Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

 

 

di Alessia Battini

 

Dopo gli ultimi attacchi del Premier Meloni nei confronti del Presidente russo, che fino a pochi anni fa veniva strenuamente difeso da quella che ai tempi era l’opposizione, e l’invito di Zelensky al festival di Sanremo, ecco che arrivano i primi cambi di opinione su argomenti molto più complessi e che dovrebbero essere il baluardo di un Governo che si etichetta come “conservatore”.

Già le prime stonature si erano sentite un anno fa, quando la Corte Suprema americana aveva abrogato il diritto costituzionale d’aborto. L’allora Senatore Salvini si era espresso con una frase ambigua che lasciava interpretare tutto e niente: “Credo nel valore della vita, dall’inizio alla fine, ma a proposito di gravidanza l’ultima parola spetta sempre alla donna.”, l’attuale Premier invece, si era premurata di specificare che “Fratelli d’Italia non vuole abrogare la 194.” rassicurando l’ala riformista del Parlamento invece dei suoi elettori.

Col tempo la situazione non ha fatto che peggiorare: di recente Luca Zaia, Governatore del Veneto e ammirato politico leghista, ha annunciato che l’inserimento di una clinica per il cambio di sesso nell’ospedale di Padova sia “una scelta di civiltà”. Il Vicepresidente del Senato Centinaio, invece, ha dichiarato che è arrivato il momento di discutere la possibilità di istituire una legge sul matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso.

La situazione più drammatica però, si registra nelle scuole: in alcuni istituti superiori si è acconsentito a integrare la cosiddetta Carriera Alias, ovvero la possibilità per gli studenti di cambiare nome adeguandolo al genere a cui sentono di appartenere, senza che sia obbligatorio il consenso dei genitori; inoltre, si sta iniziando a vociferare di ore di educazione sessuale il cui programma consisterebbe nell’insegnamento della fluidità di genere e della libertà sessuale.

Tutto questo mentre la leader dei conservatori italiani è a capo del Governo. Certo, a parole, alcuni esponenti dei partiti di maggioranza si scandalizzano gridando “no al gender nelle scuole!”, mentre sempre più ragazzini vengono confusi e scandalizzati nello stesso luogo che dovrebbe educarli a stare al mondo e che invece gli riempie la testa di idee senza logica né fondamento.

“Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.” Non sbagliava Chesterton, quando profetizzava un mondo in cui dire uomo e donna sarebbe diventato una bestemmia.

Pochi giorni fa mi è capitato di vedere un video in cui un ragazzo americano raccontava come aveva vissuto il suo primo giorno da donna, tale si sentiva dopo essersi munito di extension e unghie finte, e ci tengo a riassumere la sua folle dichiarazione in italiano: “Sono davvero emozionata, oggi è stata la mia prima giornata da donna: ho pianto due volte senza motivo, siccome ero nervosa ho fatto un po’ di shopping, e quando mi hanno chiesto come stavo, nonostante non stessi per niente bene, ho comunque risposto che sto bene!”. Personalmente mi sono sentita insultata da queste affermazioni, poiché il mio essere donna va oltre queste piccolezze da sindrome pre-mestruale. L’essere donna è parte di me, del mio fisico, del modo di funzionare del mio organismo: costantemente, nel mio corpo avviene un ciclo che coinvolge alcuni dei miei organi, influenzando in parte i miei pensieri e il mio umore, qualcosa che un uomo, per quante volte pianga senza ragione, non potrà mai sperimentare.

L’essere donna fa parte del mio modo di vivere, di pensare: il cervello di una donna ha una struttura e un funzionamento differente rispetto a quello di un uomo. Lo dimostrano numerosissimi studi neurologici che rivelano, ad esempio, una maggiore connettività tra gli emisferi del cervello femminile e maggiori connessioni in ciascun emisfero in quello maschile, piuttosto che una maggiore tendenza nelle donne all’empatia e alla socialità, al contrario degli uomini che hanno una maggiore predisposizione alla razionalità e alla riservatezza. Inserisco una breve nota per alleggerire l’argomento: ricordo qualche anno fa di aver ascoltato l’omelia di un parroco che, mentre parlava della Resurrezione di Cristo, aveva ironicamente (ma neanche troppo) sottolineato che Gesù era apparso a una donna, Maddalena, perché così, nel giro di poche ore, tutta Gerusalemme avrebbe saputo quanto era successo, se invece fosse apparso un uomo ad oggi non avremmo la minima idea che fosse risorto. Il significato della predica era che Dio conosce le nostre differenze e le sfrutta per diffondere il Suo messaggio.

L’essere donna fa parte del mio modo di dare la vita: le donne, anche a livello fisico, sono fatte per accogliere l’uomo e il suo seme, e per accogliere poi nel proprio grembo il bambino che nasce dall’unione dei due gameti, nutrendolo e proteggendolo per ben nove mesi. Un uomo non funziona allo stesso modo, non ha questa spinta viscerale all’accoglienza, ma il suo corpo è più massiccio e più resistente. A parità di allenamento, un uomo sano sarà sempre più forte a livello muscolare di una donna sana, ed è per questo che non possono competere tra loro: i loro corpi sono costruiti in un modo diverso, perché hanno scopi diversi. Così come nelle relazioni di amicizia o di amore quello che le rende solide è la complementarità, cioè la capacità di completarsi, anche il funzionamento del mondo si basa sullo stesso principio: la complementarità tra uomo e donna, che garantisce la procreazione e la sopravvivenza della specie umana.

