Ricevo da Sua Eminenza Card. Raymond Leo Burke e molto volentieri pubblico. Si tratta della sua prima omelia dopo la guarigione dalla COVID-19. La traduzione del testo, rivista e approvata da Sua Eminenza, è mia.

 

Raymond Leo Cardinale BURKE
Raymond Leo Cardinale BURKE

 

 

Messa votiva della Madonna il sabato di Avvento

 

11 dicembre 2021

Santuario di Nostra Signora di Guadalupe

La Crosse, Wisconsin

Is 7, 10-15

Lc 1, 26-38

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Il mio cuore è pieno della più profonda gratitudine a Dio onnipotente che, dal 10 agosto scorso, mi ha portato, attraverso una grande sofferenza che pareva dovesse finire con la morte, a offrire oggi la Santa Messa Pontificale di Nostra Signora del sabato di Avvento, secondo l’uso più antico del nostro amato Rito Romano. Nel ringraziare Dio per avermi conservato in vita, ringrazio anche Nostra Signora di Guadalupe, la Vergine Madre di Dio, e San Giuseppe, suo Vero e Castissimo Sposo, e la compagnia dei santi che hanno interceduto così potentemente per me durante il mio periodo di prova. Quando ho ripreso conoscenza dopo aver trascorso nove giorni critici su un ventilatore, sono stato riempito dalla consapevolezza che Nostra Signora di Guadalupe mi teneva costantemente tra le sue braccia e mi teneva unito nel cuore al glorioso Cuore trafitto del suo Divino Figlio, il Sacratissimo Cuore di Gesù.

Mi sono anche reso conto immediatamente degli innumerevoli fedeli che stavano pregando e offrendo sofferenze a Nostro Signore, durante il periodo della mia malattia e della mia guarigione, chiedendogli di guarirmi e di darmi forza. Mentre sono stato benedetto per avere avuto eccellenti cure mediche, che non dimenticherò mai nelle mie preghiere di gratitudine, è stato Dio che ha risposto a quelle molte preghiere e ha accettato quelle molte sofferenze, mantenendomi nella vita e aiutandomi a recuperare le forze. Nel ringraziare Dio oggi, offro preghiere grate per tutti coloro che hanno implorato Nostro Signore in mio favore, invocando l’intercessione della Madonna, di San Giuseppe e di tutti i Santi.

Offrendo la Santa Messa nella Chiesa del Santuario, mi affretto ad esprimere la mia più profonda gratitudine a Padre Paul Check, il Direttore Esecutivo, e al personale del Santuario per tutto l’incoraggiamento e il sostegno dato a me e alla mia famiglia durante i giorni più critici della mia malattia e della mia guarigione. Esprimo anche la mia gratitudine all’Oratorio di Santa Maria a Wausau e, in particolare, al Canonico Aaron Huberfeld, il Rettore dell’Oratorio, al Canonico Heitor Mateus, il suo Vicario, e al personale dell’Oratorio per avermi ospitato durante i quasi tre mesi completi della mia riabilitazione. Mi fa molto piacere che il Coro dell’Oratorio di Santa Maria offra la musica sacra per la Messa Pontificale di oggi e che siano presenti così tanti fedeli dell’Oratorio.

Sono profondamente grato all’Istituto di Cristo Re Sovrano Sacerdote di cui sono membri i canonici Huberfeld e Mateus e di cui fa parte il mio segretario personale, il canonico Stephen Michael Sharpe, per la fedelissima e generosa assistenza fornitami in tanti modi. Monsignor Gilles Wach, Priore Generale dell’Istituto, e Monsignor Michael Schmitz, suo Vicario Generale, non hanno risparmiato nulla nel fornirmi l’assistenza dell’Istituto. Ringrazio anche Madre Maria Regina, mia ex segretaria e ora Superiora delle Figlie dell’Opera di Maria, per tutto ciò che le sue Suore e lei hanno fatto con tanta generosità e competenza per assistermi. Che Dio ricompensi abbondantemente tutti coloro che mi hanno assistito e continuano ad assistermi, affinché io possa tornare pienamente al servizio attivo di Nostro Signore e del Suo Corpo Mistico, la Chiesa.

