L’accordo stipulato tra Cina e Vaticano di qualche mese fa non ha impedito alle forze dell’ordine cinesi di distruggere parzialmente un convento cattolico le cui suore sono fedeli al Vaticano.
L’articolo in inglese è di Wang Zhicheng, la traduzione è mia.
Un convento di suore nella città di Qiqiqihar (contea di Gannan, provincia di Heilongjiang) è stato semidistrutto dalle forze dell’ordine. Questa mattina (il 20, ndr), il vescovo della diocesi, Mons. Wei Jingyi, ha detto che le suore sono riuscite a convincere le autorità a salvare una parte dell’edificio adibito a cappella e residenza. Altre parti sono state distrutte.
La demolizione è iniziata due notti fa. (il 18 dicembre scorso, ndr) Verso le 23:00 circa, la polizia è entrata nel convento e ha ordinato alle suore di andarsene in un’ora. A Qiqiqihar la temperatura della sera scende sotto lo zero (quella notte la temperatura è scesa a -24 gradi, ndr). Nel frattempo, alcuni poliziotti e operai hanno iniziato a distruggere serramenti, porte, ecc. Le suore avevano ricevuto la notifica di sfratto al mattino ed erano riuscite ad avvertire Mons. Wei.
I lavori di demolizione sono proseguiti per tutta la giornata di ieri, mentre il vescovo, alcuni sacerdoti e fedeli della diocesi hanno cercato di dialogare con le autorità per trovare una soluzione e un compromesso. Le suore hanno inviato messaggi che chiedevano preghiere e sostegno, insieme a video che mostravano i progressi della distruzione.
Secondo il governo, l’intero edificio è una costruzione illegale e ospita inoltre incontri religiosi illegali. La comunità di suore fa infatti parte della comunità clandestina (cioè di quelle comunità cattoliche riconosciute dal Vaticano e fedeli allo stesso, ma non riconosciute dalle autorità cinesi in quanto non iscritte alla Chiesa fondata dal Partito Comunista Cinese, ndr); lo stesso vescovo Wei Jingyi non è riconosciuto dal governo, anche se ha buoni rapporti con le autorità.
Alcuni fedeli sottolineano che la polizia, invece di cercare un compromesso, è venuta con l’intenzione di distruggere tutto immediatamente. Sospettano che l’operazione abbia avuto lo scopo di esercitare pressioni sulla comunità clandestina affinché si registrasse sotto il governo.
Questa mattina Mons. Wei ha annunciato che “il problema è risolto” e che le suore hanno trovato un altro posto dove vivere. Solo una parte dell’edificio semidistrutto rimarrà di proprietà delle suore.
Fonte: AsiaNews
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