Dall’Assemblea Generale preparatoria del Concilio plenario dell’Australia tenutosi a Brisbane arrivano segnali piuttosto ambigui sulla linea che la Chiesa locale vuole tenere su temi scottanti di etica sessuale o, quanto meno, sulla confusione che regna tra i partecipanti a questa Assemblea. Riportiamo qui il documento finale che servirà per la preparazione del Concilio Plenario, che si terrà nel 2020, in cui, dando una rapida occhiata, abbiamo trovato alcune criticità su questi temi.
A pag. 36, per esempio, si trovano con non-chalance il concetto di “diverso orientamento sessuale” e i termini “gay, bisessuali e trans gender” decisamente lontani dal linguaggio della Chiesa. A pag. 49 si parla di Comunione quasi come un diritto da cui i divorziati/risposati sono esclusi, e viene riportato un intervento che dice: “È importante dare a tutti il benvenuto al Tavolo Eucaristico, compresi quelli di altre tradizioni di fede, ai divorziati e ai gay/lesbiche. Come chiesa dobbiamo amare, giudicare non è il nostro ruolo” e “è stupido richiedere alle persone di essere perfette prima che si accostino alla Comunione che è in realtà per coloro che hanno bisogno dell’amore di Dio.”
All’inizio del capitolo sulla “Giustizia sociale e ambiente” si usa la sigla LGBT parlando di inclusione vs discriminazione (pag 108). Nel capitolo “Portare la Chiesa nel 21 secolo” (pag 168) c’è il paragrafo “Cambiare il concetto di peccato” dove si portano esempi di come la Scienza abbia modificato il concetto di ciò che è moralmente sbagliato, “Permettere la contraccezione e la fecondazione assistita” in cui ci si interroga su come “modernizzare” l’approccio della Chiesa a questi temi.
E, in conclusione, tra le domande che l’Assemblea lancia al Concilio Plenario, leggiamo: “Cosa c’è nel modo in cui la Chiesa concepisce la sessualità e il matrimonio oggi che ci impedisce di santificare il matrimonio omosessuale nello stesso modo in cui santifichiamo un matrimonio in cui gli sposi non sono in grado di generare figli in modo naturale e / o scegliere l’adozione, la maternità surrogata o accettare l’assenza di figli? Non si basa anche sull’impegno permanente dell’amore tra due esseri umani – l’unione di due vite – con Dio e la comunità come testimone?”
Dopo questa breve nostra introduzione vi lasciamo all’articolo di LifeSiteNews, nella nostra traduzione, in cui si parla di una presentazione tramite diapositive in cui sono state fatte proposte inquietanti alla presenza dell’arcivescovo Coleridge che non ha replicato nel suo discorso pronunciato poco dopo.
Un evento ospitato dall’arcidiocesi cattolica di Brisbane ha proposto un “rito di benedizione” per le coppie dello stesso sesso e per i divorziati risposati.
La proposta è stata fatta dai grandi schermi dell’Assemblea di Brisbane, un evento di due giorni organizzato dall’arcidiocesi. L’arcivescovo Mark Coleridge, primate dell’arcidiocesi Brisbane, era seduto in prima fila immediatamente sotto gli schermi quando è stata visualizzata la proposta.
Poco dopo, l’arcivescovo Coleridge ha tenuto il suo discorso conclusivo per l’evento in cui ha chiesto al pubblico di circa 400 persone: “Quindi fratelli e sorelle, sorelle e fratelli, vi chiedo, siete pronti ad arrendervi? Siete aperti alla trasformazione? Siete disposti a lasciare che Dio ti ridisegni? Siamo come Chiesa, come una diocesi, disposti a lasciare che Dio ci rimodelli?”
L’evento si è tenuto in preparazione del Concilio Plenario australiano del 2020.
Un Concilio Plenario è il più alto incontro ufficiale della Chiesa cattolica in un determinato paese. L’ultima tenuta in Australia fu nel 1937. Le decisioni prese dal Concilio Plenario devono essere approvate da Roma, ma se approvate diventano vincolanti per la Chiesa in Australia.
All’inizio dell’evento di due giorni a Brisbane, p. Noel Conolly, sacerdote cattolico e membro del gruppo di preparazione del Concilio Plenario, ha tenuto una presentazione in cui chiedeva importanti riforme nella Chiesa. Fr. Conolly ha detto: “Siamo nelle doglie del parto di una nuova chiesa in Australia. Una chiesa in ascolto, una chiesa in discernimento, una chiesa in pellegrinaggio. Spero che non sarà la stessa chiesa dopo il Concilio Plenario. Be’, si spera, sarà la stessa chiesa, ma avrà un tipo di cultura completamente diverso”.
Durante il suo discorso di apertura, l’ arcivescovo Coleridge ha sottolineato che l’evento di Brisbane era una vera e propria parte del “cammino” del Concilio Plenario. Riguardo al prossimo Concilio, ha affermato che “un Concilio Plenario è chiamato Plenario perché è un cammino di tutta la Chiesa”.
Parlando specificamente dell’evento a Brisbane, ha detto: “Non è un cammino verso il Concilio Plenario, siamo nel cammino del Concilio Plenario”. Ha osservato che il Concilio è formato da tre fasi – preparazione, celebrazione e attuazione – e che l’evento svoltosi a Brisbane faceva parte della fase di preparazione.
Nel discorso conclusivo l’arcivescovo Coleridge ha chiesto ai presenti di prendere un “impegno” esprimendo il loro sostegno e la loro fiducia nel cammino del Concilio Plenario, esortandoli a “farlo ora alla luce di tutto ciò che ci è stato dato e di tutto ciò che abbiamo sperimentato in questo giorno e mezzo”. Questo “impegno” iniziava con le parole “Alla presenza del Dio vivente, del Padre e dello Spirito Santo, credo che lo Spirito si stia muovendo tra noi adesso, che il Concilio Plenario sia dono dello Spirito, che questa assemblea sia opera dello Spirito”.
Dopo l’evento, l’arcivescovo Coleridge non ha offerto chiarimenti o rassicurazioni ai fedeli cattolici sul fatto che tale liturgia non sarà sviluppata nel prossimo Concilio. Tuttavia, ha trovato il tempo di pubblicare foto di elefantini sulla sua pagina Twitter , nonché di utilizzare la popolare piattaforma di social media per esprimere il suo desiderio di correre fuori e stare sotto la pioggia e commentare il colorito del Principe Carlo durante il recente discorso della regina in Inghilterra.
There are no elephants in the Amazon (I think) but this little guy is keeping a sharp eye on the Synod because he knows it affects us all…I’m with him. #SinodoAmazonico pic.twitter.com/IP2d7hpnTF
— Mark Coleridge (@ArchbishopMark) 6 ottobre 2019
Nel suo discorso di apertura all’Assemblea di Brisbane, l’arcivescovo Coleridge ha affermato: “La domanda al centro di questo cammino, la domanda che cerchiamo di affrontare ascoltando Dio qui nei prossimi due giorni, è qual è il futuro della Chiesa cattolica in questo paese?”
Dato quanto successo all’Assemblea di Brisbane e la mancata rassicurazione nei confronti dei fedeli cattolici da parte dell’arcivescovo Coleridge che non verrà proposto in Australia nessun “rito di benedizione” per coloro che si uniscono in unioni non conformi alla morale cattolica, molti fedeli cattolici in Australia e nel mondo si porranno stessa domanda.

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