Un dilemma morale illustra come la follia culturale che scoppia di tanto in tanto nella Città dell’Uomo può avere profonde conseguenze sulla vita di individui innocenti.

Articolo di LifeSiteNews tratto da un’omelia del Rev. Michael P. Orsi, sacerdote della Diocesi di Camden, New Jersey, attualmente è vicario parrocchiale presso la Parrocchia di St. Agnes a Naples, Florida. È conduttore di “Action for Life TV”, una serie televisiva settimanale via cavo dedicata a questioni pro-vita, e i suoi scritti appaiono in numerose pubblicazioni e riviste online.

 

Rev. Michael P. Orsi
Rev. Michael P. Orsi

 

Il famoso libro di sant’Agostino, La Città di Dio, identifica il “Regno Celeste” non come un luogo fisico, ma come una condizione esistenziale conforme alla volontà di Dio.

Il grande filosofo e dottore della Chiesa del quinto secolo descrive alcuni comportamenti e atteggiamenti che dobbiamo adottare per essere accolti nel Regno. E nota che ognuno di noi è chiamato a decidere se farà di questi comportamenti e atteggiamenti parte della sua vita.

In altre parole, dobbiamo scegliere in quale città vogliamo vivere: la Città di Dio (il Regno Celeste) o la Città dell’Uomo (il Regno Terreno).

Secondo la mia esperienza, questa non è una decisione che prendiamo una volta per tutte. Piuttosto, è un processo che si ripete ogni giorno della nostra vita. Scegliamo la nostra città ogni volta che esprimiamo un giudizio morale, decidendo di seguire quello che sappiamo essere il percorso corretto, oppure di evitare qualche angolo etico.

La maggior parte di queste decisioni riguardano piccole questioni. E mentre l’effetto cumulativo di tali scelte determina il nostro destino morale, non vediamo i risultati immediati di ogni giudizio – non di solito, comunque.

A volte, però, ci imbattiamo in una scelta il cui contrasto morale è troppo netto e le cui conseguenze sono ovvie e minacciose. Sono venuto a conoscenza di una tale situazione questa settimana, quando ho ricevuto una telefonata da un avvocato che si è trovato in un dilemma.

Questo tizio lavora per un’agenzia governativa in un altro stato. Era stato chiamato ad elaborare un ordine del Tribunale per cambiare l’identità legale di un ragazzo di 17 anni che è stato adottato da una coppia dello stesso sesso, ora sostiene di essere una ragazza, e ha iniziato le cure ormonali.

“Posso farlo, padre?”, mi ha chiesto l’avvocato. “So nel mio cuore che questo non è giusto”.

Il suo dilemma illustra come la follia culturale che scoppia di tanto in tanto nella Città dell’Uomo può avere profonde conseguenze sulla vita di individui innocenti. Ricevo molte domande da avvocati, medici, insegnanti e altri professionisti coinvolti in queste situazioni moralmente conflittuali.

Ci sono molte brave persone che lottano con difficili problemi etici di cui possiamo essere totalmente inconsapevoli. E queste non sono domande astratte. Possono influenzare il sostentamento di qualcuno, le sue responsabilità civili, la sua reputazione personale e la sua posizione nella comunità.

Come cristiani non dobbiamo mai promuovere ciò che è male. Ma ci vuole una persona forte e devota per tracciare una linea e dire: “Questa è la mia posizione. Non posso fare ciò che è sbagliato”. Perché il prezzo di tracciare quella linea può essere alto. Nel caso dell’avvocato – marito e padre di tre figli – erano in gioco il suo lavoro e i benefici dell’assicurazione.

Spesso il tuo istinto ti dice qual è la cosa giusta da fare, così gli ho chiesto: “Come ti senti a fare questo?”

Mi rispose: “Mi sento male”.

Abbiamo parlato ancora un po’ e alla fine della nostra conversazione mi ha detto: “Padre, non lo farò. Questo non è da Dio”. Ha scelto di vivere nella Città di Dio.

Non conosco ancora l’esito della decisione dell’avvocato, ma non sono un fatalista. Le cose potrebbero risolversi. Recentemente c’è stata una situazione simile che ha coinvolto un insegnante di ginnastica in Virginia che ha resistito alla politica della sua scuola di forzare l’uso di pronomi “preferiti” per i bambini che insistono di essere del sesso opposto.

L’insegnante è stato sospeso, ma è andato in tribunale e ha vinto il reintegro sulla base del primo emendamento. La corte ha ritenuto che la scuola avesse violato il suo diritto alla libertà di parola.

È assurdo che simili battaglie debbano essere combattute, che si debbano correre simili rischi. Ma questa è la vita nella Città dell’Uomo, il luogo dell’idolatria, dove ci viene detto che un ragazzo può essere trasformato in una ragazza o una ragazza in un ragazzo, tutto come espressione della volontà umana.

Proprio come i primi cristiani hanno sacrificato molto per il loro diritto di vivere secondo la volontà di Dio, così queste battaglie vengono combattute di nuovo. Pregate per le persone coraggiose che stanno portando avanti la lotta ai nostri giorni, cercando di vivere nella Città di Dio.

 

 

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