Ecco il secondo intervento di qualche giorno fa dell’arcivescovo di Philadelphia, Charles J, Chaput, al Sinodo dei giovani. Chaput, il primo vescovo americano con ascendenza pellerossa, come sempre molto schietto e diretto, dice: “Le società ricche del mondo di oggi che si definiscono ‘sviluppate’ – tra cui, in particolare la mia – sono in realtà sottosviluppate nella loro umanità”
Eccolo nella mia traduzione.
Fratelli,
nella sua omelia di apertura della Messa, il Santo Padre ha descritto Gesù come “eternamente giovane”,
Nella sua omelia di apertura della Messa, il Santo Padre ha descritto Gesù come “eternamente giovane”. Quando l’ho sentito, mi ha ricordato una canzone dell’artista, Jay-Z, che era popolare qualche anno fa. La canzone si intitolava “Forever Young”, ed era un remake di una canzone popolare del gruppo tedesco Alphaville degli anni ’80. Jay-Z cantava per i giovani – e per tutti noi – “Voglio vivere per sempre ed essere giovane per sempre”.
L’immagine di Gesù come “eternamente giovane” non solo è bella ma anche potente. Di fronte alle molteplici pressioni esterne sulla Chiesa di oggi, e ai problemi che affrontiamo anche all’interno della nostra comunità credente, dobbiamo ricordare che Gesù è vivo e vigoroso e offre costantemente ai suoi discepoli una nuova vita abbondante. Grazie, Santo Padre, per avercelo ricordato.
Naturalmente, il Gesù che è venuto al mondo da bambino non ha terminato la sua missione da giovane. Egli maturò in un uomo adulto di coraggio, di padronanza di sé e di misericordia guidato dalla giustizia e dalla verità. Era un maestro tenero e forte, comprensivo e paziente, ma anche molto chiaro sul tipo di scelte umane e di azioni che avrebbero portato a Dio, e su quelle che non lo sarebbero state.
Le società ricche del mondo di oggi che si definiscono “sviluppate” – tra cui, in particolare la mia – sono in realtà sottosviluppate nella loro umanità. Sono congelate in una sorta di adolescenza morale, un’adolescenza che hanno scelto per se stessi e che ora cercano di imporre agli altri.
L’Instrumentum Laboris fa un buon lavoro nell’esplorare le radici di quel sottosviluppo e le sfide che ne derivano per i giovani. Ma deve essere molto più forte e fiducioso nel presentare la Parola di Dio e la persona di Gesù Cristo come unica via verso un’umanità piena e gioiosa. E deve farlo molto prima nel testo.
Fonte: LifeSiteNews
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