Foto: copertina Der Spiegel del 02 giugno 2018

Foto: copertina Der Spiegel del 02 giugno 2018

Der Spiegel (in italiano Lo Specchio) è la rivista settimanale tedesca con la maggior tiratura in Germania, vende infatti circa un milione di copie alla settimana. Secondo The Economist, Der Spiegel è una delle riviste europee più influenti.

Proprio perché influente lo Spiegel dovrebbe essere rispettoso degli altri, soprattutto dei cittadini di un’altra nazione, in particolare se italiani.

La copertina del 2 giugno scorso è stata assolutamente irrispettosa sia nell’immagine sia nel titolo: “Gli scrocconi di Roma”.

Di certo il debito pubblico italiano è molto elevato. Di certo nel passato, come ancora oggi in alcuni casi, non siamo stati sotto l’aspetto delle finanze pubbliche un paese virtuoso. Ma, oggettivamente, la struttura adottata per la costruzione dell’area euro favorisce degli squilibri.

Per capirlo, facciamo riferimento ad un articolo scritto da Mike Mish Shedlock sul suo blog, nella mia traduzione.

Eurointelligence (del cui fondatore, Wolfgang Münchau, ieri abbiamo riportato un articolo scritto sul Financial Times) nota che i politici e i media tedeschi hanno intrapreso una furia xenofoba anti-europea, che ricorda un modo di fare degli anni Trenta:

Scrive Eurointelligence: “L’editoriale di Jan Fleischbauer dal titolo ‘Gli scrocconi di Roma’ è pieno di disprezzo. Si chiede come chiamare coloro che finanziano il loro dolce far niente con i soldi degli altri. Non ci sono premi per indovinare chi aveva in mente. E per buona misura scrive che il mendicante almeno dice grazie se si riempie il suo sacchetto. Egli conclude che nessuna nazione rispettabile dovrebbe chiedere aiuto se può aiutarsi da sola. Nessuna nazione rispettabile vuole essere conosciuta come una scroccona. Gli italiani hanno da tempo superato questa fase si conclude.

La rivista francese Marianne osserva che la copertina di Spiegel mostra arroganza, stereotipi e autoritarismo coerenti con la loro copertura della crisi politica in Italia. Non è un esempio di solidarietà.

Dopo i commenti imprudenti di Günther Oettinger della scorsa settimana, altri politici tedeschi hanno continuato con lo stesso spirito. Il deputato della CDU Eckhardt Rehberg ha avvertito che l’Italia sta giocando con il fuoco e mettendo in pericolo la zona euro. E Markus Ferber, un eurodeputato della CSU, ha detto alla ZDF che nel peggiore dei casi di insolvenza la troika (FMI, BCE e Commissione) dovrebbe marciare verso Roma e assumere il controllo del ministero delle Finanze italiano.

Andreas Kluth ha scritto su Handelsblatt che la Germania rappresenta l’opposto delle idee che uniscono la zona euro meridionale. Kluth afferma che queste due parti non sono conciliabili a lungo termine, a prescindere da quanto la Merkel si illuda di trovare una soluzione a breve termine. Il divario dà invece luogo a narrazioni culturali che utilizzano i peggiori stereotipi. E’ questo divario che condanna le proposte di riforma della zona euro di Emmanuel Macron, che Kluth definisce dal sapore meridionale. Egli chiede che i sostenitori accettino una riduzione dell’unione anziché mettere a repentaglio l’intera zona euro. Naturalmente, non c’è stata alcuna riflessione sul contributo della Germania a questa crisi”.

L’Handelsblatt parla di “italiani pigri” e “tedeschi cattivi”: Come l’euro semina discordia

“Una moneta comune avrebbe dovuto unire gli europei. Invece, li divide sempre di più, come l’Italia ha dimostrato anche questa settimana.

Che cosa, qualcuno potrebbe chiedersi, la Germania c’entri con gli eventi di questa settimana a Roma? Buona domanda. In superficie, niente.

Sotto la superficie, però, la Germania ha molto a che fare con la crisi politica italiana. Perché la Germania rappresenta l’opposto delle idee che più o meno uniscono la zona euro meridionale, dalla Grecia alla Francia e all’Italia. Laddove il sud chiede “solidarietà”, la Germania teme una “unione di trasferimento”, in cui il denaro del nord sovvenziona in modo permanente i prestiti inesigibili e la licenziosità fiscale nel sud. Dove il sud reclama stimolo, la Germania esige austerità. Laddove il sud vuole una discrezionalità fiscale, la Germania insiste su rigide regole ordoliberali.”

Fin qui Eurointelligence.

Concordo con quanto afferma Mike Mish Shedlock nell’articolo sul suo blog. Infatti, stante la moneta unica per tutte le nazioni dell’area euro, la produttività e la regolamentazione, che invece variano grandemente tra le singole nazioni, generano delle insanabili disugualianze che si esplicitano in squilibri finanziari all’interno dell’Europa.

Un esempio chiarissimo è dato dal sistema Target2. Esso è un sistema di pagamenti interbancario per l’elaborazione in tempo reale dei bonifici transfrontalieri in tutta l’Unione europea.

Guardate il grafico seguente:

Foto: grafico Target2

Foto: grafico Target2

In estrema sintesi:

-La Germania è creditrice di 902,4 miliardi di euro, principalmente nei confronti dell’Italia e della Spagna.

-L’Italia deve ai creditori 426,4 miliardi di euro.

-La Spagna deve ai creditori 389,3 miliardi di euro.

Ci si potrebbe chiedere: ma se gli squilibri sono così elevati, è possibile che si risolvano? La risposta sembra essere: NO.

Per questo, Wolfgang Munchau, nell’articolo che abbiamo riportato ieri, scriveva che una mancata riforma dell’Europa porterà alla rottura dell’area Euro, non l’Italia.

Il guaio, però, è che il Trattato dell’Europa per essere cambiato deve essere approvato all’unanimità, cosa alquanto difficile.

La Germania pagherà

Mike Mish Shedlock, a sua volta, è abbastanza pessimista. Dice infatti che:

“Le opzioni sono tre:

  1. La Germania e le nazioni creditrici cancellano una parte debito (delle altre nazioni) per la crescita dell’Europa. Questa è la soluzione del “transfer union”;
  2. La disoccupazione rimane permanentemente elevata e la crescita lenta in Spagna, Grecia, Italia, con stagnazione altrove in Europa;
  3. Disgregazione della zona euro

E queste sono le alternative.

La Germania non ammetterà l’opzione n.1. E’ irragionevole aspettarsi che l’opzione n.2 duri per sempre. L’unica porta rimasta aperta è la porta numero 3.

La mossa migliore sarebbe che la Germania lasciasse la zona euro. La Germania è nella condizione migliore per subirne le conseguenze.

Purtroppo, il risultato più probabile è una disgregazione distruttiva della zona euro, a partire dall’Italia o dalla Grecia.

Nel frattempo, le copertine che accusano l’Italia di essere ingrati scrocconi non possono essere d’aiuto”.

 

fonte: Mish Talk

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