Agghiacciante, è l’unica parola adeguata a spiegare quanto ha detto il dott. Stefano Montanari: vaccini da feti abortiti a pagamento. Guardate questo breve video.
Più di 130 membri del Congresso hanno esortato con una lettera il presidente Donald Trump “a mantenere l’attuale politica che vieta la ricerca sui tessuti fetali e a reindirizzare i fondi verso alternative etiche e di successo per combattere il COVID-19”. Qui un articolo.
Anche i vescovi americani, durante la pandemia hanno fatto sentire più volte la loro preoccupata voce su questo argomento. Ecco un articolo tratto da CNA,nella nostra traduzione.
La Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti ha recentemente esortato la Food and Drug Administration (FDA: l’organismo di controllo statunitense, ndr) a garantire che i vaccini sviluppati per combattere il coronavirus non siano “moralmente compromessi” da qualsiasi connessione con le linee cellulari create dai resti dei neonati abortiti.
L’arcivescovo Joseph Naumann di Kansas City in Kansas, presidente del Comitato per le attività per la vita della Conferenza Episcopale degli USA, avea detto in un’intervista di maggio che “ci sono storie nella creazione di vaccini – in alcuni casi comunque – che usano linee cellulari create dai resti di feti abortiti”, e che rimane importante sottolineare le complicate preoccupazioni etiche nella ricerca sui vaccini.
“Così alcuni dei vaccini che vengono utilizzati oggi hanno questo problema etico”, ha detto in una comparsa su EWTN Pro-Life Weekly. “Noi come Chiesa, ovviamente, vediamo questo come un problema morale, e non vogliamo fare nulla che in qualche modo dia sostegno all’idea dell’aborto”.
“D’altra parte”, hanno detto i vescovi, “penso che in alcuni casi in cui non ci siano altre scelte etiche, o per ragioni di salute pubblica, i cattolici possano essere costretti a usare questi vaccini anche se noi ci opponiamo al modo in cui sono stati sviluppati, ma la Chiesa dice che abbiamo l’obbligo di obiettare a questo, e di sostenere lo sviluppo di vaccini etici”.
Naumann ha detto che in un momento in cui si stanno dedicando così tante risorse e così tanta attenzione pubblica allo sviluppo di un vaccino per il coronavirus, “questo è il momento per noi per esortare”.
“Non c’è bisogno di usare linee cellulari provenienti da feti abortiti, ci sono altre linee cellulari che possono essere usate per sviluppare questi vaccini, per questo pensiamo che sia molto importante in questo momento lasciare che la voce non solo della Chiesa, ma anche di altri cittadini preoccupati, si faccia sentire, tutti noi vogliamo un vaccino, ci rendiamo conto che è importante per la nostra salute pubblica, ma vogliamo anche un vaccino che non abbia problemi etici nel modo in cui è stato sviluppato”, ha detto.
Archbishop Naumann on protecting the vulnerable:
“I think it’s admirable that we as a culture are taking these steps to try to protect those that are most vulnerable to the virus. Hopefully that can translate into a similar concern for the lives of the unborn.” #prolife #COVID19 pic.twitter.com/7ECGXABmUu— EWTN Pro-Life Weekly (@EWTNProLife) April 30, 2020
Naumann ha detto che spera che la FDA “crei incentivi per le aziende farmaceutiche che stanno creando questi vaccini ad usare linee cellulari che non sono implicate con l’aborto” e ad emettere “una forte guida” per creare un vaccino che sia sviluppato eticamente.
“Penso che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che le nostre aziende farmaceutiche si rendano conto che questo è offensivo per un gran numero di americani e diano loro l’incoraggiamento, diano l’incoraggiamento al nostro governo, per assicurarsi che questi vaccini non siano in alcun modo moralmente compromessi”, ha detto.
Naumann ha anche detto che la risposta del paese alla pandemia di coronavirus ha rivelato un’etica pro-vita nella mente pubblica.
“E’ interessante perché anche alcune figure, funzionari pubblici, che non ci sostengono nella protezione della vita dei nascituri, hanno fatto dichiarazioni nel bel mezzo di questa crisi che ogni vita è preziosa, ogni vita è sacra”, ha detto.
“Come cultura e società, stiamo facendo di tutto per cercare di proteggere gli anziani e coloro che potrebbero essere suscettibili al virus, dove per loro è molto più pericoloso. Quindi penso che sia ammirevole che noi, come cultura, stiamo facendo questi passi per cercare di proteggere coloro che sono più vulnerabili al virus, e speriamo che questo possa tradursi in una simile preoccupazione anche per la vita dei nascituri”.
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