Testo ricevuto da don Tullio Rotondo che ha provveduto alla traduzione. Con piaciere pubblico.
Cardinale Jozef De Kesel
Vescovi fiamminghi
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CC:
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Bruxelles, 19 ottobre 2022
Lettera aperta
Eminenza,
Eccellenze,
Siamo una coppia sposata cattolica belga, genitori di bambini piccoli.
- Martedì 20 settembre 2022 avete pubblicato un documento dal titolo “Essere pastoralmente vicini alle persone omosessuali ” in cui promuovete il riconoscimento delle coppie omosessuali che desiderano vivere in una relazione stabile e fedele. Proponete un “momento di preghiera” in cui la coppia omosessuale pregherà per impegnarsi davanti a Dio gli uni con gli altri nella fedeltà.
Fornite esempi di preghiere che le persone intorno alla coppia (familiari, amici) possono recitare per e con loro, per rafforzare il loro legame e fare della loro casa un luogo di comprensione e tolleranza. Affermate che “anche se non si tratta di un matrimonio religioso, questo rapporto può essere anche per loro fonte di pace e di felicità condivisa”. I passaggi 250, 297 e 303 di Amoris Laetitia sono citati per sostenere la vostra iniziativa.
Dichiarate di voler accogliere e integrare meglio le coppie omosessuali all’interno della Chiesa e di voler “rispondere alle loro domande sulle posizioni della Chiesa”. Volete apprezzare la loro scelta e condividere la loro gioia per aver trovato un partner stabile.
Si dettaglia poi il “momento di preghiera” in cui la coppia chiederà a Dio “di benedire e perpetuare questo impegno di amore e di fedeltà”. Specificate che la cerimonia può essere semplice per mantenere una netta differenza tra il matrimonio sacramentale e questo “impegno” della coppia omosessuale davanti a Dio.
- Il focus principale dell’iniziativa pastorale pubblicata non è rivolto solo alle persone con tendenze omosessuali, come suggerisce il titolo del vostro documento, ma alle persone omosessuali attive e alle coppie omosessuali, che convivono e desiderano approfondire il loro impegno di fedeltà reciproca.
Le preghiere proposte sono destinate solo alle coppie dello stesso sesso che desiderano suggellare il loro amore davanti a Dio e chiedono di essere “donati l’un l’altro per sempre”.
Una coppia omosessuale che vive insieme e cerca di approfondire il proprio “impegno” reciproco è/è stata o sarà sessualmente attiva. È implicito nella vostra affermazione.
- Approvate quindi l’unione omosessuale, e quindi necessariamente gli atti omosessuali.
- L’atto omosessuale, tuttavia, secondo l’insegnamento della Chiesa, rimane “intrinsecamente disordinato” e viola il 6° e 9° comandamento sulla castità.
Con la pubblicazione del documento “Stare vicino alle persone omosessuali a livello pastorale”, vi siete formalmente allontanati dall’insegnamento di Cristo sulla sessualità ( Mt 19, 4-6; 15, 19-20) il cui uso è riservato al matrimonio, l’unione tra un uomo e una donna:
“Non avete letto questo?” Fin dall’inizio il Creatore li fece maschio e femmina, e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si attaccherà a sua moglie e diventeranno entrambi una sola carne. Quindi, non sono più due, ma una carne. Perciò, ciò che Dio ha unito, non separi l’uomo! (Mt 19, 4-6)
Il vostro documento:
-trasgredisce la legge divina nella Sacra Scrittura ( Gn 1, 26-28 e Gn 2, 24; Gn 19, 1-29; Lv 18, 22; Lv 20, 13, 1 Tm 1, 9-10)
-viola gli espliciti avvertimenti di san Paolo su questo tema ( 1 Cor 6, 9-10; Rm 1, 24-27)
– è diametralmente opposto al Catechismo della Chiesa Cattolica (CEC, 2357-2359).
– non tiene conto delle direttive impartite nel 2021 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Responsum CDF, 22 febbraio 2021)
– va contro più di 2000 anni di Tradizione e Magistero della Chiesa Cattolica.
Infine, la vostra nuova pastorale contraddice anche l’insegnamento di papa Francesco e dello stesso Amoris Laetitia, su cui affermate di fondare il vostro documento.
Amoris laetitia definisce chiaramente le linee guida per l’accompagnamento pastorale delle “situazioni irregolari”. Specifica in particolare che «il discernimento non può mai essere esente dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposto dalla Chiesa» (AL, 300).
Il papa afferma che nell’accompagnamento delle persone che vivono in “situazioni irregolari” devono necessariamente essere presenti le seguenti condizioni: “umiltà, (…) discrezione, (…) amore alla Chiesa e al suo magistero, nella ricerca sincera della volontà di Dio» (AL, 300).
Mette in guardia contro ogni relativismo:
“La tiepidezza, qualsiasi forma di relativismo, o una riluttanza ingiustificata nel proporlo, sarebbero una mancanza di fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore della Chiesa verso questi stessi giovani. Comprendere situazioni eccezionali non implica mai oscurare la luce dell’ideale nella sua interezza né offrire meno di ciò che Gesù offre all’essere umano» (AL, 307).
