Un lettore mi scrive.
Egr. Dott. Paciolla,
quasi senza volerlo a volte finisco sui portali dei vari ISP italiani. E per una sorta di automatismo l’occhio va ai titoli più strambi, come ad esempio quello che Tiscali News riporta quest’oggi: “Dai politici favole favole favole. Non salvo nessuno. L’artista deve provocare per svegliare coscienze”.
Chi sarà mai a parlare così? La evidente parafrasi di una canzone degli anni ’80 me lo suggerisce: il Vasco nazionale, naturalmente! Ma se sulla prima metà della frase tutto sommato, pur separandoci in merito alle motivazioni di fondo, potremmo essere più o meno concordi, sulla seconda il suddetto “artista” non coglie il proprio umorismo involontario. Il Rossi più famoso d’Italia sarebbe immediatamente finito nel mirino della satira, se solo nel nostro paese vi fosse stata una satira degna di questo nome.
A dir la verità qualcuno ci ha provato ad imbastire una vera satira irriverente nei confronti del potere costituito, ma ha visto abbattersi sul proprio capo la mannaia della censura di Google: questi fulgidi paladini del “mondo libero” da contrapporre ai retrogradi russi e a quelle aree del mondo dove le dittature impediscono al libero pensiero di esprimersi. Sarà un caso ma parliamo di quel Fabio Lucentini che, dopo numerosi pezzi satirici realizzati parafrasando noti brani musicali, si vide sguinzagliati contro proprio i legali del “Blasco” che evidentemente non gradiva che la satira potesse toccarlo. Lui no. Non desidera certo contaminarsi con i brutti complottisti e negazionisti che non credono come lui nella Scienzah. Neanche per scherzo.
Ma la follia deve essere contagiosa, infatti ecco come Tiscali News apre il pezzo: “Il ruolo di un fenomeno come Vasco è anche quello di diffondere cultura e idee. Di far riflettere. Sollevare attenzione, scuotere le coscienze. ‘Io sono un provocatore. È questo il ruolo dell’artista: provocare le coscienze per mantenerle sveglie’, afferma il cantante. Un cantante, insomma, può benissimo rivestire anche i panni dell’intellettuale.”
Ora, non varrebbe neanche la pena perdere tempo a rilanciare scempiaggini di tal genere ma temo che non pochi avranno letto queste righe come fossero la cosa più normale di questo mondo. Ora quale “coscienza critica e sistematica della realtà” (in ciò consiste la cultura) diffonderebbe questo “artista” esattamente? E rispetto a che cosa esattamente avrebbe “destato le coscienze” considerato che ignora (almeno apparentemente) quelle dinamiche che, attraverso un processo di demolizione controllata di ogni ogni diritto naturale e libertà, ci stanno spingendo nel mondo distopico della dittatura digitale fatta di qr-code a mo’ di cane da guardia?
Mi lasci solo concludere citando il “top” dell’intervista: “…della distinzione destra-sinistra non me ne frega un ****… I politici ormai non fanno gli interessi di questo Paese, ma i loro interessi personali… L’Italia non conta niente nel mondo… È una grazia se siamo in Europa”.
Incredibile! C’è arrivato pure lui a capire che la storica contrapposizione ideologica è irrilevante. Sarebbe forse il caso di precisare tuttavia che la vera contrapposizione è fra chi sostiene che occorre affidarsi ciecamente agli “esperti” (indicati dal regime, si intende) e chi invece crede ancora nelle dinamiche democratiche a tutela dalle derive totalitarie oggi più che mai in azione. Un solo appunto: condivisibile questo accento sugli “interessi personali” ma non scordiamoci che essi sono strettamente connessi con la sudditanza ai loro padroni d’oltre oceano e dell’UE: in questo senso è vero che “non contiamo niente”. Ma se il “nostro” afferma infine che “è una grazia se siamo in Europa”, perché non si dedica al forse meno impegnativo cabaret anziché ai concerti? Perché sa, considerate le news di questi giorni attorno al mega – super – iper pass mondiale che OMS ed UE stanno mettendo a punto mi sa che emigrare sulla luna potrebbe cominciare a diventare interessante.
Grazie per l’attenzione.
Claudio – Saronno
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