Aleksandr Solzenicyn

Aleksandr Solzenicyn

 

di Giuliana Ruggieri

 

Succede così ai più appassionati, per i “grandi temi” affrontati, per i giudizi dati, per la percezione di un “abbandono”, che alla sera ricorrano sempre più spesso ad una “una tazza di camomilla” per prendere sonno.

Ma lo sguardo si allarga grazie ad un libro: “L’ultimo Papa d’Occidente” di Giulio Meotti, che descrive il lucido pellegrinaggio nella modernità e nel vecchio mondo compiuto in 50 anni da Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI.

In questo libro a pag. 58:

”L’Enciclica Veritatis Splendor, si basa su un’analisi molto vicina a quella di Solzenicyn, spiegò Ratzinger da Cardinale.  …..l’8 giugno ad Havard un uomo barbuto, che non era professore, non era americano, non parlava inglese, ma era un grande scrittore russo: Aleksandr Solzenicyn. E lo choc fu enorme. Solzenicyn quel giorno denunciò la società occidentale, stabilendo la terribile somiglianza con le società controllate dallo stato del mondo comunista nel soffocamento della vita spirituale…Dopo aver annunciato che il suo discorso  “non proviene da un avversario, ma da un amico”, Solzenicyn lanciò ad Havard un lungo, feroce attacco alla società occidentale moralmente in bancarotta. “Il declino del coraggio” disse, è la caratteristica più sorprendente di ciò che definì “l’esaurimento spirituale” dell’occidente. ( pag. 58-59 “L’ultimo Papa d’Occidente” di Giulio Meotti, ed. LIBERILIBRI).

Come scrisse il «Corriere della Sera», quando decise di pubblicare, pochi mesi dopo l’incontro con gli studenti, il discorso di Aleksandr  Solženicyn  all’Università di Havard: “Si condividano o no le sue idee, Solženicyn pone le basi di uno dei dibattiti fondamentali del nostro tempo”. Questo discorso è straordinariamente profetico, per capire il presente ed i grandi temi di un occidente sempre più totalitario, le grandi questioni affrontate la libertà, la stampa, il benessere, la vita legalistica, la moda del pensiero, la miopia dell’occidente, l’umanesimo e le sue conseguenze con un’imprevista parentela  (nel 1844 Karl Marx  è stato in grado di dire: “ il comunismo è umanesimo naturalizzato”), ma quale cammino si può aprire per l’uomo?.

Alcuni passaggi :

Vita legalistica. La società occidentale ha scelto per sé la migliore organizzazione possibile per le sue finalità, che io chiamo legalistica. I limiti dei diritti umani sono determinati da un sistema di leggi; tali limiti sono molto ampi. Alcune persone in Occidente hanno acquisito notevole abilità nell’utilizzo, interpretazione e manipolazione del diritto (anche se le leggi per una persona media tendono ad essere troppo complicate da comprendere senza l’aiuto di un esperto).

Ogni conflitto è risolto in base alla legge, e questa è considerata la soluzione definitiva…. E’ quasi inconcepibile pensare ad una autodisciplina volontaria: tutti si sforzano di ottenere una sempre più grande estensione dei propri diritti,  fino al limite estremo degli elementi giuridici……Se il tessuto della vita è un tessuto di relazioni legalistiche, si crea un’atmosfera di mediocrità spirituale che paralizza gli impulsi più nobili dell’uomo. E sarà semplicemente impossibile tenere il passo con le sperimentazioni di questo secolo, con nient’altro che il supporto di una struttura legalistica minacciosa.”

La direzione della libertà. La difesa dei diritti individuali ha raggiunto estremi tali da rendere la società come un intero sistema in difesa di alcuni individui. È giunto il momento, in Occidente, di difendere i diritti dell’uomo come “obblighi” dell’uomo. In effetti alla libertà distruttiva e irresponsabile, è stato concesso spazio infinito. La Società ha rivelato di avere una scarsa difesa contro l’abisso della decadenza umana, per esempio contro l’abuso della libertà e della violenza morale nei confronti dei giovani, con immagini piene di pornografia, criminalità e orrore. Si ritiene invece di essere in questo dalla parte della libertà e, in teoria, si pensa di essere controbilanciati dalla volontà dei giovani che possono in teoria non guardare e non accettare. Organizzata in modo così legalistico, la vita ha dimostrato l’incapacità a difendersi dalla corrosione del male.”

