Foto: convegno 7 aprile 2018 - “Chiesa cattolica, dove vai?”

Foto: convegno 7 aprile 2018 – “Chiesa cattolica, dove vai?”

Ieri, 7 aprile, a Roma, presso The Church Village, ex Domus Pacis, si è svolto un importante convegno, organizzato dagli “Amici del card. Caffarra”, dal titolo: “Chiesa cattolica, dove vai?”.

Il convegno ha voluto riflettere sulla attuale crisi nella Chiesa, crisi che da alcuni è negata. Ma come aveva detto il card. Caffarra in una famosa intervista al Foglio del 14 gennaio 2017: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”. Questa frase ha costituito anche il sottotitolo del convegno.

I relatori sono stati sei: il card.
Raymond Leo Burke, già prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e presidente della Corte di Cassazione dello Stato Vaticano; il card. Walter Brandmüller, insigne storico; il vescovo Athanasius Schneider, ausiliare di Karaganda, Kazakistan; Marcello Pera, filosofo, già presidente del Senato; il prof. Renzo Puccetti, bioeticista, docente presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze Del matrimonio e della famiglia; il prof. Valerio Gigliotti, docente di Storia del diritto medievale e moderno presso l’Università di Torino. In video è arrivato anche il saluto del cardinale Joseph Zen-Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong, il quale, per l’età e la distanza, non ha potuto partecipare di persona.  Egli ha comunque inviato una riflessione sull’evoluzione dei rapporti Cina-Santa Sede.

Come si può vedere dai relatori, il livello del convegno è stato molto elevato. Ciononostante, le relazioni sono state semplificate rispetto a quelle ufficiali depositate.

Il convegno, cui ho partecipato, è stato molto affollato, con circa 400 persone, molte di esse in piedi. Erano presenti anche molte testate giornalistiche sia italiane che straniere, compresa la Reuters, che ha effettuato riprese dell’intero convegno oltre che interviste.

Il convegno ha avuto un piccolo prologo. Prima del suo inizio, chiunque avesse voluto poteva fermarsi a pregare presso la cappella presente nel giardino della struttura. Poi c’è stato il raduno in una stupenda giornata di sole. Il convegno vero è proprio è iniziato alle verso le 15.30.

Si può dire che le relazioni hanno toccato il cuore dei partecipanti poiché sono state spesso interrotte da lunghi applausi.

La serata si è conclusa con la lettura da parte del direttore editoriale de Il timone, prof. Gianpaolo Barra, della “declaratio”. Essa, pur riprendendo alcune delle questioni sollevate nei “dubia”, è stata strutturata come una testimonianza di fede che viene pubblicamente espressa dal popolo cristiano in un momento percepito da molti come di “grave pericolo per la fede e l’unità della Chiesa”. a causa di “interpretazioni contraddittorie” dell’esortazione apostolica Amoris laetitia” ma non solo.

Le relazioni sono state tutte molto interessanti, e per questo vanno sicuramente studiate ed approfondite. Probabilmente presenterò una loro sintesi nei prossimi giorni. Al momento mi sembra prioritario riportare la “Declaratio”. Eccola.

Dichiarazione finale del convegno “Chiesa cattolica, dove vai?”
Roma, 7 aprile 2018

A causa di interpretazioni contraddittorie dell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, tra i fedeli nel mondo si diffondono sconcerto e confusione crescenti.

L’urgente richiesta da parte di circa un milione di fedeli, di più di 250 studiosi e anche di cardinali di una risposta chiarificatrice del Santo Padre a queste domande non è stata finora ascoltata.

Nel grave pericolo venutosi a creare per la fede e l’unità della Chiesa noi, membri battezzati e cresimati del Popolo di Dio, siamo chiamati a riaffermare la nostra fede cattolica.

Ci autorizza e ci incoraggia a farlo il Concilio Vaticano II, che nella “Lumen gentium” al n. 33 afferma: “Così ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa ‘secondo la misura del dono del Cristo’ (Ef 4, 7)”.

Ci incoraggia a farlo anche il beato John Henry Newman, che nel suo scritto, si può dire profetico, “On Consulting the Faithful in Matters of Doctrine”, già nell’anno 1859 indicava l’importanza della testimonianza di fede da parte dei laici.

Perciò noi testimoniamo e confessiamo in accordo con l’autentica tradizione della Chiesa che:

1) il matrimonio tra due battezzati, rato e consumato, può essere sciolto solo dalla morte.

2) Perciò i cristiani che, uniti da un matrimonio valido, si uniscono a un’altra persona mentre il loro coniuge è ancora in vita, commettono il grave peccato di adulterio.

3) Siamo convinti che esistono comandamenti morali assoluti, che obbligano sempre e senza eccezioni.

4) Siamo anche convinti che nessun giudizio soggettivo di coscienza può rendere buona e lecita un’azione intrinsecamente cattiva.

5) Siamo convinti che il giudizio sulla possibilità di amministrare l’assoluzione sacramentale non si fonda sull’imputabilità o meno del peccato commesso, ma sul proposito del penitente di abbandonare un modo di vita contrario ai comandamenti divini.

6) Siamo convinti che i divorziati risposati civilmente e non disposti a vivere nella continenza, trovandosi in una situazione oggettivamente in contrasto con la legge di Dio, non possono accedere alla Comunione eucaristica.

Il nostro Signore Gesù Cristo dice: “Se rimanete nella mia parola siete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32).

Con questa fiducia confessiamo la nostra fede davanti al Supremo Pastore e Maestro della Chiesa e davanti ai vescovi e chiediamo loro di confermarci nella fede.

 

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