Un professore universitario mi scrive a proposito dell’ultimo libro di Giuliano Amato.

 

Giuliano Amato
Giuliano Amato

 

 

Caro Dott. Paciolla,

Ho recepito sul sito stroncature e considerazioni sollecitate dal libro di Amato, “Bentornato >Stato, ma” alle quali  si son sovrapposte le mie che allego:

Le considerazioni stimolate dall’uscita del libro di Amato, che ha riportato stroncature, presentano degli scenari che veramente poco hanno di liberal-democratico, se si intende con questa terminologia, il potere politico dei popoli, come pensato nella Grecia di Pericle e company.

Lo scenario che viene descritto e che probabilmente corrisponde alle strategie  dei decisori di allora (Bretton Wood) ed anche dopo, quando la parità USD con l’oro fu abolita, presenta una realtà mondiale (ad esclusione dei paesi comunisti)  a guida imperiale USA,  che sostituisce in modo soft quella Britannica e parzialmente quella Francese di fine secolo XIX.

L’idea che  sia stata così esportata la democrazia, mi si consenta, è un grosso abbaglio, così come l’idea che la Seconda Guerra Mondiale (2GM) sia scaturita da disallineamenti economici.

Basterebbe dare una occhiata a S. Romano per rendersi conto che ben altre son le origini della 2GM, come anche avvertiva lo stesso Keynes.

Vorrei ricordare che  istituzioni democratiche nascevano già in Europa molti secoli prima del novecento, basti pensare alla Costituzione del Primo Popolo nella Firenze del ‘300 (non esiste solo la Magna carta!).

L’idea che la Democrazia venga esportata dagli USA attraverso  istituzioni sovrannazionali, dà un chiaro segnale di Imperialismo, conseguente alla fine della Seconda G.M. ma che sopravvive grazie alla contrapposizione con Mondo Comunista.

La costituzione di strutture sovrannazionali ma di natura finanziaria (FMI  Banca Mondiale, GATT-WTO) dà l’idea che siano la finanza e l’economia sovrannazionali a governare il mondo, e non le politiche Keynesiane che invece presuppongono l’intervento Politico nell’Economia.

Sembra cioè che nonostante si dica che il mondo è strutturato a guida Keynesiana, nei fatti sia l’inverso; son le strutture finanziarie-tecnocratiche che intervengono sugli stati Nazionali, che son sotto tutela di queste élite Economiche Finanziarie. L’illusione che questo ordine basato sulla Finanza ed il commercio, “mercantilistico” come direbbe Tremonti, garantiscano l’assenza di Guerre è sotto gli occhi di tutti. Dalla fine della 2GM ad oggi, prima della Invasione dell’Ucraina, quanto sono state le azioni belliche a guida Occidentale-USA?  Meglio non elencarle!

Basti pensare che gli USA non solo sono la nazione con la più alta percentuale di PIL dedicata alle spese militari (3,7%), ma più che altro, esse rappresentano il 39% delle spese militari  mondiali; Fonte il Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) hanno interpretato il motto latino “si vis pacem para bellum” in modo forse eccessivo? Se ci riflettete, stranamente a guida USA Democratica, piuttosto che Repubblicana. Ma in realtà non è strano in quanto la visione Democratica-progressista-post Marxista parte dal presupposto antropologico della loro superiorità morale (Platone con i Filosofi), che li autorizza a fare tutto ciò che reputano opportuno, perché è per il bene  dell’Umanità. Come diceva Sartre, uccidere il poliziotto è liberarlo dalla sua falsa missione di servo della Borghesia dominante, quindi legittimo, anche se forse il poliziotto non lo apprezzi!

L’idea che il commercio globale  libero sia il toccasana per la pace del mondo è sperimentalmente dimostrato falso, basta leggere le guerre degli ultimi 30 anni!
 
Il risultato però cerca comunque di raggiungerlo: ovvero omologare tutti i proletari del mondo, ed anche la middle class orami proletarizzata,  a “buoni consumatori”. Governati da élite tecnocratiche illuminate finalmente raggiungendo così gli obiettivi Marxiani attraverso il capitalismo Finanziario. Non è un caso che i più strenui difensori del globalismo son proprio i progressisti-post marxisti. Non posso non considerar con un po’ di tristezza questo risultato, dall’ottica di un “liberale-Conservatore” che crede che nella vita ci siano altri valori oltre il commercio ed il consumo.  

Mi sia infine consentito fare una considerazione sullo Stato e la misura della sua democraticità. Non basta mettere nel titolo “Democratico”, basti pensare alla DDR, od altri esempi al mondo. Le istituzioni formali possono essere democratiche ma poi il livello della democraticità è valutabile dalla  misura di quanto i soggetti che lo rappresentano aderiscono a tali Istituzioni ed ai Principi di Legittimità che discendo delle sue Costituzioni formali e consuetudinarie.

Se un  Presidente del Consiglio, in nome della stabilità, forza il parlamento ad accettare Decreti Leggi a raffica con decorrenze posticipate che anche un Ingegnere comprende essere privi dei requisiti di urgenza, impone lo Stato di Emergenza oltre le durate previste dalla legge, vieta ai parlamentari l’accesso all’Aula in forza di un suo decreto sanitario;  una Corte Costituzionale ritiene che costringere una persona a casa non sia una lesione della libertà, ma solo quella di  movimento, si comprende come avesse ragione Freud quando affermava che lo Stato punisce la ingiustizia del cittadino, non perché vuole sopprimerla, ma perché vuole monopolizzarla, come il sale ed i tabacchi!

Per concludere, se lo Stato che ritorna, secondo Amato, l’autore della rapina notte tempo ai danni dei singoli cittadini sprovveduti, unica nella storia repubblicana, è quello etero diretto che calpesta continuamente i diritti e le aspirazioni del popolo, forse è meglio che non ritorni. Non fa molta differenza dall’Autocrate esecrato da tutti!

Bisogna convincersi che  le realtà si valutano e si misurano nei fatti aldilà delle terminologie usate per descriverle indipendentemente dai dati di realtà.
  
Le Democrazie Occidentali sono costituite, all’ interno del proprio Stato, sulla base di principi legislativi definiti che  garantiscono, o dovrebbero garantire, che i governanti agiscano sulla base di un mandato del popolo, cui spetta il potere, rispettando le norme e facendole rispettare ai cittadini anche con l’uso della forza e perseguendo l’interesse collettivo (Concetto molto ambiguo fin dai tempi di Rousseau).

Ma l’idea che poi nei rapporti con altri soggetti-Stato il loro comportamento sia improntato agli stessi Alti Principi di equità e giustizia che applicano al proprio interno, è una bella utopia che purtroppo anche le storie recenti si son incaricate di dimostrarne tutta la fatuità. Ogni Stato, attraverso l’azione dei propri governanti, persegue, o dovrebbe, il proprio interesse che spesso si scontra con quello degli altri Stati; regole internazionali vorrebbero evitare l’uso della forza, ma non sempre ci riescono.

Considerazioni semplicistiche da Ingegnere.

Francesco Martelli

Professor Emeritus 

c/o Dip. Industrial Engineering -University of Florence 

Via S.Marta, 3 50139 Firenze 

ITALY 

 


 

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