Un frate mi scrive. 

 

 

 

di fra Giovanni Maria

 

             Quando Gesù aveva detto “Io sono venuto nel nome del Padre Mio e voi non Mi accogliete; se un altro verrà nel proprio nome, lo accoglierete” [i], egli, secondo sant’Ireneo [ii] e san Giovanni Crisostomo[iii] ha parlato dell’anticristo. Anche quando aveva detto:”Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele… [iv], egli ha parlato dell’anticristo. [v]

            Ma Gesù ha parlato del regno del Millennio? Quando dopo la risurrezione dagli apostoli Gli è stato chiesto se Lui da quel momento avrebbe ricostituito il regno di Israele, Lui ha risposto: Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere…” [vi] Questo permette la conclusione che Egli ha affermato l’esistenza del Millennio a venire, riservando però la rivelazione dei tempi alla sapienza di Dio.

            Nell’Apocalisse di Giovanni leggiamo il seguente brano: “In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.[vii] Anche questa frase difficilmente si può mettere in un contesto di eternità, altrimenti è come se uno volesse giustificare che le foglie dell’albero – della Croce di Cristo – ancora – servono a guarire le nazioni?! Come vediamo, la Sacra Scrittura offre tanti brani che testimoniano l’esistenza del regno del Millennio, come descritto nell’apocalisse, e non solo.

 

Fatima e il vuoto teologico sul Millennio

 

           Secondo la cronologia dell’apocalisse, alla fine dei tempi (fine del regno di Satana[viii]) è prevista la grande apostasia ossia la grande crisi della Chiesa [ix], la manifestazione dell’anticristo e la manifestazione susseguente di Cristo, il giudizio, la prima risurrezione e il regno millenario sulla terra (storia trionfale della Chiesa), un dato dell’apocalisse confermato dai patri della Chiesa, ma visto con sospetto dal magistero in vigore [x].  

            E’ significativo per la crisi della Chiesa questo rifiuto teologico del trionfo del regno millenario con la precedente crisi dell’anticristo, che in effetti ha preparato l’avanzata del comunismo ateista, predetto nel Messaggio di Fatima[xi], come se l’utopia del paradiso terrestre dovesse riempire il vuoto del regno millenario di Cristo. Vediamo davanti agli occhi come in nome della cosiddetta sinodalità si voglia giustificare nella Chiesa ogni e qualsiasi libertà e diritto umano, non rendendosi conto che questa apostasia porterà a “guerre e persecuzioni della Chiesa”, al martirio dei buoni, all’estrema  sofferenza del Santo Padre e alla distruzione di varie nazioni.[xii]

                Da un lato abbiamo coloro che negano il millennio, seguendo l’equivoco di S. Agostino [xiii], dall’altro abbiamo la cecità di coloro che si rifiutano di vedere la crisi attuale che è del tutto straordinaria. 

             Corrobora questa visione della crisi apocalittica il Papa Leone XIII nella versione originale dell’Esorcismo contro gli angeli apostatici’ dove dice: “Lì dove fu istituita la Sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della Verità, hanno posto il trono della loro abominazione ed empietà, così che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso. [xv] Con ciò il papa evoca in termini escatologici l'”abominio della desolazione” in Mt 24 e “l’empio” di 2Ts2,8s; con il colpire il pastore allude al “togliere di mezzo di colui che finora trattiene l’iniquità” (2Ts2,7), confermando così che la crisi futura del papato sarà la crisi dell’anticristo [xvi].

 

L’equivoco sulla cosiddetta seconda battaglia escatologica

 

            Esiste purtroppo una considerevole confusione, un grande equivoco sulla posizione e il significato del millennio felice che segue la battaglia escatologica [xvii], in seguito ad una interpretazione rischiata di sant’Agostino di Ippona, che voleva prevenire una interpretazione abusiva da parte dei millenaristi crassi arrivando al punto di identificare la reclusione del satana nell’inferno per mille anni [xviii] con la vittoria pasquale di Cristo, contraddicendo e seppellendo così l’esegesi fino ad allora prevalente [xix] della Didaché,  di S. Barnaba, S. Ireneo, S. Cipriano, il papa S. Ippolito, S. Giustino, Tertulliano e Lattanzio. [xx]. Ancora oggi ci sono degli autori che nutrono l’idea dell’esistenza di una seconda battaglia escatologica che segue il millennio del trionfo di Cristo, citando dei passaggi di santi e padri della Chiesa in favore di questo errore, come se il trionfo di Cristo sarebbe stato solo parziale e persino inefficace [xxi]. Questo è un pensiero di fatto inaccettabile. Si riferiscono al brano dell’apocalisse c. 20 versetti 7-9, dove Satana è liberato per l’ultima volta seducendo gli abitanti dei quattro angoli della terra, per essere sconfitto immediatamente dall’intervento divino e essere consegnato con loro allo stagno di fuoco.

