
Alla luce dei dibattiti svoltisi e dei documenti approvati durante il cosiddetto „Cammino sinodale“ tedesco, è grande non solo in Germania la preoccupazione tra i cattolici che si stia realizzando una frammentazione o addirittura una separazione della Chiesa cattolica che è in Germania dalla Chiesa universale.
Il dibattito tedesco, inoltre, non mancherà di avere ripercussioni sulla Chiesa universale e confluirà nelle consultazioni del processo sinodale mondiale avviato da Papa Francesco. Tanto più importante è che tutti sappiano su cosa effettivamente si stia votando in Germania. Numerose lettere e ammonizioni dal tono preoccupato inviate ai confratelli in Germania da vescovi e cardinali, ma anche da Roma e dallo stesso Papa Francesco, testimoniano già di un crescente allarme.
Tali messaggi, di norma, sono rimasti senza risposta o hanno ricevuto per replica solo parole dissimulanti ed evasive.
In effetti, a molti vescovi e funzionari piace placare gli animi nei media dicendo cose del tipo: dopo tutto, sono tutte solo „proposte“; si tratta di un „processo in corso“ e di un „dialogo“; naturalmente il Papa ha l’ultima parola; non si ha intenzione di separarsi dalla Chiesa universale.
Di fatto, però, la maggioranza dei vescovi ha approvato testi che minano alla base il magistero della Chiesa, indeboliscono la potestà episcopale e distruggono l’insegnamento permanente della Chiesa sull’antropologia cristiana („maschio e femmina li creò“), sull’amore, il matrimonio e la sessualità. Ma non basta: il Presidio sinodale ha addirittura annunciato di non voler rispettare il risultato negativo della votazione sul testo base del Forum IV „Vivere in relazioni riuscite“. Dopo che 21 vescovi coraggiosi avevano fatto cadere con il loro voto quel documento, che scandalosamente eleva dal punto di vista della teologia morale la pratica omosessuale e bisessuale al rango di una normale variante della sessualità umana, numerosi vescovi hanno dichiarato, contrariamente a ogni sinodalità e anche a ogni concezione di democrazia, che nella loro diocesi si sarebbero comunque orientati al documento rifiutato.
Monsignor Bätzing ha annunciato unilateralmente di voler comunque far confluire il testo nel processo sinodale mondiale, presentandolo anche in occasione della visita ad limina dei vescovi tedeschi a Roma. Ci chiediamo: a che servono d’ora in poi i dibattiti e le votazioni al Cammino sinodale, se ogni risultato „indesiderato“ viene semplicemente ignorato – e questo addirittura dal Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca?
Pochissimi cattolici in Germania, per non parlare del resto del mondo, hanno setacciato le pile di documenti che vengono lì presentate e approvate in nome di una tanto citata „riforma“ e con il pretesto di voler elaborare lo scandalo degli abusi. Nonostante in tale sede si asserisca di voler discutere le istanze „dei fedeli“ e i loro desideri di riforma, di fatto sono pochissimi i cattolici che prendono parte a questo dibattito, che viene soprattutto forzato da funzionari ecclesiastici. Inoltre, in Germania non pochi cattolici prendono deliberatamente le distanze da tale processo, perché non vogliono averci nulla a che fare e perché tanto non verrebbero comunque ascoltati.
Allo stesso tempo, nel dibattito mediale e pubblico – anche e soprattutto tra i teologi – non c’è accordo sulla questione di cosa venga effettivamente deliberato durante il Cammino sinodale: se cioè i contenuti approvati siano ancora compatibili con la dottrina cattolica o se il presunto progetto di riforma „Cammino sinodale“ stia manovrando la Chiesa tedesca in uno scisma.
Citazioni originali per una maggior trasparenza
In quanto iniziativa di laici cattolici, abbiamo deciso di far luce sugli innumerevoli testi di base e testi propositivi di azioni. A tal fine abbiamo compilato per voi e per tutti gli interessati una raccolta dei temi e delle citazioni più importanti tanto dal testo di orientamento quanto da ognuno dei quattro forum del Cammino sinodale, provvedendo contestualmente anche a una traduzione in più lingue (spagnolo, inglese, italiano). I testi sono disponibili per il download nelle rispettive lingue a questo link. Lasciamo che siano i testi stessi a parlare: ne risulteranno chiarezza e trasparenza maggiori rispetto alle interpretazioni dei media che circolano e vengono diffuse in gran numero. Leggete voi stessi che cosa veramente viene deliberato nel Cammino sinodale tedesco!