(Giudizio profondo e profetico, basta pensare all’inchiesta partita da Siena in questi giorni sulla pedopornografia o di chat dell’orrore).

“Miopia. Conosco molto bene alcuni rappresentanti della vostra società, come George Kennan, che dice: “Noi non possiamo applicare criteri morali alla politica”. Così abbiamo mescolato il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, e creiamo così lo spazio per il trionfo del male assoluto nel mondo. Solo i criteri morali possono aiutare l’Occidente a combattere contro la strategia ben pianificata del mondo comunista. Non vi sono altri criteri. Considerazioni pratiche o occasionali di qualsiasi tipo saranno inevitabilmente spazzate via. Dopo un certo livello, la mentalità legalistica induce paralisi e impedisce di vedere la scala dei valori e il significato degli eventi

Ma la caratteristica più sorprendente (e qui ritorna la tazza di Camomilla da cui ero partita?)

Il declino del coraggio è la caratteristica più sorprendente che un osservatore può oggi riscontrare in Occidente. Il mondo occidentale ha perso il suo coraggio civile, sia nel suo insieme che separatamente, in ogni paese, in ogni governo, in ogni partito politico e, naturalmente, nell’ambito delle Nazioni Unite. Il declino del coraggio è particolarmente evidente tra le élite intellettuali, generando l’impressione di una perdita di coraggio dell’intera società. ( e della  Chiesa ndr). Vi sono ancora molte persone coraggiose, ma non hanno alcuna determinante influenza sulla vita pubblica. Funzionari politici e classi intellettuali presentano questa caratteristica, che si concretizza in passività e dubbi nelle loro azioni e nelle loro dichiarazioni, e ancor di più nel loro egoistico considerare razionalmente come realistico, ragionevole, intellettualmente e persino moralmente giustificato ……(PONTI anziché MURI). È necessario sottolineare che fin dai tempi antichi il declino del coraggio è stato considerato il primo sintomo della fine?”.

Umanesimo e conseguenze. Come è stato possibile arrivare a creare questo sfavorevole rapporto di forze? Come è stato possibile per l’Occidente passare dalla sua marcia trionfale al suo attuale stato di debilitazione? Sono stati fatali i cambiamenti e la perdite di obiettivi nel suo sviluppo? Non sembra sia così. L’Occidente é avanzato costantemente in conformità con le sue intenzioni sociali proclamate, e con un progressivo brillante progresso nella tecnologia. E all’improvviso si é trovato nel suo attuale stato di debolezza. Ciò significa che l’errore deve essere alla radice, al fondamento del suo pensiero nei tempi moderni. Mi riferisco alla visione occidentale prevalente, nata nel Rinascimento e che ha trovato espressione politica dopo l’età dell’Illuminismo. Essa divenne la base per la dottrina politica e sociale e potrebbe essere chiamato umanesimo razionalista o autonomia umanistica: l’autonomia dell’uomo da qualsiasi forza superiore di sopra di lui proclamata e praticata. Si potrebbe anche chiamare antropocentrismo, con l’uomo visto come il centro di tutto.”

 

“Il cammino per l’uomo. Io non sto esaminando il caso di un disastro, analizzando una guerra mondiale e le modifiche che questa produce nella società. Ma poiché vorremmo svegliarci ogni mattina sotto il sole della pace, dobbiamo pensare a come realizzare la nostra vita quotidiana. Eppure esiste già un disastro. Mi riferisco alla catastrofe generata da una autonoma e irreligiosa coscienza umanistica. È l’uomo che decide la misura di tutte le cose sulla terra — l’uomo imperfetto, che non è mai privo di orgoglio, egoismo, invidia, vanità e decine di altri difetti. Ora stiamo pagando gli errori che non sono stati correttamente valutati all’inizio. Nel cammino dal Rinascimento, fino ai nostri giorni, abbiamo arricchito la nostra esperienza, ma abbiamo perso il concetto di un’entità completa suprema, da ascoltare per porre limiti alle nostre passioni e alla nostra irresponsabilità. Abbiamo avuto troppa fiducia nella politica e nelle riforme sociali, per poi scoprire che ci stavamo privando del possesso del nostro bene più prezioso: la nostra vita spirituale. Se, come sostiene l’umanesimo, l’uomo è nato solo per essere felice, egli non é nato per morire. Poiché il suo corpo è condannato a morte, il suo compito sulla terra evidentemente deve essere più spirituale: non un totale accaparramento di beni nella vita quotidiana, non la ricerca di modi migliori per ottenere beni materiali e quindi non la spensieratezza con il loro consumo. La vita deve invece essere il compimento di una riflessione costante e seria in modo che il nostro viaggio nel tempo possa essere soprattutto un’esperienza di crescita morale, per diventare esseri umani migliori. Questo é indispensabile per rivalutare la scala dei valori umani normali; la loro attuale assenza è sbalorditiva. Non è possibile che la valutazione del lavoro di un Presidente di uno Stato sia ridotta alla questione relativa a quanti soldi io guadagno, o alla disponibilità di benzina. Solo con l’educazione di noi stessi e l’autodisciplina liberamente accettata e serena, l’umanità potrà risalire il flusso del materialismo e del suo mondo.(SIG!!!!)

