Il card. Christoph Schönborn è l’attuale arcivescovo di Vienna ed è anche presidente della Conferenza Episcopale Austriaca. Egli ha curato l’ultima edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica (approvato da Giovanni Paolo II in forma definitiva il 15 agosto 1997) ed era anche molto vicino a papa Benedetto XVI.

In un articolo del 27 marzo 2008, pubblicato su Kath.Net, in occasione dei 40 anni della Humanae Vitae, regnante papa Benedetto XVI, il card. Schönborn ha affermato:

Voglio dirvi una cosa che ho nel cuore. Penso che sia una parola dello Spirito Santo che ho da dire. Qual è la colpa dell’Europa? La colpa dell’Europa, la sua colpa principale, è un no alla vita. Qualche giorno fa ho risposto alla televisione austriaca a una domanda di un giornalista: “L’Europa ha detto no al proprio futuro tre volte”. La prima volta nel 1968, oggi festeggiamo i 40 anni, respingendo la Humanae Vitae. La seconda volta nel 1975, quando le leggi sull’aborto inondarono l’Europa. La terza volta verso il futuro e verso la vita. Proprio ieri ho ricevuto dall’Austria la notizia che il governo ha accettato il matrimonio omosessuale, anche in Austria: questo è il terzo no. E non si tratta prima di tutto di una questione morale, ma di una questione di fatti e circostanze: L’Europa sta per morire perché ha detto no alla vita.

Passano gli anni e passano i Papi. Arriviamo al 2016. Sul soglio pontificio c’è papa Francesco che incarica il card. Schönborn di presentare al pubblico mondiale la nuova esortazione apostolica Amoris Laetitia. Inoltre, in una intervista aerea, il papa indica il card. Schönborn come l’interprete più autorevole della nuova esortazione.

La logica avrebbe voluto che l’interprete più autorevole fosse il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Gerhard L. Müller, se non altro perché è a capo dell’organo della Curia romana incaricato di promuovere e tutelare la dottrina della Chiesa cattolica. La decisione, però, è di pertinenza del papa.

L’Amoris Laetitia, come noto, suscita da subito notevole tensione nella Chiesa. C’è chi la critica e chi la loda. Tra questi ultimi c’è proprio il card. Schönborn. Accade però un fatto strano. Pfarrblatt, il bollettino parrocchiale della sua cattedrale di Santo Stefano, quella dell’arcidiocesi di Vienna, precisamente il n. 2 dell’ottobre 2016, è per gran parte dedicato a spiegare la Amoris Laetitia, anche con testimonianze scritte da famiglie. Tra queste, con grande sorpresa, a pag. 17 (vedi qui), troviamo quella di una coppia di uomini sposati civilmente, Georg Urbanitsch e Bernd Schlachter, con un bambino già adottato ed un altra in via di adozione. Il titolo dell’articolo è “We are family” (noi siamo famiglia, ndr). A firmare l’articolo è proprio uno dei due “papà” Georg Urbanitsch, il quale scrive:

“La famiglia Arcobaleno, Modern Family, la famiglia non convenzionale … ci sono molti titoli per il nostro bel nido di santuario. Ma non siamo così speciali, noi, vale a dire: papà Bernd, Papi Georg, e figlio Siya (…) Il nostro rituale della sera è sempre lo stesso. Leggiamo un libro, preghiamo, parliamo di ciò che è stato fatto di buono durante il giorno, e cantiamo la ninna nanna. Abbastanza spettacolare davvero”.

A dire il vero, ciò che di “spettacolare” si può notare è il fatto che l’arcidiocesi di Vienna platealmente normalizzi una “famiglia” omosessuale, e che essa, addirittura, serva a illustrare l’Amoris Laetitia.  

Foto: dall'articolo di Georg Urbanitsch sul bollettino parrochiale Pfarrblatt, pag.17

Foto: dall’articolo di Georg Urbanitsch sul bollettino parrochiale Pfarrblatt, pag.17

Andiamo avanti, ed arriviamo al 01 dicembre 2017. Sempre nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna si tiene la  commemorazione per le vittime dell’AIDS, in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. Essa è una commemorazione interconfessionale voluta dal Cardinal Christoph Schönborn ed organizzata in collaborazione con l’associazione AIDS Life. A pianificare l’evento il card. Schönborn ha chiamato Gery Keszler, fondatore insieme al suo compagno Torgom Petrosian, dell’associazione AIDS Life che ogni anno organizza il Life-Ball, una serata di gala per raccogliere fondi per la lotta all’AIDS.

Tra i partecipanti vi è anche Thomas Nuewirth, in arte Conchita Wurst, il quale aveva già ricevuto nel maggio del 2014 la vicinanza del cardinale. Infatti, sul giornale quotidiano Heute, il giornale gratuito che viene distribuito in città, il cardinale aveva scritto: Nel giardino variopinto del Signore c’è spazio per tutte le moltitudini”. Il cardinale concludeva poi con sono contento per Thomas Neuwirth, che col suo nome d’arte Conchita Wurst ha avuto un tale successo”.

Il barbuto Conchita dall’ambone ha così “pregato”:

Dacci un occhio attento, non solo qui, ma anche in tutti gli altri luoghi affinché possiamo comprendere veramente il mondo e la sua gente e così che tu ci possa aiutare a superare tutte le esclusioni, le discriminazioni ed evitare la persecuzione di coloro che vivono la loro identità in modo diverso. Cerchiamo di prendere consapevolezza di tutto questo ed aiutiamo coloro che sono diversi da noi stessi”.

Come si può vedere dal video, dall’ambone è stato fatto partire uno spottone a favore dell’omosessualità e della transessualità.

Arriviamo dunque a qualche giorno fa, e leggiamo un articolo di Maike Hickson dal sito OnePeterFive.

Il cardinale Schönborn è il “vescovo dei media” della Conferenza episcopale austriaca e, come tale, è ufficialmente direttore di Kathpress, il sito web della Conferenza episcopale. È anche responsabile, come arcivescovo di Vienna, di ciò che pubblica il suo sito diocesano. Questi due siti nei giorni scorsi hanno pubblicato una serie di articoli in occasione del 50° anniversario della promulgazione dell’enciclica “Humanae vitae” di papa Paolo VI.

Kathpress, in particolare, il 12 luglio scorso ha pubblicato un dossier con sei articoli, la maggior parte dei quali minano una parte essenziale dell’insegnamento della Humanae Vitae, vale a dire che la contraccezione artificiale è immorale. Nessuno degli articoli presenta una forte difesa dell’insegnamento di questa enciclica. Inoltre, viene esaltata la coscienza individuale. Come detto, alcuni di tali articoli, questo, questo e questo, sono stati pubblicati anche sul sito della diocesi di Schönborn. (E’ un po quello che sta avvenendo anche da noi in Italia su Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana)

Da tutto quello che si è illustrato ciò che si può dedurre è che appare un evidente e forte contrasto tra quello che il card. Schönborn ha detto nel 2008 (vedi all’inizio dell’articolo) e quello che ha fatto dal 2013 in poi. Come mai questa inversione? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo di certo è che i papi sono cambiati.  

di Sabino Paciolla

 

 

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