Tra la fine di marzo e la prima settimana d’aprile, in Europa, sotto la regia di diverse ONG internazionali, tra cui Amnesty International, Human Right Watch e la rete europea di Planned Parenthood, con l’appoggio delle diverse associazioni abortiste europee (in Italia, tra le tante ricordiamo: Non una di meno, LAIGA, Pro-Choice, AMICA, Vita di Donna Onlus e la CGIL) è stato messo in atto un abominevole attacco alla vita nascente, col pretesto dell’emergenza Covid19.
Si è preteso – e in numerose nazioni si è purtroppo ottenuto – di domiciliare l’aborto chimico e di estenderne i limiti previsti per la relativa applicazione (si veda a tal proposito per il nostro paese: https://prochoice.it/2020/04/04/facilitare-accesso-ad-aborto-farmacologico-durante-emergenza-covid-19/ e la relativa risposta/appello promossa da numerose realtà pro-life nazionali: http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/comunicato-contro-la-proposta-di-liberalizzazione-dellaborto-chimico/ ).
Ma la battaglia delle lobby abortiste non si è fermata: il passo successivo è quello di trasformare tali provvedimenti da temporanei a permanenti.
E’ quello che sta accadendo in Inghilterra, dove tale richiesta è al vaglio del Parlamento.
Ne dà notizia l’agenzia LifeSiteNews, nell’articolo di Paul Smeaton pubblicato il 6 luglio 2020, che vi proponiamo nella traduzione di Wanda Massa.
La decisione di permettere in modo permanente alle donne di abortire in casa attraverso le pillole abortive è stata rinviata dopo che il governo ha promesso di tenere una consultazione pubblica sulla questione.
Il ministro per le donne, Victoria Atkins, ha detto alla Camera dei Comuni che “il governo ritiene che il modo giusto di procedere sia quello di intraprendere una consultazione pubblica sull’opportunità di rendere permanente l’attuale misura Covid-19 che consente l’uso domiciliare di pillole abortive per l’aborto precoce fino a dieci settimane di gestazione per tutte le donne che ne hanno diritto“.
Atkins ha detto che le attuali misure saranno mantenute in vigore fino a quando la consultazione pubblica non sarà conclusa e non sarà stata presa una decisione.
Dame Diana Johnson, la deputata laburista del Collegio di Kingston upon Hull North che ha presentato l’emendamento, ha successivamente ritirato l’emendamento e non si è tenuta alcuna votazione sulla questione.
Un emendamento separato proposto per depenalizzare l’aborto abrogando gli articoli 58 e 59 del Offences Against the Person Act (1), e quindi eliminando l’aborto dal diritto penale, non è stato scelto dal Presidente della Camera dei Comuni per il dibattito e quindi non è stato incluso nel disegno di legge.
Il 30 marzo, il governo di Westminster ha autorizzato le donne in Inghilterra a uccidere i loro figli prima della nascita a casa utilizzando pillole per un aborto chimico precoce. Un portavoce del governo del Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale ha detto che il cambiamento è stato fatto solo su base temporanea ed è limitato nel tempo per due anni, o fino alla fine della crisi del coronavirus. Era la terza volta che la legge sull’aborto veniva cambiata nel giro di una settimana; il governo aveva prima annunciato il cambiamento e poi aveva cambiato idea nel giro di 24 ore.
A maggio, la polizia britannica ha iniziato le indagini in seguito alla morte di un bambino non nato di 28 settimane dopo che la madre del bambino aveva assunto le pillole abortive inviate per posta dal principale gruppo abortista del Regno Unito, il British Pregnancy Advisory Service (BPAS).
Questo fine settimana, un’indagine sotto copertura di Christian Concern ha rivelato che i fornitori britannici di pillole abortive hanno inviato le pillole a tutti i membri di un gruppo di volontari “mystery client” che hanno fornito tutti dettagli falsi quando hanno ordinato le pillole mortali per telefono. Secondo quanto riferito, una delle volontarie sotto copertura avrebbe dato una data di gestazione al personale degli abortisti, il che significa che avrebbe potuto iniziare il processo di aborto chimico solo dopo il limite legale di dieci settimane. La volontaria ha poi successivamente cambiato la sua storia e ha abbassato la sua fase gestazionale senza essere interrogata dallo staff del fornitore di servizi per l’aborto.
La settimana scorsa, un tribunale britannico ha permesso una revisione giudiziaria della decisione di consentire l’aborto a domicilio durante la crisi del coronavirus, dopo che Christian Concern ha lanciato un’azione legale contro il provvedimento.
Ma, nel corso della settimana, la lobby britannica dell’aborto ha presentato un emendamento a un disegno di legge sugli abusi domestici attualmente in corso di approvazione in Parlamento, che legalizzerebbe in modo permanente l’aborto domestico fai-da-te.
“Se questo emendamento avesse fatto passare l’emendamento, le donne vulnerabili sarebbero state esposte a un maggiore rischio di aborto forzato“, ha detto l’assistente politica di Alithea Williams per la Society for Protection of Unborn Children (SPUC).
“Tuttavia, l’annuncio di una consultazione per rendere permanente il regime di aborti temporanei a domicilio è molto preoccupante. Abbiamo già visto ampie prove che questa pratica è impossibile da regolare, e non è sicura per le donne, soprattutto per le più vulnerabili. Una consultazione non diminuirà i pericoli dell’aborto fai da te“, ha continuato.
“Abbiamo troppa esperienza di consultazioni governative su questioni a favore della vita, e ciò non dimostra che le preoccupazioni a favore della vita siano state ascoltate. Ma continueremo a far sentire la nostra voce – ci sono in gioco delle vite“, ha concluso la signora Williams.
(1) Offences Against the Person Act (Reati contro la persona Act del 1861, ndr) è una legge del parlamento del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Ha consolidato le disposizioni relative ai reati contro la persona da una serie di statuti precedenti in una singola legge.
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