Dal 19 al 21 maggio 2018 si è svolto in Francia il 36° Pellegrinaggio di Pentecoste, che ha visto la partecipazione di oltre 12.000 pellegrini, i quali si sono recati a piedi dalla cattedrale Notre-Dame di Parigi alla cattedrale Notre-Dame di Chartres. Il pellegrinaggio si è concluso il Lunedì di Pentecoste con una Messa solenne nella forma extraordinaria del Rito romano, celebrata da S.E. il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Per la sua importanza, riprendo l’omelia che il card. Robert Sarah.

Eccola nella mia traduzione.

Foto: card. Robert Sarah

Foto: card. Robert Sarah

Cari pellegrini di Chartres. “La Luce è venuta nel mondo”, ci dice Gesù nel Vangelo di oggi, ma gli uomini hanno preferito le tenebre.

E voi, cari pellegrini, avete accolto l’unica Luce che mai tradisce, quella di Dio? Avete camminato per tre giorni. Avete pregato, cantato, sofferto sotto il sole e la pioggia. Voi avete accolto la Luce nel vostro cuore? Avete davvero rinunciato alle tenebre?Avete scelto la Via seguendo Gesù, che è la Luce del mondo? Cari amici, permettetemi di porvi questa domanda radicale, perché se Dio non è la nostra luce, tutto il resto diviene inutile. Senza Dio, tutto è tenebra.

Dio è venuto presso di noi, si è fatto uomo. Ci ha rivelato l’unica verità che salva, è morto per liberarci dal peccato, e nel giorno di Pentecoste ci ha donato lo Spirito Santo, Egli ci ha offerto la luce della fede… ma noi preferiamo le tenebre!

Guardiamo attorno a noi! La società occidentale ha scelto di organizzarsi senza Dio. E’ testimone di come ora è consegnata alle luci tremolanti e ingannatrici della società dei consumi, del profitto ad ogni costo e di un individualismo frenetico.

Un mondo senza Dio è un mondo di tenebre, un mondo di menzogne e di egoismi!

Senza la luce di Dio la società occidentale è diventata come una nave alla deriva nella notte. Non c’è più abbastanza amore per accogliere i figli, per proteggerli fin dal seno materno e per preservarli dall’aggressione della pornografia.

Privata della Luce di Dio, la società occidentale non sa più rispettare i suoi vecchi, accompagnare verso la morte i propri ammalati, dare attenzione ai più poveri e deboli.

È abbandonata alle tenebre della paura, della tristezza e della solitudine Non ha nulla da offrire se non il vuoto ed il nulla. Questa società lascia proliferare le più folli ideologie.

Una società occidentale senza Dio può diventare la culla di un terrorismo etico e morale più virulento e distruttore di quello degli islamisti. Ricordatevi che Gesù ci ha detto: “Non abbiate paura di coloro che possono uccidere il corpo, ma non possono uccidere l’anima. Temete piuttosto colui che può far perdere nella geenna sia l’anima che il corpo” (Mt.10,28).

Cari amici, perdonatemi questa descrizione, ma si deve essere chiari e realisti.

Se vi parlo in questo modo è perché nel mio cuore sacerdotale e di pastore sento la compassione per tante anime smarrite, perdute, tristi, inquiete e sole! Chi potrà condurle alla luce? Chi mostrerà loro il cammino della verità, il solo e vero cammino della libertà che è quello della croce? Le lasceremo nell’errore, a un disperato nichilismo o all’islamismo più aggressivo?

Noi dobbiamo proclamare al mondo che la nostra speranza ha un nome: Gesù Cristo, l’unico Salvatore del mondo e dell’umanità! Non possiamo più rimanere in silenzio!

Cari pellegrini di Francia, guardate questa cattedrale. È stata costruita dai vostri antenati per proclamare la loro fede. Tutto, nella sua architettura, nella sua struttura, nelle sue vetrate, proclama la gioia di essere salvati ed amati da Dio! I vostri avi non erano certamente perfetti, non erano senza peccato, ma volevano che la luce della loro fede rischiarasse le loro tenebre!

Oggi, anche voi, popolo di Francia: svegliatevi! Scegliete la luce! Rinunciate alle tenebre!

