“AIUTARE IL SUICIDIO RESTA UNA BARBARIE”
“Il comunicato della Corte Costituzionale in tema di ‘suicidio assistito’ lascia delusi e soprattutto molto preoccupati. È evidente che all’interno della Corte si sono confrontati due schieramenti: uno favorevole a ribadire quanto specificato nell’art.580 del Codice Penale ed uno che prende in considerazione la possibilità che possa giuridicamente esistere un ‘diritto al suicidio’”, cosi Massimo Gandolfini, leader del Family Day, commenta la nota della Corte Costituzionale – in attesa dell’ordinanza che uscirà nei prossimi giorni – con cui viene rimandata di un anno la pronuncia sulla costituzionalità dell’art. 580 del Codice Penale sul reato di aiuto al suicidio, per cui è imputato a Milano il leader radicale Marco Cappato.
“Ringrazio i giudici che hanno deciso di non arrendersi alla narrazione dei diritti ad ogni costo. Lascia comunque perplessi il riferimento ad un vuoto legislativo sui temi del fine vita, considerato che solo 10 mesi fa veniva approvata la legge sulle cosiddette DAT – di cui si è fregiato il Pd in campagna elettorale – che introducono l’eutanasia passiva con la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione. Rimane dunque il sospetto che si invochi un’istanza diversa, ovvero legalizzare il suicidio. Ma istigare e/o aiutare il suicidio è semplicemente una barbarie sociale, ancora prima che culturale”, prosegue Gandolfini.
“Abbiamo quindi davanti un anno di tempo per impegnarci, insieme a tutte le forze sociali e politiche, a rendere sempre più consapevoli gli italiani che chi smantella la vita deve essere fermato, perché fa male oggi e, ancor più, alle generazioni future”, conclude il presidente del Family Day.
Roma, 25 Ottobre 2018
Comitato Difendiamo i Nostri Figli
Fonte: Comitato Difendiamo i Nostri Figli
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