Polemica in una diocesi Australiana per una bozza del nuovo programma per l’insegnamento della religione cattolica che conterrebbe passaggi ispirati all’ideologia gender. Un resoconto del dibattito tra diocesi ed alcuni fedeli e sacerdoti in questo articolo della CNA tradotto da Annarosa Rossetto.

Diversi cattolici, inclusi alcuni sacerdoti locali, hanno affermato che un programma diocesano di insegnamento della religione cattolica proposto in Australia promuove punti di vista sull’identità di genere e sulla sessualità umana in contrasto con l’insegnamento della Chiesa. I funzionari diocesani hanno difeso il programma definendolo un “nuovo approccio audace” all’educazione religiosa.
In una lettera del 9 settembre pubblicata sul sito diocesano CatholicOutlook, p. Christopher de Souza, vicario per l’istruzione nella diocesi di Parramatta, ha polemizzato contro resoconti giornalistici sulla bozza del nuovo programma scolastico definendoli “sbagliati e fuorvianti”, e ha insistito sul fatto che il documento “aderisce completamente alla fede cattolica” ed è ancora in fase di consultazione.
L’Australian Daily Telegraph il 16 agosto aveva riferito che “agli studenti delle scuole cattoliche verranno insegnate le diverse identità sessuali, l’ateismo e le relazioni sui social media come parte di un radicale cambiamento del programma di educazione religiosa della diocesi cattolica di Parramatta”.
Sulla proposta del nuovo programma scolastico, p. de Souza ha scritto che “non insegna la teoria del gender o studi di genere o materiale associato” e che “non insegna agli studenti nulla che sia contrario alla fede cattolica”.
“L’identità di genere è un grosso problema ed è un grosso problema per gli adolescenti e stiamo fornendo loro l’insegnamento della Chiesa – la nostra comunità sostiene queste persone, sono incluse”, ha detto al Daily Telegraph Greg Whitby, direttore esecutivo dell’educazione cattolica della diocesi.
Anche il preside di una scuola secondaria cattolica nella periferia di Sydney, lo Xavier College, ha detto al Telegraph che il nuovo programma era stato “sperimentato” sugli studenti, dicendo che permetteva di “eliminare la noia della religione basando l’insegnamento sull’indagine” e che la religione non veniva insegnata come “una sorta di negozio chiuso”, ma piuttosto come un’opportunità “per essere aperti ad altre religioni: nella nostra scuola abbiamo una varietà di bambini di tutti i tipi di religioni: indù, sikh e cattolici”.
Una bozza del programma scolastico ottenuto dalla CNA pubblicizza un “modello di trasformazione dell’educazione”, che richiede di “andare oltre ciò che sappiamo e andare in profondità”, secondo quanto scritto in una lettera del febbraio 2020 dal direttore esecutivo della diocesi per l’insegnamento della religione cattolica, Gregory B Whitby.
“Sentiamo la chiamata del Vaticano II, abbiamo letto ‘i segni dei tempi’ e abbiamo risposto con questa bozza di programma, un nuovo approccio audace all’educazione religiosa”, afferma la lettera.
Nella sezione “Fase 5, ciclo di apprendimento 4” della bozza del programma di insegnamento, sotto il titolo “importante per l’apprendimento”, c’è l’obiettivo di insegnare agli studenti a “riconoscere la propria sessualità, nel rispetto delle identità sessuali come attributo essenziale per la crescita umana. “
Parte degli obiettivi di apprendimento per gli studenti è uno studio della Scrittura sulla sessualità umana, ma anche “riconoscere la sessualità come una esplorazione nella formazione dell’identità personale come prerequisito per lo sviluppo umano”.
Alcune delle “domande per approfondire” elencate nella sezione sono “L’identità sessuale è natura o cultura?” e “La sessualità si può scegliere?”
Altre domande includono: “L’insegnamento della Chiesa sulla sessualità ha valore o rilevanza per la vita moderna?” e “In che modo i social media costruiscono l’identità sessuale?” e “In che modo la sessualità è un’espressione della personalità (chi sono io)?”
Le risposte definitive a queste domande non fanno parte del programma.
