Il Catholic Herald e LifeSiteNews riprendono alcuni passaggi di un’intervista al Card. Gerhard L. Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, avvenuta durante la trasmissione The World Over dell’EWTN di ieri.

Eccoli nella mia traduzione.

Foto: card. Gerhard L. Müller

Foto: card. Gerhard L. Müller

 

dal Catholic Herald:

Il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede (CDF), ha esortato papa Francesco a “cercare la riconciliazione” con il suo critico arcivescovo Carlo Maria Viganò.

Parlando al programma The World Over dell’EWTN, il cardinale tedesco ha invitato il Papa a “dare risposte alle sue accuse o domande“, dicendo:  “Il popolo di Dio ha il diritto di sapere cosa è successo“.

L’arcivescovo Viganò, ex nunzio statunitense, ha accusato papa Francesco di aver ignorato ignorato le sanzioni imposte da Benedetto XVI all’ex cardinale Theodore McCarrick.

Il cardinale Müller ha detto che, mentre è sempre possibile commettere errori, “dobbiamo imparare dagli errori e dobbiamo migliorare nel perseguire gli abusi dei bambini e dei minori”.

Ha detto che il Santo Padre deve operare per preservare l’unità della Chiesa e per superare le divisioni dei fedeli.

“(Il Papa) deve essere simbolo dell’unità della Chiesa.  Dobbiamo superare, con l’aiuto del Santo Padre, la divisione della Chiesa tra conservatori e i cosiddetti liberali. Siamo una sola Chiesa unita nella fede e non di ideologia conservatrice o liberale“.

Il cardinale Müller ha detto di non aver sentito “nulla” riguardo alle sanzioni apparentemente imposte a McCarrick da Benedetto XVI. Ma ha detto che si deve avviare un processo canonico contro l’ex cardinale.

Inoltre non ha negato che papa Francesco avrebbe bloccato un’indagine della CDF (Congregazione per la Dottrina della Fede, ndr) sul cardinale Cormac Murphy-O’Connor.

Il cardinale (Cormac Murphy-O’Connor), morto l’anno scorso, è stato accusato di aver abusato di una ragazzina di 13 o 14 anni decenni fa. La polizia del Kent ha indagato sull’accusa, ma ha deciso che non poteva essere provata.

L’accusa è stata trasmessa per la prima volta alla CDF nel 2011 (quando Prefetto era il card. Levada William Joseph, ndr) e la Congregazione decise che non c’erano prove sufficienti per portarla avanti.

Il caso fu riaperto dalla CDF nel 2013 (il prefetto era il card. Müller, ndr) a causa di un “vuoto amministrativo” segnalato dall’Arcidiocesi di Westminster, secondo un articolo pubblicato dalla rivista Tablet.

Alla domanda se papa Francesco lo abbia esortato ad abbandonare il caso, il cardinale Müller ha detto di essere vincolato dal segreto pontificio, ma che alla CDF dovrebbe essere data maggiore indipendenza. Le accuse contro vescovi e cardinali richiedono un’approvazione speciale da parte del Papa, ha detto.

“La mia proposta è di rendere la Congregazione in questi casi più indipendente. Non è un bene che il Papa si appropri di questo diritto di fermare un’indagine necessaria”, ha detto.

Il cardinale ha anche detto che i sinodi non hanno autorità magisteriale.

Nella costituzione apostolica Episcopalis Communio, pubblicata il mese scorso, papa Francesco ha detto che il documento finale del sinodo, soggetto all’approvazione del Papa, entrerebbe ora a far parte del “magistero ordinario del successore di Pietro”.

Ma il cardinale Müller ha detto di non sapere da dove sia venuta l’idea che i sinodi stessi potrebbero essere magisteriali.

“Il Sinodo dei vescovi non è un concilio ecumenico – non ha autorità magisteriale“, ha detto. “Il Papa non può cambiare la costituzione fondamentale della Chiesa“.

 

Fonte: Catholic Herald

 

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 da LifeSiteNews:

 

Il card. Müller si è detto d’accordo con il conduttore della trasmissione, Arroyo, sul fatto che “l’idea sbagliata di misericordia, risparmiando a questi sacerdoti o vescovi le pene che meritano, è davvero la causa della crisi degli abusi“.

