinodo non ha fatto che aumentare durante il sinodo. Che questo non sia un frutto dello Spirito Santo dovrebbe essere ovvio. Che questo sinodo sulla sinodalità sia un disastro dovrebbe essere ormai chiaro. Lo stesso vale per colui che l’ha ideato.
+Rob Mutsaerts
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