Vi preghiamo di leggere le raccolte delle citazioni originali tratte dalle risoluzioni del Cammino sinodale tedesco e di prendere posizione al riguardo come cattolici, se vi pare necessario. Come laici cattolici in Germania vogliamo preservare l’unità della Chiesa universale e chiediamo le vostre preghiere e il vostro sostegno.
Iniziativa „Neuer Anfang“ dalla Germania
Di seguito troverete i 5 documenti, ciascuno in forma di testo completo espandibile sulla homepage e di download in formato PDF sotto i link. Sì, potete e dovete sentirvi liberi di condividerlo!
Iniziativa a cura di laici cattolici “Neuer Anfang” dalla Germania
(La traduzione del testo in italiano è a cura di Alessandra Carboni Riehn)
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Testo di orientamento sul Cammino Sinodale
„Sulla via della conversione e del rinnovamento. Fondamenti teologici del Cammino sinodale della Chiesa cattolica in Germania“
(Risoluzione del Cammino sinodale approvata dall’Assemblea sinodale in data 3 febbraio 2022)
Il più alto Magistero della Chiesa ha esposto la dottrina vincolante sulla Rivelazione da ultimo, recependo l’intera Tradizione, segnatamente quella del Concilio di Trento e del Concilio Vaticano I, nella costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum del Concilio Vaticano II. Anche se l’esposizione di tale dottrina non è dogma in senso formale, essa gode di massima forza vincolante, in quanto atto del più alto Magistero e testimonianza dell’ininterrotta tradizione dottrinale.
Da questa esposizione del Magistero risulta un’architettura dell’epistemologia teologica che rispecchia tale carattere vincolante.
In generale va detto che: il „Testo di orientamento“ del Cammino sinodale dissolve tale architettura e la fa slittare nei fondamenti. La pragmatica del testo consente di riconoscere l’obiettivo di tale slittamento tettonico: l’intento è di preparare la revisione della dottrina cristiana, nominando fonti di rivelazione („storia“, „segni dei tempi“) collocate al di là della rivelazione divina escatologicamente definitiva e compiuta in Gesù Cristo (cfr. DV 4 e, sul tema, già DV 2).
Inoltre viene dissolta l’unità di Scrittura, Tradizione e Magistero, che è decisiva per la Dei Verbum (cfr. DV 10). Di conseguenza viene ignorata la competenza interpretativa del Magistero, unica definitivamente vincolante riguardo alla Parola di Dio (cfr. ibidem).
In sintesi, quindi, si dovrà constatare quanto segue: il testo rompe con la dottrina del più alto Magistero di Dei Verbum in punti centrali. Lo fa nella sostanza chiaramente, ma non apertamente: ammanta la sostanza dei fatti con un linguaggio che pare tradizionale. Ecco perché è necessario analizzare precisamente le impostazioni chiave del testo.
È decisiva la dissoluzione dell’unità di Scrittura, Magistero e Tradizione programmaticamente postulata dalla Dei Verbum 10, rinvenibile al n. 10 del Testo di orientamento e nell’ulteriore architettura del testo. Il Magistero viene (contrariamente a DV 10) separato da Scrittura e Tradizione, subordinato al sensus fidei dei fedeli e ai segni dei tempi e infine assegnato alla teologia. Questo slittamento fondamentale determina l’intera architettura successiva del Testo di orientamento. Non si tratta quindi di un’imprecisione, ma chiaramente di un’opzione sistematica.
Dal punto di vista fattuale, già nel testo i cosiddetti „segni dei tempi“ divengono, per la loro potenziale qualità rivelatrice, specifiche fonti di conoscenza di eventuale carattere normativo per la formazione della dottrina, in cui è possibile discernere la volontà di Dio. Ciò è chiaramente confermato da ultimo dall’interpretazione, certo autentica, che Mons. Georg Bätzing ha dato di questo nesso del Testo di orientamento durante la sua disputa con il Cardinale Koch. Secondo questa formulazione, si deve chiaramente constatare l’esistenza di un conflitto con l’affermazione secondo cui la rivelazione si è conclusa in Gesù Cristo (DV 4, cfr. 2).