Chiaramente, se Nostro Signore mi ha tenuto in vita, Egli desidera che io sia sempre più fedele, generoso e puro nel lavorare con Lui per la salvezza delle anime. In modo particolare, a parte le mie responsabilità come Vescovo e membro del Sacro Collegio dei Cardinali, voglio concentrare il mio servizio di Nostro Signore e del Suo Corpo Mistico, la Chiesa, nel Santuario qui, aiutando il Santuario ad essere un faro della verità e dell’amore di Dio in un mondo assediato da così tante bugie e così tante azioni odiose. Con l’aiuto di Nostra Signora di Guadalupe e del suo santo messaggero, San Juan Diego, voglio aiutare i pellegrini al Santuario ad avere l’incontro più pieno possibile con Nostro Signore, un incontro che li sosterrà quando torneranno alle loro case, al lavoro e ad altre attività. In modo speciale, mi dedicherò alla realizzazione della Casa di Ritiro che sarà costruita accanto alla Chiesa, affinché i pellegrini possano regolarmente trascorrere qui alcuni giorni con Nostro Signore, specialmente nei momenti più importanti o critici della loro vita.

Dopo la Messa Pontificale, sarò presente nella Cripta della Chiesa del Santuario per salutarvi. Mi farà piacere salutare e ringraziare personalmente il maggior numero possibile di voi. A tutti coloro che sono presenti alla Santa Messa o che si uniscono a noi attraverso i mezzi di comunicazione, sappiate che rimarrete sempre nelle mie grate preghiere. Vi prego di continuare a pregare per me.

Il periodo di Avvento e, in modo particolare, la Messa votiva della Madonna il sabato di Avvento, ci indirizzano al nostro bisogno fondamentale di una relazione profonda e duratura con Dio. Senza Dio, siamo davvero come una terra arida che è senza vita e non può favorire la vita. Allo stesso tempo, l’Avvento e la Messa votiva di oggi testimoniano la presenza di Dio con noi nella Chiesa come il frutto incomparabile e duraturo dell’incarnazione redentrice di Dio Figlio per la nostra salvezza. Nell’Introito della Santa Messa di oggi, abbiamo pregato: “Fa’ scendere dall’alto la Rugiada, o cielo, e fa’ piovere sulle nuvole il giusto; fa’ che la terra si apra e germogli un Salvatore. Tu hai favorito, o Signore, la tua terra; tu hai ridato il benessere a Giacobbe”[1] Dom Prosper Guéranger, nel suo commento al Tempo di Avvento, prega:

Vieni, o Gesù, vieni presto, e dacci quell’acqua che sgorga dal Tuo sacro Cuore… Quest’acqua è la Tua grazia; fa’ che piova sulle nostre anime riarse, e anch’esse fioriranno; fa’ che plachi la nostra sete, e noi correremo sulla via dei Tuoi precetti ed esempi… No! Non ci saranno più mani deboli, né ginocchia deboli, né cuori deboli; perché sappiamo che è nell’amore che Tu vieni a noi. C’è solo una cosa che ci rende tristi: la nostra preparazione non è completa. Abbiamo ancora dei legami da spezzare; aiutaci a farlo, o Salvatore dell’umanità![2]

Egli ci esorta: “[Chiediamo], insieme alla Chiesa, la rugiada che darà nuova vita ai nostri cuori e la pioggia che li renderà fecondi”[3].

Quante volte sperimentiamo una mancanza di scopo e di direzione nella nostra vita? Quante volte le nostre vite possono sembrare come la terra secca e arida che è stata senza rugiada o pioggia? È allora che dovremmo alzare gli occhi per guardare Nostro Signore con noi nella Chiesa, soprattutto nella Santa Eucaristia, e contemplare come Egli ci ha salvati con la Sua Incarnazione Redentrice e come continua a riversare nei nostri cuori dal Suo glorioso Cuore trafitto la grazia che rende feconda la nostra vita, che ci rende una benedizione per il nostro prossimo.

È la Madre di Dio che ci aiuta a vedere e a cercare nel suo Figlio Divino la grazia che trasforma una vita che è diventata come un deserto in una vita che dà vita e promuove la vita per gli altri. Quando il re Ahaz rifiutò di rivolgersi a Nostro Signore in un momento di imminente morte e distruzione per mano di potenze straniere, Nostro Signore, attraverso il profeta Isaia, promise: “Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio e gli porrà nome Emanuele”[4]. La promessa di Nostro Signore si è definitivamente adempiuta, quando l’Arcangelo Gabriele annunciò alla Vergine Maria:

Ed ecco, concepirai nel tuo grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e il suo regno non avrà fine.[5]

La nostra Beata Madre, strumento scelto in cui Dio Figlio ha preso la nostra natura umana, unendola alla Sua natura divina, per salvarci dal peccato e salvarci per la vita eterna, nel suo amore materno per noi, ci invita costantemente ad alzare gli occhi e vedere la salvezza che Nostro Signore sta operando in mezzo a noi.