Oggi sarebbe regressivo considerare le fossilizzate formule dell’Illuminismo.   Tali dogmatismi sociali ci continuerebbero a rendere indifesi di fronte alle prove dei nostri tempi. Anche se ci stiamo risparmiando la distruzione causata dalla guerra, dovremo trovare il modo di non rendere deperibile la nostra vita.

Non possiamo evitare di riconsiderare gli elementi fondamentali della vita umana e della società. È vero che l’uomo è al di sopra di tutto ciò? Non c’é nessuno spirito al di sopra di lui? È giusta che la vita dell’uomo e delle attività sociali debbano essere governate soprattutto dall’espansione materiale? È ammissibile promuovere tale espansione a scapito della nostra vita spirituale integrale? ………Questa Ascensione è come un’arrampicata antropologica. Nessuno sulla terra ha un altro modo a sinistra o a destra ma soltanto verso l’alto.”

Il “Wall Street Journal”, nel gennaio 1999, pubblicò un discorso di Solzenicyn tenuto un anno prima a Mosca  che con estrema lucidità legge i momenti attuali:

“Considero pieno di pericoli il passaggio dell’umanità dalla sfera naturale alla tecnosfera: si tratta di un processo forse irreversibile che minaccia di accelerare grandemente nel XXI secolo. Il progresso tecnologico che per secoli si è sviluppato divorando ampie porzioni delle risorse della natura, ora lo fa a spese della cultura e dell’uomo. L’uomo che è sempre stato compartecipe, se non facitore della Storia, diventa una scheggia del progresso tecnologico, i cui clamorosi successi eclissano il valore della persona in quanto tale.

Il nostro mondo interiore, un tempo più̀ abituato alla concentrazione e al lavorio del pensiero, e che già avevamo abbastanza trascurato, ora è invaso da un esorbitante profluvio di vacue informazioni. Questa marea riduce sempre più̀ la presenza dell’elemento spirituale, fino alla sua completa scomparsa in molti soggetti; c’è anche sempre meno spazio per l’amore, il quale non può̀ esaurirsi nell’attrazione sessuale. L’uomo da tipo storico-culturale si sta sempre più̀ mutando in tipo “tecnogeno”. Questa profonda trasformazione psicologica è foriera per l’umanità di una minaccia mortale: perdere se stessa”.

Questo profeta è rimasto inascoltato, l ’indifferenza o il fastidio di fare i conti con Solzenicyn è stato un tratto caratteristico dell’Europa, ma noi grazie a Don Giussani abbiamo avuto la possibilità di ascoltarlo, studiarlo e seguirlo.

Non è un problema di ponti o muri, caso mai di masse rocciose a cui attaccarsi e di apertura totale alla verità, non ponti, ma molto di più,  da un coraggio che non ci diamo ,”menzoniana memoria”,  ma che nasce  “dall’essere certi di poche e grandi cose”  difronte a tutto ciò che la realtà ci pone davanti.  La testimonianza dei grandi maestri che abbiamo incontrato nella nostra vita ci richiama ad una grande responsabilità e ci ferisce profondamente non trovarci accanto nel cammino tutti quelli toccati da tale Grazia.

 

Il discorso di Havard , viene qui riportato diviso in parti per favorirne la lettura.

http://www.patrialetteratura.com/aleksandr-solzhenitsyn-discorso-alluniversita-di-harvard-8-giugno-1978-1/

http://www.patrialetteratura.com/aleksandr-solzhenitsyn-discorso-alluniversita-di-harvard-8-giugno-1978-2/

http://www.patrialetteratura.com/aleksandr-solzhenitsyn-discorso-alluniversita-di-harvard-8-giugno-1978-3/

 

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