Papa Francesco respinge qualsiasi iniziativa che stabilisca anche la più vaga somiglianza tra unione omosessuale e matrimonio. Cita i Padri sinodali: “non c’è alcuna base per assimilare o stabilire analogie anche remote tra le unioni omosessuali e il progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia” (AL, 251).
Il vostro approccio contravviene quindi allo spirito sinodale.
- La Chiesa cattolica non può benedire né “pregare” un’unione contraria all’ordine del Creatore e che rientra nell’ordine del peccato.
Promuoverlo è cadere nell’eresia. Dire le preghiere suggerite è una bestemmia.
D’altra parte, amare le persone omosessuali in verità è richiesto dalla legge di Dio.
I sacerdoti fedeli che non desiderano che questo “momento di preghiera” si svolga nella loro parrocchia dovranno ricorrere all’“obiezione di coscienza” nella Chiesa a cui hanno consacrato la vita? Avete considerato l’impatto che la tua iniziativa avrà sui cristiani perseguitati in tutto il mondo, migliaia dei quali ogni anno preferirebbero morire piuttosto che tradire la loro fede?
Molti fedeli in Belgio soffrono profondamente per la vostra affermazione.
- Il vostro documento e la vostra nuova iniziativa pastorale ledono la dignità delle persone omosessuali nella Chiesa, insinuando che sono incapaci di seguire l’insegnamento di Cristo.
Questo è un approccio condiscendente, discriminatorio e umiliante per la persona con tendenze omosessuali, che desidera vivere secondo i comandamenti di Dio.
Non è l’amore di Cristo quello che state annunciando, ma un attacco alla vocazione alla santità a cui tutti sono chiamati, e quindi anche coloro che hanno tendenze omosessuali.
La persona con tendenze omosessuali, come ogni figlio di Dio nella Chiesa, è invitata a seguire i suoi comandamenti.
Con la grazia di Dio, non è meno capace di ogni altro cristiano di rispondere alla chiamata di Cristo: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» ( Lc 9,23 ). Non è meno capace di rispondere al comando d’amore di Cristo all’adultera: «Va’ e non peccare più» ( Gv 8,11).
La vostra iniziativa pastorale sostituisce il comando di Cristo alla donna adultera con: «Va’, continua a peccare e sii benedetta nel tuo peccato» .
La croce di Cristo, chiave della nostra salvezza, è stata rimossa dal tuo discorso.
Siamo tutti peccatori, creati ad immagine e somiglianza di Dio, chiamati a seguirlo nell’impegnativo cammino della santità e ad essere, nell’amore, «perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste» ( Mt 5,48). La misericordia di Dio ci ha donato i sacramenti per perseverare e progredire su questo cammino di santità.
Il vostro recente approccio non può essere definito pastorale.
Un pastore veglia sul suo gregge e cerca instancabilmente la pecora smarrita per amore puro e disinteressato per riportarla in salvo, lontano dai pericoli del peccato. Cristo, unico vero Pastore, ci riporta costantemente a Lui nel recinto perfetto del suo amore.
- Va incoraggiata una genuina pastorale delle persone omosessuali. La persona omosessuale nella Chiesa cattolica ha bisogno del nostro amore e del nostro rispetto, del nostro sostegno e della nostra preghiera.
Afferma giustamente papa Francesco: «Vogliamo anzitutto riaffermare che ogni persona, indipendentemente dalla sua tendenza sessuale, deve essere rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con attenzione per evitare ogni segno di ingiusta discriminazione» e in particolare ogni forma di aggressione e violenza» (AL, 250).
La vostra dichiarazione del 20 settembre non riflette l’amore di Dio per la persona omosessuale. Al contrario, invita le coscienze a ignorare la gravità del male morale. Il peccato (in questo caso, un’unione tra persone dello stesso sesso) non sarà mai una “fonte di pace e felicità condivise”, come proclamate.
***
Preghiamo e chiediamo che venga ripristinata la chiarezza, che cessi la confusione, che l’amore disinteressato di Cristo, Verità Incarnata, entri nei nostri cuori affinché possiamo aiutarci a vicenda a portare le nostre croci, alleviare le sofferenze e vivere secondo gli insegnamenti di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Desiderando seguire i comandamenti di Dio e la dottrina della Chiesa e per il bene dell’unità della Chiesa, a nome di moltissimi cattolici che soffrono e sono offesi per le vostre affermazioni, vi chiediamo di ritrattare il documento “Essere vicino agli omosessuali persone a livello pastorale”, del 20 settembre 2022.
Lo chiediamo per amore di Dio e dei suoi comandamenti, per amore della Chiesa e per amore delle persone omosessuali che vogliono vivere il progetto di Dio su di loro.
Vi chiediamo di riaffermare che l’unione sessuale è riservata all’uomo e alla donna, impegnati nel sacramento del matrimonio.
Non possiamo obbedire o accettare, seguire o partecipare al nuovo approccio pastorale alle coppie omosessuali come voi lo avete promulgato.
Data la gravità dell’argomento, si autorizza l’ampia diffusione di questa lettera.
La prego di accettare, Eminenza, Eccellenze, l’espressione dei nostri più rispettosi sentimenti.
- e MM. LEBBE
La lettera in lingua originale la trovate qui.
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