Ricevo da un caro amico il comunicato della Unione Giuristi Cattolici Italiani, sezione locale di Genova “Ettore Vernazza”, e volentieri pubblico. Il comunicato si riferisce al documento diffuso dalla SIAARTI intitolato: “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili” nella versione del 6 marzo scorso. Un riferimento alle raccomandazioni la trovate qui. La SIAARTI è la Società Scientifica degli Anestesisti Rianimatori.
Il primo e fondamentale diritto, quello alla vita,
non è subordinato ad alcuna restrizione.
Papa Francesco
Abbiamo letto con grande stupore e ci ha destato estrema apprensione il documento diffuso dalla SIAARTI intitolato: “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”, che definisce i criteri di scelta per l’ammissione alle terapie intensive in seguito alla situazione determinata dal COVID-19.
Scopo dichiarato del documento è: A) Sollevare i clinici da una parte delle responsabilità nelle scelte; B) Rendere espliciti i criteri di allocazione delle risorse in una condizione di una loro straordinaria scarsità.
Le raccomandazioni che discendono da queste premesse stabiliscono che: a) Un aumento straordinario di letti intensivi non garantirebbe cure adeguate ai singoli pazienti e distoglierebbe risorse, attenzione ed energie ai restanti pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive; b) Può rendersi necessario porre un limite d’età all’ingresso in Terapia Intensiva sulla base del principio di probabilità di sopravvivenza e di anni di vita salvata.
Sorprendono le motivazioni contrarie ad un aumento della dotazione di posti letto, di cui si riconosce la scarsità, in quanto si rivelerebbe di danno sia per i nuovi ingressi che per i pazienti già ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva. E’ appena il caso di ricordare che in Italia i posti letto di Terapia Intensiva sono complessivamente 5.090 (8,4 x 100.000 ab.), mentre sono 25.000 in Germania (30 x 100.000 ab.) equivalenti ad una dotazione superiore di circa tre volte e mezza.
Allorché si fa riferimento ad “una condizione di straordinaria scarsità delle risorse sanitarie” come causa di difficoltà nella loro allocazione occorre tener presente che tale scarsità è conseguenza di scelte della programmazione e della macroallocazione ed è proprio in questa direzione che dovrebbero essere rivolte adeguate “raccomandazioni di etica”. Infatti, per effetto delle continue revisioni al ribasso del finanziamento pubblico della sanità l’Italia si attesta sotto la media OCSE e precede solo i Paesi dell’Europa orientale.
Stupisce e lascia increduli, quasi nella speranza di una fake news, l’autorizzazione a “porre un limite di età all’ingresso in Terapia Intensiva sulla base del principio di probabilità di sopravvivenza e di anni di vita salvata”. In questo momento di grande emergenza, comunicati di questo tipo contribuiscono a creare ulteriore sconcerto ed è inammissibile che un documento che subordina l’etica clinica a principi di razionamento venga redatto al di fuori di un Comitato Etico legalmente costituito. Ricordiamo che i principi e le regole a cui il medico deve uniformare la sua condotta professionale sono quelli previsti dal Codice di Deontologia Medica che all’Art.6 stabilisce: “Il Medico persegue l’uso ottimale delle risorse pubbliche e private salvaguardando l’efficacia, la sicurezza e l’umanizzazione dei servizi, contrastando ogni forma di discriminazione nell’accesso alle cure”. Ricordiamo inoltre l’ Art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività”. Ricordiamo altresì la legge 833/1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (Art.1 – Principi): “Il SSN è costituito dal complesso dei servizi destinato alla prevenzione, mantenimento e recupero della salute di tutta la popolazione senza distinzioni individuali e sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del Servizio”.
Siamo consapevoli dell’enorme sforzo e della tensione senza precedenti a cui sono attualmente sottoposti tutti i medici in prima linea, e soprattutto i medici delle Terapie Intensive, per le condizioni in cui svolgono la loro attività e per i gravi rischi ad esse connessi. Sono 14 ad oggi i caduti, vittime del contagio, medici ospedalieri e medici di medicina generale. Queste doverose considerazioni unite al profondo rispetto per l’attività svolta dai Medici di Terapia Intensiva non possono tuttavia esimerci dall’esprimere il nostro dissenso più totale dalle “Raccomandazioni” di SIAARTI che vorremmo pensare come dettate da uno stato di grave stress lavorativo, assolutamente comprensibile. Anzi, è proprio il sacrificio quotidiano del personale sanitario a rafforzare il nostro convincimento in difesa del diritto alla salute e della dignità della vita umana, anche di quelle più deboli. Auspichiamo quindi che il Gruppo di Lavoro sia al più presto in grado di ripensare il documento prima che se ne debba vedere l’applicazione, anche da parte di seguaci che si stanno rapidamente apprestando a comparire, e ci si veda costretti a prendere atto delle dolorose conseguenze.
Unione Giuristi Cattolici Italiani
(Unione Locale di Genova “Ettore Vernazza”)
Il Consiglio Direttivo
Scrivi un commento