di Sabino Paciolla
Dopo due anni di ritardi dovuti alla burocrazia e una diatriba tra i cittadini di Norcia da una parte ed il loro vescovo dall’altra, le ultime notizie dicono che la Basilica verrà ricostruita nel rispetto delle sue linee architettoniche precedenti la terribile scossa di terremoto che la distrusse il 30 ottobre del 2016.
Secondo la notizia data dall’ANSA, la Basilica di San Benedetto, a Norcia, avrà un volto antico e un’anima moderna. A stabilirlo sono le linee di indirizzo individuate della commissione ministeriale, presieduta dal professor Antonio Paolucci, propedeutiche al concorso internazionale di progettazione della ricostruzione. Linee guida che la soprintendente alle Belle arti dell’Umbria, Marica Mercalli, ha spiegato all’ANSA. “La Basilica verrà ricostruita sulla fisionomia originaria e quindi l’aspetto sarà esattamente così come era prima del terremoto” ha detto. “Nella ricostruzione – ha aggiunto – ci sarà invece molta modernità ma riguarderà, appunto, l’uso dei materiali e le tecniche di costruzione e consolidamento delle strutture, in modo da garantire la massima stabilità dell’edificio”. Estetica originaria vuole dire anche ricostruzione “fedele” del Portico delle misure e del campanile. A garantire che la chiesa di Benedetto tornerà, nell’immagine, quella di un tempo ci sono tonnellate di reperti che sono stati recuperati e altri lo saranno nei prossimi mesi.
La basilica di San Benedetto è prospiciente la piazza omonima, fulcro del centro storico della città di Norcia. La tradizione ritiene che in questo luogo fosse la casa natale dei santi gemelli, Benedetto e Scolastica. Intitolata a san Benedetto, patrono d’Europa e padre del monachesimo occidentale (V-VI secolo d.C.), la basilica rappresenta spiritualmente uno dei luoghi più importanti della Regione. L’esterno, tipicamente alto-medievale, contrasta con l’interno, ristrutturato nel XVIII secolo.
Il titolo del presente articolo potrà stupire, ma non più di tanto. La decisione presa dalla commissione ministeriale, ed illustrata dalla soprintendente alle Belle arti dell’Umbria, ha fatto prendere un sospiro di sollievo ai nursini. Infatti, all’indomani del terremoto il vescovo della diocesi Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, lanciò l’idea che la basilica fosse ricostruita secondo un progetto “tra antico e moderno”. “Della Basilica – ha ricordato il vescovo – sono rimasti la facciata, una parte della navata di sinistra e un pezzo dell’abside che devono essere sicuramente salvaguardati. Ma perché non trovare delle idee per tenerli insieme con qualcosa di nuovo? Lasciando così il segno anche della nostra epoca che ha vissuto la grave ferita del terremoto, documentandola con un’opera d’arte”. Quella proposta ha non poco stupito ed irritato i cittadini di Norcia.
L’ipotesi di una ricostruzione in chiave moderna non è piaciuta ai nursini che vogliono rivedere il simbolo di Norcia “com’era e dov’era”, si legge in una petizione lanciata dalla Pro Loco, che in pochi giorni ha raccolto su change.org più di 2000 firme. “Alcune ipotesi che strisciano nell’ombra non ci piacciono – è il messaggio della Pro Loco -. Non ci piace sentir parlare di progetti strampalati, di acciaio, di modernità fine a se stessa, di ‘nuovismo’ a tutti i costi. Non ci piace chi non riconosce alla tradizione il suo posto nel cuore della popolazione”. Timori che provengono dalla maggior parte dei cittadini e che si percepiscono anche nei vari gruppi social dedicati.
Norcia è stata a lungo popolare tra i pellegrini che desiderano venerare San Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale e patrono dell’Europa, la cui Regola, chiamata appunto “Regola di San Benedetto”, è divenuta, tra le tante regole all’epoca adottate nei monasteri, la più nota, e quella che ha avuto più influenza sulla cristianità e la cultura occidentale.
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