
di Brunella Rosano
Alcuni anni fa, nella mia precedente vita di insegnante, un giorno, durante l’intervallo, discutevo con la mia collega di religione sull’importanza dei dieci comandamenti. Non ricordo le parole esatte, logicamente, visto il tempo passato e l’età che avanza, ma ricordo che ero stata impressionata dal giudizio “negativo” espresso dalla collega, perchè, a suo dire, erano troppo “negativi”: non uccidere, non rubare, non… non…. Da parte mia li difendevo perchè sintetici ed essenziali. “Non uccidere” è “non uccidere”: si capisce subito la sostanza del comandamento. Lo stesso concetto in positivo richiede un numero ben maggiore di parole! Se vediamo nostro figlio che sta per infilare una forcina in una presa elettrica, gli urliamo: ”non toccare”! Non facciamo perifrasi lunghe per fargli capire che non deve infilare la forcina nella presa perchè rischia di rimanerci secco!
Con tanti discorsi che si fanno e che si dimenticano, questo colloquio con la collega mi era rimasto impresso… E poi, pochi giorni fa, ho letto un bellissimo articolo su La Verità, un brano tratto dal libro del Papa Emerito Benedetto XVI, in cui, trattando dei Sacramenti, traduce i comandamenti “negativi” in comandamenti “positivi”!
“……..Il Battesimo è un dono, il dono della vita. Un dono tuttavia deve essere accolto, deve essere vissuto. Un dono di amicizia comporta di dire sì all’amico e di dire no a tutto ciò che non è conciliabile con questa amicizia, che non è conciliabile con la famiglia di Dio, con la vita vera in Cristo”. “E se ci riflettiamo sopra, possiamo dire che anche noi, nel nostro tempo, dobbiamo dire no alla cultura della morte prevalente in ampi settori della cultura dominante, ad una ‘anticultura’, che si mostra ad esempio nel problema delle droghe, nella fuga dalla realtà verso un mondo delle apparenze, in una falsa fortuna, che trova la sua espressione nella bugia, nell’imbroglio, nell’ingiustizia, nel disprezzo degli altri, nel disprezzo della solidarietà e della responsabilità per i poveri e i sofferenti. Si mostra ancora in una sessualità che diventa mero piacere, senza alcuna coscienza della responsabilità, dove ha luogo, per così dire, una cosificazione del partner che non viene più considerato una persona degna di amore e fedeltà personale, ma diviene solo merce, mero oggetto”. “ A questa ‘anticultura’ diciamo no per coltivare la cultura della vita….. Il sì cristiano é stato sempre un sì alla vita……Potremmo anche dire che il volto di Dio, che è il contenuto di questa cultura della vita, il contenuto del nostro grande sì, trova espressione nei dieci comandamenti. Questi non sono un cumulo di divieti in cui troverebbe espressione solo il no; esprimono in realtà una grande visione della vita. Sono un sì ad un Dio che dà senso alla vita (i primi tre comandamenti), un sì alla famiglia (quarto comandamento), un sì alla vita (quinto comandamento), un sì ad un amore consapevole della responsabilità (sesto comandamento), un sì alla solidarietà, alla responsabilità sociale e alla giustizia (settimo comandamento), un sì alla verità (ottavo comandamento), un sì al rispetto degli altri uomini e di ciò che loro appartiene (nono e decimo comandamento). Questa è la filosofia della vita, la cultura della vita, che diventa concretamente applicabile e bella nella comunione con Cristo, il Dio vivente, che si accompagna a noi nella comunità dei suoi amici, nella grande famiglia della Chiesa. Il Battesimo è il dono della vita. È un sì alla sfida di vivere realmente la vita e di dire no all’attacco della morte, che si traveste da vita, ed è un sì al grande dono della vera vita, che è presente sul volto di Cristo che a noi si dona nel Battesimo e poi nell’Eucaristia”.
Da “La Verità” del 22 ottobre, pag. 15
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