A causa della dissoluzione del nesso tra Scrittura, Magistero e Tradizione, la Scrittura e la Tradizione assumono significati multipli, cosa che è anche chiaramente affermata nel Testo di orientamento. La definizione vincolante del loro significato si sposta, nel testo, dal Magistero alla teologia. La domanda „Quis judicat?“ trova quindi una risposta che fa riferimento più o meno aperto alla teologia accademica. Quest’ultima, infatti, è anche interprete del sensus fidei e dei segni dei tempi.
In tutto il testo compare quasi esclusivamente la funzione testimoniale del Magistero; la sua capacità di prendere decisioni vincolanti e autorevoli (ad esempio in caso di conflitto) è sistematicamente irrilevante, esattamente come l’idea di una forma dottrinale vincolante, che cresca nelle singole decisioni e sia punto di partenza e di riferimento di ogni legittimo sviluppo e approfondimento.
Sia fatto nuovamente riferimento alla pragmatica del testo: l’intento è di preparare la revisione della dottrina cristiana, non approfondendo la forma dottrinale finora vigente, bensì negandola (si vedano come esempio l’antropologia, l’etica sessuale, la dottrina del matrimonio e dell’ufficio episcopale).
Citazioni dal testo originale (con i numeri di riga della versione tedesca)
(10) Dei „luoghi“ più importanti della teologia fanno parte la Sacra Scrittura e la Tradizione, i segni dei tempi e il sensus fidei del popolo di Dio, il Magistero e la teologia. Nessun luogo può sostituire gli altri luoghi; tutti necessitano di una reciproca distinzione e connessione. Tutti questi „luoghi“ devono tornare ad essere scoperti e collegati tra loro in ogni tempo, in modo che la fedeltà di Dio alla promessa possa rinnovare la fede della Chiesa di generazione in generazione. Ognuno di questi luoghi contiene in ogni tempo un’eccedenza di profezia che può essere non ridotta, ma rafforzata da altri „luoghi“ e altri „tempi“.
(30) „Le riforme sono parte integrante della Tradizione: la Santa Messa cambia; la dottrina si sviluppa; la Caritas si dispiega. Nella sua dinamica, la Tradizione è il processo che verifica l’attuale forma della Chiesa e della fede, per tornare a riceverla e modellarla come dono sempre nuovo di Dio. La Tradizione della Chiesa è aperta per il contesto di nuove scoperte, nuove intuizioni, nuove esperienze che sfidano la fede tramandata e richiedono nuove risposte, capaci di dare una più profonda testimonianza alla verità rivelata di Dio e di servire alla crescita della Chiesa, all’annuncio del Vangelo e al cammino di comunione con tutti gli esseri umani cui si estende la grazia di Dio. La filosofia e la saggezza dei popoli, la scienza e le arti, la vita degli uomini e il lavoro sociale della Chiesa sono stati e sono fattori ispiranti per l’ulteriore sviluppo e il sempre nuovo dispiegarsi della Tradizione. Le voci profetiche non esistono solo all’interno ma anche all’esterno della Chiesa. Le condizioni e le impostazioni di vita delle persone cambiano col passare del tempo; questi cambiamenti sono improntati dalla Tradizione e la improntano a loro volta.“
L’interpretazione di Mons. Bätzing al proposito: „Insieme a tutta una serie di testi magisteriali, come ad esempio la Costituzione conciliare Gaudium et spes e l’Enciclica Pacem in terris del Santo Papa Giovanni XXIII, il Testo di orientamento parte dal presupposto che Dio, creatore e sostenitore del mondo, torna sempre a rivelarsi anche in questo mondo e nella storia dell’umanità, che la sua opera e la sua natura quindi si rivelano concretizzandosi in eventi della storia…… In questo senso, tuttavia, essi non sono solo „sfondo del comprendere“, ma vere e proprie fonti riflettere la fede. Non è solo dalla Scrittura e dalla Tradizione, dalla teologia, dal Magistero e dal sensum fidei dei fedeli che si può imparare qualcosa sulla volontà di Dio per gli uomini e per la sua Chiesa, ma anche dagli eventi contemporanei e dagli sviluppi della storia che il popolo di Dio attraversa pellegrino.“
