Matrimonio di giovane coppia

 

 

di Lucia Comelli

 

A fine maggio, per l’ultima verifica di storia dell’anno, volendo accertare le conoscenze sulla Costituzione italiana dei miei studenti di terza liceo, ho lanciato l’iniziativa ‘adotta un articolo’, ho cioè lasciato che iniziassero l’interrogazione con l’esposizione e la spiegazione di un articolo scelto a loro piacimento, sia per agevolarli alla fine di un anno particolarmente faticoso che per capire quali argomenti li avessero maggiormente interessati.

 

Quando arriva il turno della capoclasse, Alessandra, croce e delizia con le sue immancabili domande di tante mie lezioni, la ragazza recita con sicurezza l’Articolo 29: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio…

Anche se non capisco – aggiunge subito – cosa c’entrino il prete o il sindaco con il matrimonio: ci sono tante coppie con figli che non sono sposate e sono famiglia anche loro…”

Ricaccio indietro il sospiro che mi verrebbe naturale pensando alla sproporzione tra le poche ore che passo in classe (in questo periodo nell’aula virtuale), cercando di trasmettere ai miei studenti la passione per la realtà e l’autonomia di pensiero, e le tante in cui essi assorbono invece, anche soltanto per osmosi e senza mai valutarla fino in fondo, la mentalità dominante:

“Cara Alessandra, capisco la tua perplessità: in un’epoca radicalmente individualistica come la nostra il matrimonio

Matrimonio nell'antica Roma

Nell’antica Roma, durante la cerimonia delle nozze, gli sposi afferravano la mano destra l’uno dell’altra

sembra semplicemente il suggello, tutto sommato superfluo, di un progetto di vita in comune tra due persone. Quello che conta – si pensa – è il sentimento forte che le lega, non l’istituzione… Ma rifletti: il matrimonio esiste solo nella nostra società o è una realtà ricorrente in tutte le civiltà e in tutte le epoche? Che i greci e i romani si sposassero lo sai, ma pensi che tale istituzione esistesse anche in India o in Cina? E i pellirosse del continente americano?

“Credo che il matrimonio esistesse anche allora”, mi risponde.

“Perché secondo te? Voglio dire, anche l’amicizia può essere un sentimento molto forte: come affermava Aristotele nella sua Etica: Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se avesse tutti gli altri beni… Eppure nessuno – continuo – si è mai sognato di regolare i rapporti amicali con apposite leggi: dev’esserci dunque qualcosa di più del semplice sentimento … Dai Alessandra, prova a pensare alla parola matrimonio: da quali termini latini deriva?

Alessandra non sapendo come rispondere tace, mentre dai compagni, che ora stanno seguendo con molta attenzione, e più precisamente da Daniele, arriva il suggerimento:

“matrimonio deriva da mater, cioè da madre”.

“Qual è la ragione di questa etimologia Daniele, tu lo sai?”

“il fatto che nel matrimonio nascono i figli …”

“Giusto, la parola matrimonio nasce dalle parole latine matris munus, che ci riportano al dono/compito della madre di dare alla luce i figli e di occuparsene, soprattutto quando sono molto piccoli; ad esso corrisponde il patris munus, cioè il compito del padre di sostenere (economicamente) e di difendere (anche militarmente) dalle aggressioni la propria famiglia e la comunità.

Vedete, un bambino – a differenza di altri cuccioli non umani – ci mette moltissimi anni a crescere e a diventare adulto e, soprattutto nei primissimi anni di vita, ha un estremo bisogno della madre (se non altro perché in molti Paesi del mondo l’allattamento è ancora l’unica fonte di sostentamento di un neonato). Senza contare il fatto che la persona umana è strutturalmente in relazione con l’altro da sé: la diversità e complementarietà dei sessi (dal latino secare / tagliare o, metaforicamente, distinguere) e la generazione evidenziano proprio l’impossibilità dell’essere umano di bastare a sé stesso e il desiderio di perpetuarsi in qualche modo nei figli. L’istituzione del matrimonio rappresenta quindi, anche per la nostra Costituzione, il riconoscimento e la tutela da parte della società della famiglia, che è il suo primo e fondamentale nucleo: è infatti nella famiglia che di norma – certi Paesi occidentali contemporanei sono da questo punto di vista un’eccezione – la vita umana viene trasmessa e il bambino fiorisce nella sua umanità. Questo è anche il motivo della sua centralità nel nostro ordinamento costituzionale, anche se nei fatti questa centralità è, purtroppo, largamente trascurata nelle decisioni dei politici e nella mentalità dominante.

Guardo Alessandra, che ancora tace, e ne concludo che, almeno per il momento, la mia spiegazione deve esserle sembrata sufficientemente ragionevole.

 

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