Utero in affitto e fecondazione in vitro sono macchinosità per cercare di rendere normale ciò che non lo è: una coppia in cui una delle due persone è sterile non può avere figli, ma siccome ormai volere è potere, allora la scienza ha dato queste soluzioni al problema. Lo stesso discorso si può ripetere riguardo alle persone dello stesso sesso che vogliono avere un bambino: è fisicamente impossibile che possano riprodursi, perché appunto serve la complementarità che in questo caso manca. Ma di nuovo volere è potere, quindi due uomini scelgono da un catalogo la donna che sembra più sana per portare in grembo un bambino, frutto dell’inseminazione, tramite gli spermatozoi di uno dei due compagni, degli ovuli di una terza donatrice. Due donne, invece, scelgono, sempre da un catalogo, l’uomo più bello e intelligente che gli doni lo sperma per fecondare gli ovuli di una delle due. Non ditemi che non è disgustoso quanto avete appena letto, senza neanche aver approfondito il discorso sugli innumerevoli bambini che vengono uccisi durante questo procedimento. Il miracolo della Vita è qualcosa di Sacro e meraviglioso, e in questo modo non si fa altro che paragonarlo a un abominio che ha superato ogni limite umanamente concepibile.

Almeno fino ad ora: secondo il nuovo pensiero dominante ormai basta sentirsi uomo per essere uomo e sentirsi donna per essere donna. Queste affermazioni non possono mai essere messe in discussione, se ti azzardi a riconoscere la complessità di tale argomento, che viene banalizzato dagli stessi che lo esaltano, vieni accusato di transfobia, omofobia, bigottismo…

Tutto ciò che riguarda i percorsi di transizione fa parte di un tema molto delicato: se ci sono persone che vogliono intraprendere questo percorso, non basta che si presentino ad una clinica e dichiarino di identificarsi in un genere diverso dal loro biologico per attivare questo processo irreversibile e complesso, che necessita di un’assoluta consapevolezza e convinzione. È inevitabile un passaggio graduale, attraverso incontri con psicologi, terapeuti e psichiatri, che mettano in guardia la persona riguardo le varie fasi della terapia e si accertino che questa sia veramente pronta a superarla. Ora immaginate se durante queste fasi preliminari uno psichiatra dichiarasse che la persona in esame non ha effettivi dubbi sulla sua identità di genere, ma è affetta in realtà da un disturbo più complesso che ha male interpretato e che si è convinta che la causa fosse quella che in realtà non è (come è documentato di frequente, soprattutto negli USA, dove in alcuni Stati è fin troppo facile accedere a questi percorsi, con rilevanti casi in cui la persona sottoposta alla terapia ormonale si rende conto dell’errore quando ormai è giunta a un punto di non ritorno). L’Onorevole Zan organizzerebbe manifestazioni, cortei e scioperi contro la transfobia, inneggiando alla libertà di essere quello che si vuole senza che debba essere uno psichiatra a dare l’autorizzazione, schiere di sostenitori della comunità LGBTQ+ riempirebbero le strade e minaccerebbero lo psichiatra in questione, il quale non avrebbe alcun diritto di negare questo percorso a una persona che ha deciso di non riconoscersi più nel suo genere biologico.

Lo abbiamo già visto con le procedure preliminari all’aborto previste dalla 194 (a cui i politici “pro-vita” sono tanto legati), nei rarissimi casi in cui vengono applicate: se la mamma prima di procedere alla prenotazione dell’intervento viene indirizzata a colloqui con ginecologi, psicologi, volontari dei CAV e sottoposta alle ecografie necessarie per accertare lo stato della gravidanza, gli abortisti si scandalizzano e dichiarano che se una donna è incinta e vuole abortire deve avere la possibilità di farlo nel minor tempo possibile, senza necessità di confrontarsi con nessuno. Un recente articolo pubblicato da uno dei media online più radicali ne è la prova.

Questo è il problema, tutto ormai viene ridotto a un semplice “volere è potere”, anche se non è così. Banalizzare argomenti così delicati come l’aborto (è un diritto!), la fluidità di genere (sono chi io decido di essere!), la sessualità (basta che ci sia il consenso e posso fare quello che voglio quando voglio!), la procreazione (voglio un figlio, faccio un figlio!) è pericolosissimo, e lo è ancora di più se lo si fa davanti ai bambini, nelle scuole.

La generazione dei giovani di oggi è fragile, facilmente manipolabile, ha perso ogni riferimento perché tutti i valori su cui si reggeva la società sono stati cestinati e sostituiti da un’ideologia umanista che ti fa sentire libero di fare tutto quello che vuoi, ma che in realtà ti rende schiavo di un pensiero falso e ipocrita.

“La Verità vi farà liberi”.

L’unico modo in cui questo Governo può davvero dimostrarsi conservatore è quello di schierarsi in modo deciso su questi temi, prendendo le distanze dagli esponenti che si aprono a queste ideologie e cominciando a passare dalle chiacchiere ai fatti: è il momento di attizzare i fuochi.

La Verità dice: “Chi non è con me è contro di me” ma loro, da che parte stanno?

 

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.


 

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