Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog stralci di una intervista concessa dal Prefetto emerito Card. Müller a Kath.net. Essa è stata ripresa da InfoVaticana da cui rileviamo gli stralci. Visitate il sito per leggere l”intervista nella sua interezza e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’intervista nella traduzione automatica. 

 

Card. Gerhard L. Müller
Card. Gerhard L. Müller

 

Il cardinale Müller, che sarà uno dei 400 partecipanti alla prossima Assemblea sinodale che inizierà il 4 ottobre, ha rilasciato un’intervista a Kath.net per parlare del Sinodo.

Vi proponiamo l’intervista del cardinale tedesco pubblicata su Kath.net:

 

Kath.net: Cardinale Müller: Quali domande e quali speranze! – Andrà al Sinodo sulla sinodalità?

Cardinale Müller: In virtù della sua ordinazione, il vescovo è il successore degli apostoli. È incaricato di guidare il popolo sacerdotale di Dio come pastore, con il Vangelo, nel nome di Gesù Cristo, Signore e Capo della Chiesa, e “in virtù del suo spirito guida” (dalla preghiera di consacrazione dei vescovi in Ippolito, Traditio Apostolica 3), di insegnare e santificare con i sacramenti della grazia (Lumen Gentium 20). “Con la successione apostolica, i vescovi hanno ricevuto il carisma affidabile della verità (charisma vertitatis certum), come è piaciuto a Dio. Ma tutti gli altri che non vogliono avere nulla a che fare con questa successione, che risale alle origini e si riunisce ovunque a piacere, sono sospettati di essere eretici con cattive intenzioni o scismatici. Tutti costoro abbandonano la verità (Ireneo di Lione).

Spero che sia la verità di Cristo a determinare la direzione del sinodo e non un processo dinamico di gruppo che porti i partecipanti nella direzione di un’antropologia anticristiana che mette in discussione il doppio genere dell’umanità creata da Dio. Questa palese contraddizione con la fede divina e cattolica è spesso velata da una presunta cura pastorale verso persone con qualche tipo di “preferenze erotiche”.

La norma del pensiero cristiano è l’uomo, per il quale il Figlio di Dio si è fatto uomo e ci ha riscattato dal peccato e dalla morte con la sua morte in croce. I propagandisti di queste ideologie antiscientifiche e antirivelazione, infatti, non si preoccupano realmente della felicità umana e della salvezza eterna di persone create a immagine e somiglianza di Dio, ma piuttosto della relativizzazione e quindi della distruzione del matrimonio naturale e sacramentale degli esseri umani come uomo e donna. Una “benedizione” fittizia di coppie dello stesso sesso non è solo una bestemmia contro il Creatore del mondo e dell’umanità, ma anche un grave peccato contro la salvezza delle persone interessate, che sono portate a credere che l’attività sessuale al di fuori del matrimonio sia pia.

I cristiani non si nascondono dietro ideologie antireligiose e legislazioni arbitrarie e positivistiche che contraddicono palesemente la ragione, basata sulla realtà naturale e rivelata. I discepoli di Cristo si lasciano guidare senza timore dalla Parola di Dio, che per bocca dell’apostolo dice: “Guardatevi dalla fornicazione! Ogni altro peccato che l’uomo commette è fuori del corpo. Ma chi commette fornicazione pecca contro il proprio corpo, o non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, che abita in voi e che avete da Dio?

 

kath.net: Quali preoccupazioni cercherà di sollevare, anche a nome di alcuni creditori che sono in contatto con lei?

Cardinale Müller: Alla luce delle discussioni precedenti e delle false aspettative di una correzione della rivelazione, che è sempre presente nell’insegnamento dogmatico della Chiesa, nel senso della visione naturalistica dell’uomo, in cui l’uomo è solo un prodotto accidentale di uno sviluppo cieco, invece di uno spirito pensante che comprende il mondo alla luce della creazione di Dio e della sua volontà di salvezza, vorrei richiamare l’attenzione soprattutto sul Vaticano II con la Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum.

Rimaniamo cattolici solo se crediamo e confessiamo che Dio si è rivelato una volta per tutte in Gesù Cristo, suo Figlio, “pieno di grazia e di verità” (cfr. Giovanni 1, 14-18).

La persona che crede in Dio si differenzia fondamentalmente dai suoi contemporanei sedotti ideologicamente (giacobini, comunisti, socialdarwinisti, nazionalsocialisti, wokisti) in quanto si considera un uditore della parola di Dio. Si confessa a Gesù, unico maestro di verità (Matteo 23:10; Giovanni 14:6) e “autore della vita” (Atti 3:15). “E in nessun altro nome si può trovare salvezza. Non c’è infatti altro nome sotto il cielo che sia stato dato agli uomini per essere salvati” (At 4,12).

Contro gli gnostici storici e i modernisti di oggi, Ireneo di Lione, a cui Papa Francesco ha concesso il titolo onorifico di “Doctor ecclesiae”, già nel II secolo affermava che con Cristo entrava nella storia la piena verità e tutta la novità, che nessuno aveva mai avuto (idealista). o materialista), la filosofia e le scienze umane e l’ingegneria e la tecnologia (Agenda 2030). “Io contraddico tutti gli eretici… Leggete più attentamente il Vangelo che ci è stato dato dagli apostoli, e leggete più attentamente i profeti. In esso troverete preannunciate tutte le opere, tutti gli insegnamenti e tutta la passione di nostro Signore. Ma vi verrebbe in mente di chiedervi: “Quali cose nuove ha portato il Signore quando è venuto?” Allora notate che Cristo ha portato solo cose nuove.

Il cristiano di oggi non si colloca (orizzontalmente) nello spettro ideologico e politico da sinistra a destra. Né può essere classificato come conservatore o progressista nello schema della fede nel progresso.

Il cristiano è colui che, con la mente e la volontà, offre a Dio “l’obbedienza della fede” (Rm 1,5) e acconsente volentieri alla sua rivelazione” (cfr. Dei verbum 5).

Possono essere chiamati cristiani nel senso della fede cattolica solo coloro che sono “pienamente integrati nella comunità della Chiesa e in possesso dello Spirito di Cristo, che accettano tutto il suo ordinamento e tutti i mezzi di salvezza in essa stabiliti e in essa “Il Papa e i vescovi sono uniti, e questo attraverso i vincoli del Credo, dei sacramenti e del governo e della comunità ecclesiastica” (Lumen Gentium 14).

 



Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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