Ecco il messaggio per la Santa Pasqua del card. Gerhard L. Müller, pubblicato su LifeSiteNews, nella traduzione dal tedesco fatta da Maike Hickson.

Ve la propongo nella mia traduzione in italiano.

 

Card. Gerhard L. Müller - Foto: Daniel Ibanez / ACI Group

Card. Gerhard L. Müller – Foto: Daniel Ibanez / ACI Group

 

Care sorelle e fratelli,

Nessuno di noi ha mai vissuto una situazione simile a quella che stiamo affrontando oggi. A causa della terribile epidemia di Coronavirus, la vita pubblica è drasticamente limitata. Non possiamo più celebrare la liturgia in chiesa la domenica e anche adesso nella Settimana Santa e a Pasqua. 

È vero che cerchiamo di accontentarci delle trasmissioni televisive delle Sante Messe. Ma questa soluzione di fortuna non può sostituire la nostra presenza fisica davanti al Volto di Dio in mezzo a una congregazione contemplativa ma anche gioiosa, che si unisce al giubilo pasquale dei redenti. La celebrazione fisica della liturgia corrisponde alla nostra natura sociale. E quindi Dio non ci incontra in pensieri astratti, ma visibilmente nel mondo e soprattutto in Gesù, che ha detto di sé: “Chi vede me vede il Padre” (Gv 14, 9). 

Il Signore risorto rimane presente tra i fedeli nella parola udibile della predicazione, nei segni visibili dei Sacramenti, nella comunione della Chiesa che si può sperimentare. Le parole della Sacra Scrittura ci mostrano, in questi tempi di divieto del contatto umano per motivi igienici e di regole da tenere a distanza, ciò che ci manca e che speriamo sia presto superato. 

Nella Chiesa primitiva era chiaro ciò che è seguito all’Incarnazione di Dio e alla vicinanza fisica a Gesù. 

Così ci dicono i discepoli di Gesù: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.”.  (1 Giovanni 1:1-4). 

Molti dei nostri fratelli cristiani, passati e presenti, non hanno avuto e non hanno l’opportunità (per esempio, in tempi di persecuzione o altre circostanze sfavorevoli) di partecipare alla vita delle congregazioni e alla celebrazione della liturgia con presenza fisica.  Naturalmente, Dio non ha ritirato loro la grazia che ricevono da Lui nella comunione spirituale in misura ricca. Ora possiamo anche leggere la Sacra Scrittura a casa, pregare insieme, rinnovare interiormente gli atti di fede, speranza e amore, rivalutare e, se possibile, migliorare il nostro rapporto con la famiglia e gli amici, fare una conversione interiore, pentirci dei nostri peccati e decidere di confessarli alla prossima occasione.

Dobbiamo mantenere vivo in noi il desiderio di assistere alla Santa Messa e di ricevere presto di nuovo i Sacramenti in chiesa.

Vorrei includere tutti voi, anche se a me sconosciuti, nelle mie preghiere. Formiamo una comunità di preghiera mondiale perché apparteniamo alla “Chiesa del Dio vivente” (1Tim 3,15).

La nostra situazione è spiritualmente un po’ paragonabile a quella dei discepoli che la domenica di Pasqua erano ancora spaventati e riuniti a porte chiuse. Ma proprio come allora, Egli entra oggi in mezzo ai suoi fedeli e dice a ciascuno di noi e a tutti noi: “La pace sia con voi”. Poi il Signore Crocifisso e Risorto ci mostra le sue mani trafitte e il suo fianco trafitto dalla lancia. 

E possa anche questo essere la causa della stessa reazione nei nostri cuori oggi come allora tra i discepoli che Gesù stesso ha liberato dalle loro incertezze e dai loro dubbi: “Allora i discepoli si rallegrarono quando videro il Signore”.  (Gv 20:20).

Auguro a tutti noi la gioia del Risorto.

Benedetta e felice Pasqua!

 

Il vostro, Gerhard Cardinale Müller, Roma

 

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