Come è possibile fare questo? Il Vangelo di oggi ci dice: “Colui che agisce secondo verità, viene alla luce”. Lasciamo che la Luce dello Spirito santo illumini concretamente, semplicemente le nostre vite, e penetri nelle regioni più intime e profonde del nostro essere! Agire secondo verità vuol dire mettere Dio al centro della nostra vita, come la Croce è al centro di questa cattedrale.

Cari fratelli, scegliamo di ritornare a Lui ogni giorno! Scegliamo fin da questo momento di impegnarci ogni giorno a trovare qualche minuto di silenzio per ritornare a Dio e per dirgli: “Signore, regna in me! Io ti dono tutta la mia vita”.

Cari pellegrini, senza silenzio non c’è luce. Le tenebre si nutrono dell’incessante rumore del mondo, che ci impedisce di tornare a Dio.

Prendiamo esempio dalla liturgia della messa di oggi. Esse ci portano all’adorazione, al timore filiale e amoroso di fronte alla grandezza di Dio. Essa ha il suo culmine nella consacrazione, in cui, tutti assieme, tutti rivolti verso l’altare, gli sguardi rivolti verso l’Ostia, verso la Croce, in una comunione silenziosa, siamo nel raccoglimento e nell’adorazione.

Fratelli, amiamo queste liturgie che ci fanno gustare la presenza silenziosa e trascendente di Dio, che ci fa rivolgere al Signore!

Cari Fratelli sacerdoti, ora mi rivolgo in modo speciale a voi. Il santo sacrificio della Messa è il luogo in cui troverete la Luce per il vostro ministero. Il mondo in cui viviamo ci sollecita costantemente. Noi siamo in continuo movimento senza prenderci cura di fermarci e prenderci il tempo di andare in un luogo deserto per fermarci un po’, in solitudine ed in silenzio, in compagnia del signore. C’è il pericolo che noi consideriamo noi stessi degli “operatori sociali. Ma così facendo non porteremo nel mondo la luce di Cristo, ma la nostra propria luce, che non è quella che gli uomini attendono da noi. Quello che gli uomini si attendono dai sacerdoti è Dio e la Luce della sua Parola proclamata senza ambiguità e falsificazione.

Facciamo in modo che conosciamo come rivolgerci a Dio in una celebrazione liturgica raccolta, piena di rispetto, di silenzio e impregnata di sacralità. Non inventiamo nulla nella liturgia. Lasciamo che riceviamo tutto da Dio e dalla Chiesa! Non cerchiamo lo spettacolo o la riuscita. La liturgia ce lo insegna, essere prete non è prima di tutto fare molto, ma è essere sulla croce con il Signore. La liturgia è il luogo in cui l’uomo incontra Dio faccia a faccia. La liturgia è il momento più sublime in cui Dio ci insegna “a conformarci all’immagine di suo Figlio, in modo che sia il primogenito tra i fratelli (Rm. 8,29). La liturgia non può essere un’occasione di distrazione, di lotta e di disputa. Nella forma ordinaria, così come nella forma straordinaria del rito Romano, l’essenziale è rivolgersi verso la croce, verso il Cristo, il nostro Oriente, il nostro Tutto, il nostro unico Orizzonte! Che si tratti della forma ordinaria o di quella straordinaria, cerchiamo di celebrare ogni giorno come in questi giorni, secondo il consiglio del Concilio Vaticano II: con una nobile semplicità, senza inutili aggiunte, senza ricerche estetiche strane e teatrali, ma con il senso del sacro, con l’unico pensiero del dare gloria a Dio e con un vero spirito di un figlio della Gloria di Dio, con un vero spirito di un figlio della Chiesa di oggi e di sempre!

Cari fratelli sacerdoti, serbate sempre questa certezza: essere con Cristo sulla croce è ciò che il celibato sacerdotale proclama al mondo. Il nuovo progetto, ancora avanzato da alcuni, di slegare il celibato sacerdotale, conferendo il sacramento dell’ordine a degli uomini sposati (dei viri probati), per, loro dicono, “ragioni pastorali o necessità”, avrà in realtà gravi conseguenze, rompendo definitivamente con la tradizione apostolica. Noi andremmo a costruire in questo modo un sacerdozio secondo la nostra natura umana, ma non perpetueremo e non perseguiremo il sacerdozio di Cristo obbediente, povero e casto. In effetti il prete non è solamente un “alter christus” (un altro Cristo, ndr), ma è veramente “ipse Christus”, egli è veramente Cristo stesso! Ed è per questo che, seguendo Cristo e la Chiesa, il sacerdote sarà sempre un segno di contraddizione!