Oggi, molti cedono allo scoraggiamento o addirittura abbandonano Nostro Signore nella Chiesa, cercandolo altrove. La tentazione dello scoraggiamento o addirittura dell’abbandono di Nostro Signore è comprensibile, da un punto di vista puramente umano. Se tutto ciò che siamo e abbiamo è solo di questa terra, allora non abbiamo motivo di sperare. Ma la nostra Beata Madre guida i nostri occhi verso l’alto, affinché non vediamo solo il mondo terreno e passeggero intorno a noi e non riusciamo a vedere il nostro destino eterno. Con il suo aiuto, non solo accettiamo, ma addirittura abbracciamo con gioia la sofferenza del tempo presente, perché ci permette di partecipare alle sofferenze di Cristo per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo.

Con san Paolo, ci rallegriamo di completare nel nostro corpo le sofferenze di Cristo per la vita eterna, per il “mistero che è Cristo in noi, speranza della gloria”[6]. La nostra unica preoccupazione deve essere quella di dare i nostri cuori più completamente al Sacro Cuore di Gesù, che noi, come individui e nelle nostre case, viviamo in Cristo. Ricordiamo quotidianamente le parole di San Paolo che ci ha scritto come suoi “figlioli”, descrivendosi “in travaglio fino a che Cristo sia formato in [noi]”[7]:

[P]ensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. [8]

Che l’osservanza del santo Tempo di Avvento e dell’odierna Messa votiva della Madonna in Avvento ci porti la grazia di sapere sempre chi siamo in Cristo e di vivere in Cristo, con gli occhi fissi sulla destinazione del nostro pellegrinaggio terreno: la vita eterna con Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – , in compagnia degli angeli, nella Comunione dei Santi.

La bellezza della Sacra Liturgia di oggi è un’anticipazione della bellezza eterna del “nuovo cielo e una nuova terra in cui abita la giustizia”[9], che Nostro Signore stabilirà definitivamente alla Sua venuta finale e che è il destino del nostro pellegrinaggio terreno. Spingendoci ad entrare nella Sacra Liturgia con tutto il cuore, la nostra Beata Madre ci insegna a considerare tutta la vita sotto l’aspetto dell’eternità, a guardare tutto su questa terra nel contesto del Mistero della Fede, al quale partecipiamo più perfettamente attraverso la Santa Messa fino a partecipare per sempre alla “cena delle nozze dell’Agnello.”[10]

Unendo i nostri cuori al Cuore Immacolato di Maria, innalziamoli al glorioso Cuore trafitto di Gesù. Egli è sempre pronto a accogliere i nostri cuori, a guarirli nella sua incommensurabile e incessante misericordia e a infiammarli con il suo amore puro e disinteressato. Che Cristo, per intercessione della Sua Vergine Madre, faccia piovere sui nostri cuori la Rugiada e la Pioggia della Sua grazia, che li rende nuovi, che li rende fecondi per il nostro prossimo e per il nostro mondo.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Raymond Leo Cardinale Burke

 

 

[1] “Rorate, caeli, desuper, et nubes pluant iustum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem. Ps. 84,2 Benedixisti, Domine, terram tuam: avertisti captivitatem Iacob.” Missale Romanum, Missa de Sancta Maria in Sabbato, I, Tempore Adventus, Antiphona ad Introitum.

[2] “O Sauveur ! venez vite nous donner de cette Eau dont votre Cœur est la source, … Cette Eau est votre Grâce ; qu’elle arrose notre aridité, et nous fleurirons aussi ; qu’elle désaltère notre soif, et nous courrons la voie de vos préceptes et de vos exemples, … Non, désormais nos bras ne sont plus abattus ; nos genoux ne tremblent plus ; nous savons que c’est dans l’amour que vous venez. Une seule chose nous attriste : c’est de voir que notre préparation n’est pas parfaite. Nous avons encore des liens à rompre ; aidez-nous, ô Sauveur des hommes !” Prosper Guéranger, L’Année liturgique, L’Avent, 21ème éd. (Tours: Maison Alfred Mame et Fils, 1926), p. 250. [Guéranger].

[3] “[D]emandons, avec la sainte Église, la rosée qui rafraîchira notre cœur, la pluie qui le rendra fécond.” Guéranger, p. 251.

[4] Is 7, 14.

[5] Lk 1, 31-33.

[6] Col 1, 27.

[7] Gal 4, 19.

[8] Col 3, 2-4.

[9] 2 Pet 3, 13; cf. Rev 21, 1-8.

[10] Rev 19, 9.

 

 

 

 

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