di Elena Mancini
Lo scorso 30 novembre, per il terzo anno consecutivo, si è svolta nel duomo di Santo Stefano a Vienna (in tedesco: Stephansdom) una serata di beneficienza organizzata dall’associazione Life+ e dal card. Christoph Schönborn, in collaborazione con il parroco della cattedrale viennese, Toni Faber, e i Cavalieri dell’Ordine di Malta. L’evento si è inserito all’interno della “Lunga notte della Solidarietà”, il cui motto quest’anno era “Together”, e il ricavato della serata in duomo è andato ad un ricovero per malati di Aids in Sud Africa gestito proprio dai Maltesi. La “Lunga notte della Solidarietà è nata in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Aids del primo dicembre e in questa occasione Life+ ha allestito 15 eventi per raccogliere fondi per vari progetti in favore dei malati di Aids. Life+, sotto la guida del suo presidente Gery Keszler, è l’organizzazione che finora ha messo in piedi regolarmente da 26 anni il monumentale Life Ball, che si svolge in primavera nello spazio esterno del Comune di Vienna e offre uno spettacolo pomposo con scenografie ammiccanti, canzoni live, sfilate di moda e a cui partecipano anche star internazionali in campo cinematografico e musicale, che fanno a gara per dimostrare il proprio spirito di solidarietà e dare sfoggio di piume e pallettes. Pur trovandosi attualmente in una pesante crisi economica, per cui dovrà lasciare la guida del Life Ball, questa associazione, come abbiamo appena visto, è riuscita sempre a mettere insieme nomi di grido della cultura e della società austriaco-tedesca, organizzando cene, mostre e concerti, fra cui la serata nel duomo di Vienna.
Quest’anno nello Stephansdom il programma ha avuto come tema centrale gli angeli, di cui il sottotitolo richiamava il bisogno. Per aggiungere al titolo dell’intera manifestazione della Lunga Notte della Solidarietà un richiamo alla fede, l’evento è stato chiamato “Believe Together”. Come riporta il quotidiano austriaco Die Presse, il presidente Keszler, ringraziando il card. Schönborn per la fiducia accordatagli e per le numerose manifestazioni che li hanno visti collaborare, ha tenuto a sottolineare che nella lotta contro l’HIV ciascuno di noi può essere un angelo. Ma gli angeli sarebbero anche, secondo Keszler, “apriporta per tutti coloro che sono lontani dalla chiesa, perché gli angeli non hanno paura del contatto fisico. Non giudicano in base a situazioni di vita o alla religione. Sono un simbolo di solidarietà, se non il simbolo di solidarietà”. A sua volta il cardinale, che per l’occasione indossava sul suo mantello nero il fiocco rosso simbolo della lotta contro l’Aids, introducendo la serata ha affermato che “Dio vuole che nessuno si senta escluso, vuole che tutti si sentano protetti” ed ha sottolineato che le persone intervenute all’evento non dovevano sentirsi come semplici ospiti, perché “in questa cattedrale siamo tutti a casa. È il tetto sopra l’anima, che si esprime in queste pietre e di cui abbiamo tanto bisogno”.
Il programma della serata, trasmesso in diretta anche sulla radio del duomo, ha alternato brani musicali a letture recitate da attori famosi e si è distinto per una scelta di repertorio piuttosto sobria e addirittura ricercata, soprattutto rispetto al “concerto teatrale” in versione rock basato sul famoso lavoro di Hugo von Hofmannsthal, Jedermann, che dette molto da discutere lo scorso anno. Quest’anno la musica sacra è stata protagonista: l’organo della cattedrale, un’orchestra e un’ensemble di ottoni hanno suonato pezzi principalmente a tema “angelico” di Bach, Haydn, Gigout, Gabrieli, Wagner, Mendelssohn-Bartholdy e Bruckner, accompagnando anche il coro del Duomo di Vienna e alcuni solisti in brani più o meno famosi. Ma non sono mancati anche un paio di pezzi più moderni, così che al Panis Angelicus di Franck si sono affiancati ad esempio And the angels sing, resa famosa alla fine degli anni ’30 da Benny Goodman, e un brano della ormai immancabile Conchita Wurst (o solo Wurst, come sembra volersi far chiamare attualmente), al secolo Thomas Neuwirth. Per capire la varietà dei testi invece basti sapere che è stato letto sia un brano della santa Ildegarda di Bingen che uno di Charles Baudelaire. Ma il testo che ha sorpreso di più è stata la storia del miracolo della Madonna di Montevergine, antico santuario in provincia di Avellino. A questo santuario è legata la leggenda popolare di un miracolo che sarebbe avvenuto intorno all’anno 1200 (1256 per alcuni) in cui una coppia di giovani omosessuali, che era stata catturata e lasciata legata ad un albero alle porte del paese a morire di gelo e in preda agli animali selvatici, fu salvata dall’intervento della Madonna, che, facendo uscire un provvidenziale raggio di sole, sciolse il ghiaccio e così i lacci dei due ragazzi. Ogni anno il 2 febbraio, una delle due feste della Madonna di Montevergine, detta popolarmente Mamma Schiavona, la comunità LGBT si reca in pellegrinaggio al santuario con una processione che chiamano la juta dei femminielli, festeggiando la Madonna con canti e tammurriate. In realtà la devozione da parte dei femminielli vanta una tradizione antica, pur non essendoci traccia storica della veridicità di questo miracolo, e prettamente religiosa, mentre da alcuni anni si è verificata una politicizzazione della festa, per cui il “Candelora Day” è stato fatto coincidere con il “Femminielli Pride”, causando attriti sia nella diocesi che anche, sembra (per queste informazioni si può sfogliare ad esempio il libro di Ida Marfella “La Vergine e il transgender”), fra i femminielli stessi, alcuni dei quali preferiscono mantenere la festa come pura devozione alla Madonna. Dal 2001 ogni anno partecipa al pellegrinaggio anche Vladimir Luxuria, che nel 2019 ha addirittura ricevuto la cittadinanza onoraria del comune di appartenenza del santuario, Ospedaletto d’Alpinolo. Colpisce quindi particolarmente che il cardinale Schönborn abbia introdotto questa storia così discussa con le seguenti parole riportate da Die Presse e Kath.net: “È un miracolo che mi ha toccato molto. Spero che tocchi anche voi”, come se fosse un dato di fatto.
Qui un momento dello spettacolo con Conchita Wurst nel Duomo di Santo Stefano a Vienna:
In questo video lo spettacolo di apertura del Life Ball 2019 :
Alcuni momenti del Life Ball 2019:
E qui lo spettacolo rock fatto l’anno scorso nel Duomo di Santo Stefano a Vienna nell’ambito dello stesso evento:
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