E a voi, cari cristiani, laici impegnati nella vita della città, voglio dire con forza: “Non abbiate paura! Non abbiate paura di portare a questo mondo la Luce di Cristo!”

La vostra prima testimonianza deve essere la vostra stessa vita. Agite secondo la Verità! Nella vostra famiglia, nella vostra professione, nelle vostre relazioni sociali, economiche e politiche, possa Cristo essere la vostra Luce! Non temete di testimoniare la vostra gioia che viene da Cristo!

Per piacere, non nascondete la sorgente della vostra speranza. Ma, al contrario, proclamatela! testimoniatela! evangelizzate! La Chiesa ha bisogno di voi! Ricordate a tutti che “solo il Cristo crocifisso rivela l’autentico senso della libertà!” (Veritatis Splendor, 85), con Cristo, liberate la libertà che è oggi incatenata dai falsi diritti umani, tutti orientati verso l’auto-distruzione dell’uomo.

E a voi, cari genitori, desidero indirizzare un messaggio del tutto particolare. Essere padri e madri di famiglia nel giorno d’oggi è una difficile avventura, piena di sofferenze, di ostacoli, pensieri e preoccupazioni. La Chiesa vi dice grazie, sì, grazie per il dono generoso di voi stessi! Abbiate il coraggio di allevare i vostri bambini alla luce di Cristo. Sarete costretti spesso a lottare contro il vento dominante, a sopportare la derisione e il disprezzo del mondo. Ma noi non siamo qui per piacere al mondo. “Noi proclamiamo il Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e follia per i pagani!” (1 Cor. 1, 23-24) Non abbiate paura. Non rinunciate a questo impegno! La Chiesa attraverso la voce dei papi –  in modo speciale dopo l’enciclica Humanae vitaevi affida una missione profetica: Testimoniare davanti a tutti la vostra gioiosa fede in Dio, che ci ha fatti guardiani intelligenti dell’ordine naturale! Annunciate ciò che Gesù ci ha rivelato con la sua vita: “La libertà è realizzata nell’amore, che significa, il dono di se stessi” (Veritatis Splendor, 87).

Cari Genitori, la Chiesa vi ama! Amate la Chiesa! Ella è vostra madre! Non vi unite a coloro che si prendono beffe di Ella, perchè loro vedono solo le grinze della sua attempata faccia a causa di secoli di sofferenza e durezza. Persino oggi, Ella è stupenda e irradia santità.

Infine, a voi giovani, che siete qui tanto numerosi, indirizzo ora il mio saluto.

Vi prego di ascoltare prima di tutto un “anziano” che è molto più autorevole di me. Si tratta dell’evangelista San Giovanni. Al di là dell’esempio della sua vita, San Giovanni ha lasciato anche un messaggio scritto per voi giovani. Nella sua prima lettera leggiamo delle parole commoventi di un anziano apostolo ai giovani delle chiese che aveva fondato. Ascoltate questa voce piena di vigore, saggezza e calore: “Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti. La parola di Dio dimora in voi, e avete vinto il maligno. Non amate il mondo, né le cose del mondo” (1 Giov. 2, 14-15).

Il mondo che non dobbiamo amare e al quale non dobbiamo conformarci – come ha detto padre Cantalamessa nella sua omelia del Venerdì Santo 2018, non è, lo sappiamo bene, il mondo creato e amato da Dio. Non sono le persone che sono nel mondo, verso le quali, al contrario, dobbiamo continuamente andare. Soprattutto le più povere e deboli, per servirle e amarle umilmente… No, il mondo che non dobbiamo amare è un altro mondo; è il mondo caduto sotto la dominazione del peccato e di Satana. È il mondo delle ideologie che negano la natura umana e distruggono le famiglie...È il mondo delle strutture onusiane, che impongono imperativamente una nuova etica mondiale, giocano un ruolo decisivo e sono diventate oggi uno schiacciante potere, che si diffondono attraverso l’etere mediante illimitate possibilità tecnologiche. In molte nazioni occidentali, oggi è un crimine rifiutarsi di sottomettersi a queste orribili ideologie. Questo è quello che noi chiamiamo adattamento allo spirito del tempo, il conformismo. Un grande scrittore britannico del secolo scorso, un credente, Thomas S. Eliot, ha scritto delle parole che ci dicono molto di più che tanti libri: “In un mondo di fuggitivi, colui che prende la direzione opposta apparirà come uno che fugge”.