(35) „I segni dei tempi indicano in quale direzione si debba ulteriormente sviluppare la tradizione. Nel suo sensus fidei, il popolo di Dio riconosce, in virtù dello Spirito, quale sia il percorso delle vie della fede: che cosa del passato debba essere conservato e cosa lasciato cadere, che cosa debba essere ulteriormente sviluppato e cosa vada integrato ex novo. La teologia riflette su cosa sia, sia stato e possa essere considerato tradizione.“
(43) „Il segno dei tempi dato con potenza dal grido delle vittime di violenza sessualizzata non rimane senza conseguenze. Esso mette a fuoco altre questioni della vita della Chiesa, di cui alcune sono già state da tempo sollevate: la questione del potere e la richiesta di una divisione dei poteri; la realizzabilità in futuro delle forme di vita sacerdotali; la richiesta di un accesso paritario per tutti i generi a ministeri e uffici della Chiesa; la ricezione degli attuali risultati della ricerca scientifica nella morale sessuale della Chiesa. Anch’esse potrebbero rivelarsi come segni dei tempi. Anch’esse vogliono essere interpretate nel contesto della ricerca della presenza di Dio e del suo consiglio. Anche per loro vale la parola: „Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono!“ (1 Ts 5,19–21)“
(48) „Nessun personale giudizio di coscienza potrebbe durare nel tempo se si chiudesse ai pro e ai contro di riflessioni condivise con altri. […] Non per nulla la parola „coscienza“ rimanda alla „conoscenza comune“, alla „conscientia“, alla syneidesis (1 Cor 10,28). Ma, in fin dei conti, si appella sempre alla propria intuizione, al proprio giudizio, alla propria decisione. La personalissima decisione ultima di coscienza sulla propria condotta di vita è vincolante – anche se dovesse risultare che è stata vittima di un errore. Ignorare la coscienza, pilotarla dall’esterno, spegnerla o anche trascurarla significherebbe negare il centro personale dell’essere umano e la sua dignità creata da Dio. La coscienza, da parte sua, trova orientamento alla luce della fede.[…]“.
(49) „La coscienza dei fedeli si avvale a tal fine non da ultimo delle conoscenze acquisite da diverse scienze. Ma questo dimostra anche che il sensus fidei non giustifica una pretesa di proprietà esclusiva rivendicata da parte di singoli credenti. Il sensus fidei dei fedeli spinge verso un con-senso, un senso condiviso – anche se un tale consenso non viene sempre raggiunto e la comunità dei credenti deve quindi, per un certo periodo di tempo, convivere con espressioni di dissenso. La Chiesa non è solo una comunità di memoria, ma anche una comunità di dialogo“.
(62) „Così la teologia riceve anche il compito di contrastare tentazioni fondamentaliste, quando le posizioni di individui o di gruppi vengono date per assolute, in modo incapace di dialogo, e si ritiene debbano essere sottratte a qualsiasi dibattito. Nella Scientific Community [inglese in originale – N.d.T.] della teologia si verifica un’autocorrezione grazie al dibattito scientifico critico. Nel dialogo con il Magistero è necessaria anche una contrapposizione critica, per entrambi i partecipanti al dialogo.“
(68) „La questione dell’appropriata partecipazione di tutto il popolo di Dio alle consultazioni e alle decisioni nella Chiesa si pone a livello mondiale e pretende nuove risposte. Soprattutto le vittime e i sopravvissuti degli abusi devono essere ascoltati. Le loro esperienze, la loro indignazione e i loro lamenti devono trovare un’eco nella dottrina e nella pratica della Chiesa. Già per le Sacre Scritture, le esperienze delle persone e la proclamazione della Parola di Dio sono inscindibili. Nessuno le può separare le une dall’altra.“
Link al documento originale:
https://www.synodalerweg.de/fileadmin/Synodalerweg/Dokumente_Reden_Beitraege/SV-III_1.1NEU_Synodalpraesidium-Orientierungstext-Beschluss.pdf
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