Non ho mai condiviso le posizioni politiche di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, che fino a ieri difendeva a spada tratta l’operato di Giuseppe Conte. Ma vorrei condividere coi lettori il suo ultimo editoriale in cui emerge in maniera dettagliata l’anomalia che sta attraversando il paese guidato da Mario Draghi.
La situazione italiana rappresenta infatti un’anomalia nel panorama europeo. Nessun paese europeo infatti richiede ai lavoratori di vaccinarsi o di presentare un tampone negativo a pagamento per accedere al proprio posto di lavoro. Travaglio ha già avuto modo di affermare che “Il GreenPass per lavorare è una misura politica, non una misura sanitaria. Difatti non ce l’ha nessun paese del mondo tranne il Turkmenistan la Polinesia e la Micronesia”.
Questa mattina un amico italiano mi ha scritto da Londra manifestando la sua preoccupazione per l’Italia: “Devo dire seguo con molta preoccupazione quello che succede in Italia. Sono veramente sorpreso dalla retorica assolutamente violenta nei confronti dei non vaccinati e dalla facilità con cui la libertà è stata data volentieri ad un governo con poca legittimità democratica”.
Proprio a Londra il Telegraph parlava di un “ritorno” di misure fasciste da parte del governo italiano. Pur volendo evidenziare l’eccezione inglese nel non essersi mai lasciata contaminare da derive totalitarie a differenza di altri paesi europei dove crescono i partiti di “estrema destra” (la solita retorica secondo cui solo la destra sia capace di estremismo) l’articolo del Telegraph parte dall’osservazione di “leggi stupide e invasive” in vigore in Italia, come quelle relative al Green Pass obbligatorio, che ricordano il regime fascista. Nel segnalare un fascismo 2.0 il giornale inglese non si riferiva certo ai militanti di Forza Nuova…
Miguel Cuartero Samperi
E vabbè, sarà un caso (Di Marco Travaglio)
Nasce un governo presieduto da un ex banchiere mai votato né indicato da nessuno. E vabbè, sarà un caso. Tutti i partiti, sotto il ricatto quirinalesco “o appoggiate questo governo o vi sciolgo e andiamo a votare”, gli votano la fiducia, tranne uno. E vabbè sarà un caso.
Il governo ha pure tutti i media dalla sua parte, come nessun altro dopo il Duce. E vabbè, sarà un caso.
Agli eletti dal popolo vanno ministeri marginali, mentre i miliardi del Pnrr li gestiscono quattro fedelissimi del premier mai eletti, più un generale in alta uniforme per i vaccini. E vabbè, sarà un caso.
I Consigli dei ministri sono pure formalità: i ministri timbrano norme scritte altrove e presentate mezz’ora prima, illeggibili per chiunque non abbia frequentato corsi di lettura veloce. E vabbè, sarà un caso.
Malgrado la maggioranza bulgara, il governo passa da un decreto all’altro e il Parlamento s’inchina, anche perché chi osa presentare emendamenti se li vede mozzare dalla fiducia. E vabbè, sarà un caso.
Ogni desiderio di Confindustria è legge: Pnrr più gradito ai padroni, sblocco dei licenziamenti, via il salario minimo e il cashback, controriforma della giustizia con improcedibilità per chi se la può permettere, via le sanzioni alle aziende che delocalizzano, transizione anti-ecologica, Ponte sullo Stretto: l’unico Green consentito è il Pass (unico al mondo) per lavorare. E vabbè, sarà un caso.
Al raduno di Confindustria il premier è accolto con standing ovation e il presidente Bonomi saluta in Lui l’“uomo della necessità come De Gasperi”, auspicando che “rimanga a lungo”. E vabbè, sarà un caso. La stampa confindustriale (praticamente tutta) ripete che Egli “deve restare fino al 2023 e anche dopo”, a prescindere da chi vincerà le elezioni. E vabbè, sarà un caso. Siccome scade il capo dello Stato, il mantra è che Lui è l’unico candidato possibile; ma non esistendo altro premier all’infuori di Lui e non essendo (ancora) le due cariche cumulabili, Mattarella deve tenergli in caldo la poltrona per un paio d’anni. E vabbè, sarà un caso.
Il presidente dei vescovi, cardinal Bassetti, come già Pio XI con Mussolini, sostiene che “la Provvidenza lo ha collocato nel posto in cui si trova”. E vabbè, sarà un caso.
Appena un leader osa fargli ombra, come Conte, Salvini o Meloni, viene subito massaggiato da giornali&tv. E vabbè, sarà un caso.
Quando Lui attacca i diritti al lavoro e allo sciopero col Green pass, la polizia scorta amorevolmente una banda di fascisti ansiosi di assaltare la Cgil, così è più facile dare del fascio a chiunque contesti il governo ed erigere monumenti equestri al Premier Partigiano. E vabbè, sarà un caso.
Ma, tra un caso e l’altro, siamo proprio sicuri che i fascisti siano solo quelli di Forza Nuova?
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