Cari giovani cristiani, se permettete a un anziano, come era San Giovanni, di parlare direttamente a voi, anch’io vi esorto e vi dico: Voi avete vinto il maligno, combattete tutte le leggi contro natura che vi imporranno, opponetevi a tutte le leggi contro la vita, contro la famiglia! Siate quelli che prendono la direzione opposta. Osate andare contro corrente! Per noi cristiani la direzione opposta non corrisponde a un luogo, ma a una Persona, a Gesù Cristo, nostro amico e nostro Redentore! A voi giovani affido un compito particolare: salvate l’amore umano dalla tragica deriva in cui è caduto: l’amore, che non è più il dono di sé stessi, ma solo il possesso dell’altro. Un possesso spesso violentemente tirannico. Dio, dalla croce, si è rivelato come “agape”, ossia l’Amore che si dona fino alla morte. Amare veramente è morire per l’altro, come quel giovane gendarme, il colonnello Arnoud Bertrame!

Cari giovani, voi avete provato spesso questa lotta fra la luce e le tenebre che è presente nelle vostre anime. Qualche volta siete sedotti dai facili piaceri di questo mondo. Con tutto il mio cuore sacerdotale vi dico: Non abbiate esitazioni: Gesù vi donerà tutto. Seguendolo potrete essere dei santi e non perderete nulla, ma guadagnerete l’unica gioia che mai delude.

Cari Giovani, se qualcuno di voi oggi si sente chiamato da Cristo a seguirlo come sacerdote, come religioso o religiosa, non esitate a dire a lui “fiat”! Un sì entusiasta e senza condizioni.

Dio vuole che abbiate bisogno di voi! Quale gioia e quale grazia! L’Occidente è stato evangelizzato dai santi e dai martiri. Voi, giovani d’oggi, sarete i santi e i martiri che le nazioni attendono per una nuova evangelizzazione. Le vostre patrie hanno sete di Cristo! Non tradite le loro attese! La Chiesa ha fiducia in voi.

Io prego perché siano numerosi fra voi coloro che risponderanno alla sua chiamata durante questa messa. Alla chiamata di Dio, a seguirlo. A lasciare tutto per Lui, per la sua luce. Quando Dio chiama, Lui è radicale. Vale a dire che Egli va direttamente alla radice. Cari amici, non siamo chiamati ad essere mediocri cristiani. Egli ci chiama a seguirlo fino al dono totale, fino al martirio del corpo o del cuore.

Caro popolo di Francia, sono i monasteri che hanno costruito la civilizzazione del tuo paese. Sono le persone, gli uomini e le donne che hanno accettato di seguire radicalmente Gesù, fino in fondo. Sono loro che hanno costruito l’Europa cristiana. Poiché loro hanno cercato Dio solamente, hanno costruito una civilizzazione bella e pacifica, come questa cattedrale.

Popolo di Francia e popoli dell’Occidente, voi non troverete la pace e la gioia finché non metterete Dio al primo posto! Ritornate alla fonte! Ritornate ai monasteri! Si, lo dico a tutti voi: osate passare qualche giorno in un monastero! In questo mondo in tumulto, pieno di brutture e bassezze, i monasteri sono delle oasi di gioia e bellezza! Lì farete esperienza del fatto che è possibile mettere Dio al centro della vita. Farete esperienza della gioia che non passa mai.

Cari pellegrini, rinunciamo alle tenebre. Scegliamo la luce! Chiediamo alla Santissima Vergine Maria di insegnarci a dire il suo “fiat”, il suo «sì», pienamente, come Lei! Di saper accogliere, come Lei, la luce dello Spirito Santo. In questi giorni in cui, grazie alla sollecitudine del Santo Padre, papa Francesco, noi festeggiamo Maria, Madre della Chiesa, domandiamo a questa Santissima Madre il dono di un cuore grande, un cuore che non rifiuta nulla a Dio, un cuore che brucia d’amore per la gloria di Dio! Un cuore ardente, capace di annunciare agli uomini la Buona Novella, un cuore immenso, come quello di Maria, abbondante come quello della Chiesa e ricco come quello del Cuore di Gesù.

Così sia.

 

Fonte: Catholicism pure & simple

 

 

 

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