Questo risale agli anni ’60 e ’70“, spiega Müller. “C’era (un atteggiamento secondo il quale) Gesù predicava l’amore e nella Chiesa non abbiamo bisogno di leggi”.

Ma questo è stupido perché siamo una comunione di uomini”, ha continuato. “L’amore viene da Dio, ma possiamo diventare peccatori o commettere crimini, e quindi la Chiesa ha bisogno….. di questo (sistema) di pene contro i suoi membri, specialmente contro il clero”.

Dobbiamo tornare al vecchio sistema“, ha detto Müller. “Era meglio. La vecchia legge del diritto canonico deve essere ristabilita per superare questa crisi“.

Il Cardinale ha detto ad Arroyo che, come capo della CDF, il cui compito era quello di giudicare i casi di abuso clericale, era osteggiato da fonti influenti in Vaticano nella sua determinazione a ridurre gli abusanti allo stato laicale.  

Ho avuto personalmente un rapporto relativamente buono con il Santo Padre, ma poi hanno istituito un collegio speciale separato dalla Congregazione, all’interno della Congregazione…..“, ha spiegato. “Hanno deciso contro la nostra opinione [e] in molti casi di ricusare le pene perché alcuni di loro hanno questa opinione che non possiamo laicizzare un sacerdote. Sono assolutamente contrari alla secolarizzazione di un sacerdote”.

Questo gruppo di dieci aveva concordato che i sacerdoti colpevoli avrebbero dovuto ricevere una sanzione ma non il licenziamento dallo Stato clericale, una punizione che Müller ritiene assolutamente necessaria alla giustizia per la vittima o le vittime del sacerdote.

Ora vediamo il risultato di questa assolute false politiche (che) sono ingenue“, ha detto.

E posso solo ripetere il mio pensiero:  se l’abuso è così grande…..l’unica soluzione, e l’unica giustizia per la vittima, è che l’autore deve essere allontanato dallo stato clericale“, ha detto.  “Se sei un sacerdote, un buon pastore, non puoi rovinare le pecorelle“.

È l’unica via di fuga da questa crisi“, ha continuato.

(Riguardo al procedimento contro i vescovi) Müller conferma solo che la CDF ha bisogno di uno speciale permesso papale per iniziare un’indagine su un vescovo.

Tuttavia, Müller ha affermato con forza che crede che questo privilegio papale sia un errore e che tali indagini dovrebbero essere indipendenti dal pontefice, e non solo dall’influenza dei suoi amici.

Ci deve essere un processo ordinario….. Non ci possono essere ostacoli a un processo reale“, ha detto ad Arroyo. “Negli Stati Uniti, non è possibile che il presidente degli Stati Uniti possa fare una telefonata a un tribunale e fermarlo. Abbiamo bisogno dell’indipendenza dei tribunali ecclesiastici e del processo canonico“.

Il cardinale ha preso di mira i consiglieri più vicini a papa Francesco, che dice che interferiscono con le indagini e la nomina dei vescovi.

Il grande problema in questo pontificato sono i cosiddetti ‘amici’ del Papa che sono in realtà più i suoi ‘nemici’“, ha detto Müller.  “E noi, i suoi veri amici, siamo chiamati da alcuni mass media ‘i nemici’ del Papa. Ma questo modo di pensare nelle categorie di amicizia, o di non amicizia, non è utile“.

Abbiamo bisogno di una gestione corretta delle questioni di fede, di disciplina e di morale, e non di questo sistema di relazioni personali“, ha continuato Müller.

Müller ha affermato che quando si è riunito il C-9, o concilio dei nove cardinali scelti per essere la cerchia ristretta di papa Francesco, alcuni di loro hanno chiesto che alcuni candidati fossero nominati vescovi, non perché i candidati fossero i più qualificati per essere “pastori”, ma per giochi di potere. Così, hanno scavalcato la Congregazione dei Vescovi.

Questo è il problema“, ha concluso.

Fonte: LifeSiteNews

 

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