Il cardinale Zen vola a Roma per consegnare a Papa Francesco una lettera che descrive in dettaglio la difficile situazione dei cattolici clandestini in Cina ed il loro grido di dolore.

Ecco l’articolo di ucanews nella mia traduzione.

Card Joseph Zen Ze-kiun (foto: Alberto Pizzoli—AFP/Getty Images, via Time)

Card Joseph Zen Ze-kiun (foto: Alberto Pizzoli—AFP/Getty Images, via Time)

 

Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun è volato a Roma e ha consegnato una lettera di sette pagine a Papa Francesco invitandolo a prestare attenzione alla crisi della chiesa clandestina (sotterranea, ndr) in Cina.

Il vescovo emerito di Hong Kong l’8 novembre scorso ha detto a ucanews.com che i sacerdoti gli hanno lanciato un grido di dolore dopo l’accordo tra Vaticano e Cina sulla nomina dei vescovi.

“(I sacerdoti) hanno detto che i funzionari li hanno costretti ad aprirsi, ad aderire all’Associazione patriottica cattolica cinese e ad ottenere un certificato di sacerdote con il motivo che il papa ha firmato l’accordo provvisorio sino-vaticano”, ha detto il cardinale Zen.

Egli ha detto che alcune parti dell’accordo non sono state rese pubbliche, il che significa che i fratelli e le sorelle della chiesa sotterranea non sanno cosa fare.

“Alcuni sacerdoti sono fuggiti, altri sono scomparsi perché non sanno cosa fare e sono arrabbiati. L’accordo non è rivelato, e non sanno se ciò che i funzionari dicono sia vero o no”, ha detto.

Il cardinale Zen ha detto che la Chiesa cinese sta affrontando nuove persecuzioni (vedi anche qui, qui, qui e qui) e la Santa Sede sta aiutando il Partito comunista cinese a sopprimere la comunità clandestina.

È volato a Roma dal 29 ottobre al 1° novembre per consegnare la sua lettera al Papa. “Voglio parlare di nuovo con il Papa e spero che riconsideri la questione, ma questa potrebbe essere l’ultima volta”, ha detto.

Nella sua lettera ha descritto come la chiesa clandestina abbia visto confiscati soldi, con il clero che ha avuto parenti turbati dalle autorità, che vanno in carcere o addirittura perdono la vita per la fede.

“Ma la Santa Sede non li sostiene e li considera come problemi, riferendosi a loro come coloro che causano guai e non sostengono l’unità. È questo che causa loro più dolorose”, ha detto il cardinale Zen.

La lettera affermava anche che la Chiesa cinese non ha la libertà di eleggere i vescovi.

“Il Papa ha detto che i membri della Chiesa cinese dovrebbero essere i profeti e talvolta criticare il governo. Sono molto sorpreso che non capisca la situazione della Chiesa cinese”, ha detto il cardinale Zen.

Il 26 settembre, quattro giorni dopo la firma dell’accordo provvisorio, il Papa ha scritto un messaggio ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale spiegando le ragioni della firma dell’accordo: promuovere l’annuncio del Vangelo e stabilire l’unità della comunità cattolica in Cina.

Inoltre, dopo la sua visita pastorale in Lituania, Lettonia ed Estonia dal 22 al 25 settembre, il Papa ha detto ai media sul suo volo di ritorno a casa che la gente dovrebbe “rendere omaggio a coloro che hanno sofferto per la fede”, specialmente in quei tre Paesi brutalmente calpestati dai nazisti e dal Partito comunista.

Il cardinale Zen ha detto a ucanews.com che le parole del Papa gli hanno fatto sentire che “non sembra sapere che la loro storia è anche la storia della Chiesa cinese e della situazione attuale”. Sospetta che il papa sia stato ingannato da persone intorno a lui che non gli hanno raccontato la reale situazione della Chiesa cinese.

Il cardinale Zen ha criticato il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ha negoziato con il governo cinese.

E’ molto esperto. Vede anche la brutta faccia della Cina e sa che non sono ragionevoli. Infatti, non si fida della parte cinese. Li usa solo per raggiungere lo scopo di stabilire relazioni diplomatiche”, ha detto.

Il cardinale Zen ha ribadito che le lettere scritte alla Chiesa cinese durante il regno di papa Benedetto XVI sono state tolte dal loro contesto, soprattutto per quanto riguarda l’esistenza della chiesa sotterranea (clandestina, ndr).

Ha detto: “Papa Benedetto XVI non parlava dell’anomalia della chiesa sotterranea stessa, ma la situazione in Cina non è normale. L’intervento del governo significa che la chiesa non può essere pura e porta all’anomalia, così i vescovi, i sacerdoti e i fedeli entrano nella clandestinità”.

Poiché il governo cinese interferisce ancora con la Chiesa, e i membri della Chiesa vogliono mantenere pura la loro fede, è impossibile chiedere che le chiese ufficiali e sotterranee si uniscano, ha detto il cardinale Zen.

“La nostra linea di fondo è il Papa. Non possiamo attaccarlo. Se questa volta il Papa si sbaglia, spero che ammetta l’errore; se non lo ammetterà, spero che il futuro papa indichi l’errore. Ma in fin dei conti, è ancora la decisione finale del Papa. Se non lo si segue, allora non c’è una regola, quindi i fratelli della terraferma non devono ribellarsi”, ha detto.

Il cardinale Zen ha fatto un precedente viaggio a Roma nel mese di gennaio dove ha anche consegnato al papa una lettera, questa volta per le preoccupazioni verso la Santa Sede che chiedeva a due vescovi riconosciuti (dal Vaticano) in Cina di farsi da parte e lasciare il posto ai vescovi illecitamente (ordinati dal Governo).

 

Fonte: UCANews

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