Dopo i comunicati della CEI e della diocesi di Roma sulla chiusura delle porte, l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò ha inviato il seguente messaggio che riprendo dal blog di Edward Pentin e che era stato tradotto dall’italiano all’inglese da Diane Montagna.
Ecco il testo nella mia traduzione in italiano.
Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è drammatico – certamente in tutta Italia, ma in modo tragicamente esemplare, a Roma, cuore del cattolicesimo.
Lo scenario è tanto più sconcertante in quanto la posta in gioco non è solo la salute pubblica ma la salvezza delle anime – e da tempo noi, come Pastori, abbiamo smesso di infiammare il cuore dei nostri fedeli con il desiderio della salvezza eterna. Li abbiamo così privati di quei doni soprannaturali che ci rendono capaci di affrontare le prove qui sotto, anche gli assalti della morte, con la forza della fede e quella scintilla di speranza inesauribile e incrollabile che ci viene dal nostro anelito per il destino di gloria per cui siamo stati creati.
Le dichiarazioni della Conferenza Episcopale Italiana, quelle del Cardinale Vicario di Roma, così come le immagini surreali e spettrali che ci sono giunte dal Vaticano, sono espressioni dell’oscuramento della fede che ha colpito le altezze della Chiesa. I Ministri del Sole, come amava chiamarli santa Caterina da Siena, hanno causato l’eclissi, e hanno consegnato il gregge alle nuvole di fitte tenebre (cfr Ezechiele 34, 12).
Per quanto riguarda i provvedimenti della Conferenza Episcopale Italiana (CEI): quando quelli emanati dallo Stato si limitavano ancora solo alle zone a rischio, a certe attività e in precisi momenti della giornata, la CEI aveva già cancellato la totalità delle celebrazioni liturgiche pubbliche in tutte le chiese del territorio, contribuendo ad alimentare la paura e il panico e privando i fedeli dell’indispensabile conforto dei sacramenti. Difficile non pensare che una tale misura sia stata suggerita al presidente della Cei da colui che, protetto dalle Mura Leonine, sogna ormai da sette anni una Chiesa ospedale da campo, in uscita e robusta, che non esita ad abbracciare tutti e a sporcarsi.
Il cardinale Bassetti, che nella sua diligenza sembra più realistico del re, sembra aver dimenticato una lezione molto importante: che la Chiesa, per servire il bene comune e lo Stato, non deve mai rinunciare ad essere se stessa, né fallire nella sua missione di proclamare Cristo, nostro unico Signore e Salvatore. Deve guardarsi dall’oscurare le sue divine prerogative di Saggezza e Verità e non abdicare in alcun modo all’Autorità che le viene dal Sovrano dei re della terra, Nostro Signore Gesù Cristo.
Le vicende ecclesiali di queste ore hanno manifestato chiaramente – se ce ne fosse ancora bisogno – la tragica sottomissione della Chiesa a uno Stato che si sforza e fa di tutto per distruggere l’identità cristiana della nostra Italia, rendendola schiava di un’agenda ideologica, immorale, globalista, mltusiana, abortista, migrante, nemica dell’uomo e della famiglia. L’obiettivo di questa agenda è la distruzione della Chiesa, e non certo il bene del nostro Paese.
Il coraggio e la saggezza di sacerdoti ardenti e fedeli laici hanno in parte rimediato all’assenza di una voce autorevole e di gesti incoraggianti da parte del Vicario di Cristo e dei pastori.
Aprite, spalancate le porte a Cristo! Aprite, spalancate le porte delle nostre chiese perché i fedeli possano entrare, pentirsi dei loro peccati, partecipare al Santo Sacrificio della Messa e attingere al tesoro di grazie che sgorga dal Cuore trafitto di Cristo, nostro unico Redentore che può salvarci dal peccato e dalla morte.
+ Carlo Maria Viganò
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