In un’altra sezione del programma scolastico sull’intelligenza artificiale e la dignità umana, una delle domande di indagine è “Tutti hanno gli stessi diritti? (donne, indigeni, disabilità, etnia, rifugiati, LGBTQI, giovani).” Uno degli “obiettivi di apprendimento” per la sezione è “Sostenere la dignità e la liberazione dell’uomo”.
Un’altra sezione si concentra sulla “spiritualità indigena” in Australia, chiedendo se “una persona non indigena” possa “partecipare al ‘Sogno’ (un aspetto delle religioni tradizionali aborigene, ndt)”
Nella sua lettera del 9 settembre, p. de Souza ha risposto sulle “domande di approfondimento”.
“È importante notare che queste domande arrivano dai nostri studenti che hanno sollevato migliaia di domande durante il nostro sondaggio e il processo di consultazione durati sette anni”, ha detto.
Le domande “saranno affrontate da una prospettiva cattolica”, ha detto, aggiungendo che “gli studenti impareranno la risposta cattolica a queste domande, se e quando verranno presentate in una classe”.
“Senza ombra di dubbio non c’è nulla nel programma, in particolare nella componente ‘Contenuti essenziali’, che non sia cattolico”, ha detto.
Ad agosto, alcuni cattolici della diocesi si sono dichiarati contrari al progetto di programma di religione per le scuole.
P. John Rizzo, FSSP, che è il cappellano del Priorato di Tyburn nella diocesi, ha scritto in una lettera riportata sul Telegraph: “Ricordo gentilmente all’Ufficio dell’Istruzione Cattolica di Parramatta la loro responsabilità cruciale nell’insegnare ai loro studenti l’importanza dei 10 comandamenti [e] gli insegnamenti cattolici sulla morale”.
“I fedeli cattolici sono stufi e stanchi di programmi politicamente corretti lanciati contro l’innocenza dei loro figli”, ha scritto.
Un altro sacerdote, p. John O’Neill della parrocchia di St John Vianney, ha detto al Daily Telegraph di aver “proibito” l’insegnamento del programma scolastico nella sua scuola parrocchiale.
P. de Souza ha scritto in una lettera del 28 agosto che il programma non era stato ancora completato e che la diocesi sta “sperimentando la nostra prima bozza”.
“La nostra Chiesa insegna che i genitori e i tutori sono i primi educatori dei loro figli”, ha scritto, aggiungendo che “la bozza del nuovo programma di studi è saldamente basata sulla Scrittura, la tradizione e il contesto cattolici”.
Ha anche osservato che “alcuni media non presentano in modo accurato il nuovo programma scolastico”.
Secondo p. de Souza la bozza è il risultato di un processo di sei anni di revisione, consultazione e sviluppo.
“Numerosi documenti della Chiesa, in particolare della Congregazione per l’Educazione Cattolica, sono alla base del nostro approccio e saranno inclusi nella versione finale del Programma Scolastico come risorsa per gli insegnanti”, ha affermato.
Nel giugno 2019, la Congregazione per l’Educazione Cattolica di Roma ha pubblicato un documento intitolato “Maschio e femmina li creò“, condannando la cosiddetta teoria del gender e insistendo sul fatto che la Chiesa insegna una differenza essenziale tra uomini e donne, ordinata secondo la legge naturale, fondamentale per la famiglia e la prosperità umana.
“Ciò [l’emergere di ideologie di genere] determina, in primo luogo,una rivoluzione culturale e ideologica nell’orizzonte relativista, e in secondo luogo una rivoluzione giuridica, perché queste istanze promuovono specifici diritti individuali e sociali”, ha scritto la Congregazione.
“Nel tempo, le teorie del gender hanno esteso il campo della loro applicazione. Agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso si sono concentrate sulle possibilità degli individui di autodeterminare le proprie inclinazioni sessuali senza tenere conto della reciprocità e complementarità del rapporto uomo-donna nonché della finalità procreativa della sessualità”, dice il documento.
La Congregazione ha osservato che “non di rado i progetti educativi hanno la condivisibile e apprezzabile esigenza di lottare contro ogni espressione di ingiusta discriminazione”, ma che “spesso il concetto generico di “non discriminazione” nasconde un’ideologia che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna”.
“La scuola deve rispettare la cultura della famiglia”, ha detto la Congregazione “ponendosi in profondo ascolto dei bisogni che incontra e delle attese di cui è destinataria.”
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