            Intanto è il capitolo sette del libro di Daniele che conferma la tempistica presentata da san Giovanni nell’apocalisse. Lì è descritto ripetutamente che con la sconfitta del “piccolo corno”, cioè dell’anticristo, inizia il regno eterno “del popolo dei santi dell’Altissimo”, concludendo così la narrazione [xxii]. Parlando delle “altre bestie a cui fu tolto il potere e concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo”[xxiii], Daniele conferma Apc 20,2, dove si parla della prigionia di Satana per mille anni. Daniele insieme con tutti gli altri profeti non parla di una cosa simile a una seconda battaglia escatologica dopo il millennio perché semplicemente non è previsto e non ha senso. Citazioni bibliche da parte di Ianuzzi in favore di questa teoria come Gioele 2,1-3 e Ezechiele 38,1-20 si rivelano come non consistenti e ambigue, perché contengono vari elementi che si applicano alla battaglia precedente la venuta di Cristo.

            Con quattro versetti non si può costruire una seconda battaglia escatologica contro le forze del male già sconfitte nella battaglia che ha preceduto il millennio, una tale costruzione il testo non lo permette. Quello si che si vede è la sapienza infinita di Dio che, dopo il confinamento nell’inferno per mille anni, mette a prova Satana e tutti i condannati liberandoli ancora dalla loro prigionia. Scrive Lupieri: “Si direbbe che Giovanni supponga per costoro (i morti condannati) una specie di ultima possibilità, quella di rifiutare la seduzione satanica; la loro decisione di seguire il Satana mostra la loro caparbietà e quindi la giustezza della punizione”[xxiv].

            Di fatto, il testo parla delle genti che si trovano ai quattro angoli della terra, dicendo che loro ascendono sulla superficie[xxv] della terra. La Bibbia di fatto conosce solo il modello della terra piana, con il sole in alto al firmamento, e così gli angoli della terra sono la parte più lontana dal sole, che riceve un minimo di luce, come se fosse quella parte all’indietro, al di sotto dell'”angolo” al confine della pianura, che per natura della fisica si trova nell’ombra, una posizione ideale per evocare nella mente umana gli inferi, le tenebre dell’inferno. Il verbo “ascendere” sulla “superficie”[xxvi]  completa la chiarezza dell’espressione, cioè crea l’idea di un salire alla superficie illuminata dal sole, ascendendo dalla parte buia, dal luogo della condanna.  

            Come Dio già sapeva in anticipo, così adesso possono attestare anche tutti i futuri membri della corte eterna dell’Agnello Immolato che anche mille anni nell’inferno non hanno potuto cambiare al minimo lo spirito di ribellione contro Dio da parte degli angeli caduti e degli uomini condannati. Essi finora sono pieni di odio contro gli eletti che devono ereditare il cielo, così che Dio li consegna tutti al castigo eterno. Si tratta di una dimostrazione sapiente di Dio per tutti gli eletti, che non è  la mancante misericordia divina, ma  la perversione della volontà di coloro che una volta erano fratelli e compagni, e che condanna eternamente allo stagno di fuoco.

 

Note:

[i]     Gv 5,43

[ii]             adv.haer. 5,24,4 (Contro le Eresie)

[iii]   Commento alla seconda lettera ai Tessalonicesi

[iv]           Mt 24,15

[v]          adv.haer. 5,25,2 “Quel tempio nel quale si siederà l’Avversario, quando tenterà di presentarsi come Cristo, come dice il Signore: “Quando vedrete l’abominio della desolazione predetto per mezzo del profeta Daniele,…””

[vi]   At 1,7

[vii]  Ap 22,2

[viii] vedi xiv

[ix]   Cat.Chiesa Catt. 1992, § 675

[x]    DS 3839 (Enchiridion Symbolicumm)

[xi]           https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-fatima_it.html

[xii]  vedi nota xi, Il Secondo Segreto di Fatima

[xiii] vedi nota xx

[xv]                Acta Sanctae Sedis, vol.XXIII, 1890-91, Tipographia Poliglotta, S.Congreg. De Propaganda Fide

[xvi] https://www.sabinopaciolla.com/due-papi-la-bibbia-conferma-la-sorprendente-rivelazione-dellultima-battaglia-escatologica/

[xvii]         Apc 19,11ss

[xviii]        Apc 20,2

[xix] cf. E.Lupieri, L’apocalisse di Giovanni, Mondadori, 1999, pag. xx

[xx]  Martino Penasa, Il ritorno di Cristo, Ed.Segno, 2011, pag. 141-146 citando  S.Agostino, De civitate Dei, lb.20 c.7

[xxi]   J.Ianuzzi, Antichrist and the endtimes, St.Andrew’s productions, 2005

[xxii]           Dn 7,27

[xxiii]        Dn 7,12

[xxiv]        E.Lupieri, L’apocalisse di Giovanni, Mondadori, 1999, pag. 318

[xxv]        super latitudinem, Volgata

[xxvi]      Apc 20,8

 


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