Il cardinale Sean O’Malley, dell’arcidiocesi di Boston, Presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, nonché stretto collaboratore di Papa Francesco in quanto membro del C9 (comitato ristretto che coadiuva il pontefice nella riforma della Curia Romana), ha pubblicato ieri sul sito della sua diocesi pubbliche scuse per la non corretta gestione da parte del suo ufficio della risposta data ad una lettera del 2015 che segnalava gli abusi sessuali commessi dall’ex cardinale Theodore McCarrick. La scoperta recente da parte dei media di quella lettera ha generato delle comprensibili proteste.

Riporto l’intera comunicazione di scuse nella mia traduzione.

 

card. Sean O'Malley (foto AP/LaPresse)

card. Sean O’Malley (foto AP/LaPresse)

 

Dichiarazione del cardinale Seán P. O’Malley, OFM Cap

 

“Nel giugno del 2015 il Rev. Boniface Ramsey ha inviato una lettera che è stata ricevuta dal mio ufficio presso l’Arcidiocesi del Centro Pastorale di Boston. Il Rev. Robert Kickham, il mio Segretario sacerdote, ha ricevuto la lettera a mio nome, come fa per la gran parte della corrispondenza che arriva al mio ufficio presso il Centro Pastorale. La lettera di padre Ramsey mi è giunta in qualità di Presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori; in particolare la lettera presentava questioni riguardanti il comportamento dell’Arcivescovo McCarrick nei confronti dei seminaristi. La risposta di padre Kickham a padre Ramsey ha rilevato che casi individuali come quello da lui proposto per il riesame esulavano dal mandato della Commissione. Di conseguenza, non ha portato la lettera alla mia attenzione. A posteriori è ora chiaro a padre Kickham e a me che avrei dovuto vedere quella lettera proprio perché conteneva affermazioni sul comportamento di un arcivescovo nella Chiesa. Mi assumo la responsabilità delle procedure seguite nel mio ufficio e sono anche disposto a modificarle alla luce di questa esperienza.  
 
La mia prima conoscenza della lettera di padre Ramsey è avvenuta quando il mese scorso sono stati pubblicati i rapporti dei media sulla lettera. Mi scuso con padre Ramsey per non avergli risposto in modo appropriato e apprezzo lo sforzo che ha compiuto nel cercare di portare alla mia attenzione le sue preoccupazioni sul comportamento dell’Arcivescovo McCarrick. Mi scuso anche con chiunque abbia espresso le proprie preoccupazioni nella lettera di padre Ramsey.

Le accuse riguardanti i crimini sessuali dell’arcivescovo McCarrick mi erano sconosciute fino alle recenti notizie riportate dai media. Capisco che non tutti accetteranno questa risposta, visto il modo in cui la Chiesa ha eroso la fiducia del nostro popolo. La mia speranza è che possiamo ripristinare la fiducia e la fede di tutti i cattolici e della comunità in generale in virtù delle nostre azioni e delle nostre responsabilità nel modo in cui rispondiamo a questa crisi.

Ciò che rende tutto questo così difficile da capire è che è stata mia esperienza che, quando un sacerdote viene vagliato per essere nominato vescovo, ogni dubbio o problema riguardante la sua fedeltà alla sua promessa di celibato avrebbe portato alla esclusione del suo nome dall’essere preso in considerazione per essere nominato vescovo. La Conferenza Episcopale è ansiosa di capire come sia stato possibile che Theodore McCarrick sia stato nominato Vescovo, Arcivescovo e Cardinale.  Dobbiamo essere certi che questo non accada mai più. Per questo la Conferenza Episcopale sta chiedendo alla Santa Sede di effettuare un’indagine con la partecipazione di laici.

Concludo con le parole di papa Francesco che ieri ha scritto: “Chiediamo perdono per i nostri peccati e per quelli degli altri. La consapevolezza dei peccati ci aiuta a riconoscere gli errori, i crimini e le ferite del passato e ci permette, nel presente, di essere più aperti e impegnati in un cammino di rinnovata conversione”.

Boston, 20 agosto 2018

 

Fonte: Arcidiocesi di Boston

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